Cocteau ha cercato di sfidare il suo consueto pubblico d’élite, instaurando un contatto più diretto con platee più ampie attraverso un linguaggio meno segreto. Questa strategia si è rivelata vincente, poiché I parenti terribili è diventata una delle opere più celebrate di Cocteau come drammaturgo.
Il teatro di Jean Cocteau è caratterizzato da un linguaggio poetico e simbolico, che sfida le convenzioni tradizionali. Le sue opere esplorano temi complessi come l’identità, la famiglia e l’amore, spesso attraverso una lente surrealista. Cocteau rompe con il teatro elitario crea drammi che mescolano elementi realistici e fantastici.
Le sue rappresentazioni sono ricche di metafore e immagini evocative, rendendo il suo lavoro unico e innovativo nella scena teatrale del XX secolo.
La trama ruota attorno a una famiglia disfunzionale, isolata e priva di stimoli esterni. Michel, un giovane uomo viziato, è oggetto di un amore ossessivo da parte della madre Yvonne. Quando annuncia di aver trovato l’amore in Madeleine, Yvonne è sopraffatta dalla disperazione, temendo di perdere il figlio. In questo contesto, emergono oscuri segreti familiari. Con questo testo, Filippo Dini, che ne cura anche la regia e l’interpretazione, continua la sua esplorazione nell’inferno delle dinamiche familiari, già affrontate in opere come Casa di bambola e Sette anime in cerca d’amore. Dini definisce una cifra stilistica che pone al centro l’interpretazione attoriale, reinterpretando l’idea di un nuovo capocomico.
La storia è ricca di complicazioni. Yvonne, una donna non più giovane, ha trasferito tutto il suo amore sul figlio Michel, trascurando il marito. La madre ha una sorella, la zia Leonie, la quale, innamorata del marito Georges, ha ceduto la sua felicità alla sorella e ora vive in casa, influenzando sottilmente la vita degli altri membri della famiglia. A complicare ulteriormente la situazione, Michel ha una giovane amante, Madeleine, la quale è anche mantenuta da un uomo più grande, che si presenta a lei con un falso nome.
Questo misterioso cinquantenne, che finanzia Michel, è in realtà Georges.
Infine, Leonie si rivela una figura centrale, un’entità che muove silenziosamente la fila delle azioni dei suoi familiari e di Madeleine. Ne emerge così il ritratto di una famiglia disfunzionale, orchestrata da Cocteau come una travolgente sinfonia umana, dove il complesso intreccio di relazioni e segreti si snoda in un crescendo drammatico, lasciando lo spettatore coinvolto e inquieto. Una riflessione sul fallimento del patriarcato e un riconoscimento del ruolo della donna, che riesce a emergere nonostante innumerevoli difficoltà, rende questo spettacolo una gemma nel nostro panorama culturale.
Note sulla Compagnia teatrale
Teatro Stabile del Veneto Teatro Nazionale
Fondazione Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale
Fondazione Teatro di Napoli Teatro Bellini
Teatro Stabile Bolzano
presentano
FILIPPO DINI I PARENTI TERRIBILI di Jean Cocteau
traduzione Monica Capuani
con
Milvia Marigliano, Mariangela Granelli,
Filippo Dini, Giulia Briata, Cosimo Grilli
regia FILIPPO DINI
scene Maria Spazzi
costumi Katarina Vukcevic
luci Pasquale Mari
musiche Massimo Cordovani