Lentamente avverto che ti ritrai
dietro una vitrea gentilezza
senza appigli Guai a me
se mi ci schiaccio contro
per farti arrivare la mia voce
Mi attende la più atroce
delle sconfitte: un volto
implorante si sfigura
in maschera per poco
non sconfina nell’orrore.
Singolare
privilegio
avvolgerti
di premure
senza neppure
sfiorarti:
la custodia
di uno stradivarius
Dalle tue corde
forse altri
può trarre
a piacimento
l’intima
melodia
Bontà tua
mi risparmi
la benché minima
risonanza
ed io nel dubbio
che ci sia un altro
opto da vile
per l’assenza
Le tue dita
tra le mie mani
canne di bambù
con esca ed amo
Se tento il largo
si configge più a fondo
il desiderio
Al chiodo fisso
del tuo rifiuto
ho sospeso
la cetra
Se ancora geme
dà la colpa
al vento
Cambio l’acqua
ogni giorno
per rinverdire
pensieri desideri
Ai nuovi faccio spazio
rinserrando le file
Tu sei di un’altra razza
cambi l’acqua e i fiori
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