Avevo smesso di urlare aiuto… non avevo più voce…non pensavo nemmeno al dolore lancinante alla gamba,,,pregavo tutti i santi e qualcosa è successo poiché l’auto ha smesso di muoversi e si è bloccata (un miracolo!) mentre mio marito cercava aiuto disperatamente. Dopo un tempo che mi è sembrato un’eternità, molto persone dei palazzi vicini si sono attivati: sono arrivati i pompieri, che mi hanno tirato fuori da sotto l’auto sollevandola, e un’autombulanza mi ha trasportata in codice rossa all’ospedale Cardarelli. Ecco qualche notizia in più: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Osp...
Per chi non lo conoscesse, dirò che si tratta di un ospedale megagalattico dove arrivano pazienti non solo dalla Campania, ma da tutto il Sud. Era domenica e come sempre accade il luogo pullulava non solo di pazienti, ma anche di parenti che aspettavano di entrare negli orari consentiti. Devo dire che mi hanno subito trasportata nel centro traumatologico, altamente specializzato e fornito di tutti gli strumenti più moderni per diagnosi immediate, dove mi hanno fatto un accurato check up dal quale sono risultate due fratture alla gamba sinistra, una delle quali più grave da operare. Mi hanno applicato una “doccia gessata” per bloccare la gamba e messa poi in lista d’attesa per l’operazione. Fin qua tutto più o meno bene…poi mi son venuti in mente i versi di Dante: “Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente”. Una gran pena per pazienti e personale, In particolare quello più gentile e umano
Salendo di reparto in reparto fino a quello dei pazienti più gravi, simili ai gironi infernali, tra gemiti di pazienti e urli del personale medico e paramedico sotto stress per turni di lavoro pesanti e mancanza di infermieri e medici rispetto al numero di pazienti… il caos aumenta soprattutto nei giorni festivi, tutti disagi dovuti ai continui tagli sulla sanità pubblica. Pensavamo che la pandemia ci avesse fatto riflettere sulla necessità di rendere più efficiente la sanità pubblica e di quanto fosse ingiusto far scappare i cosiddetti cervelli all’estero. Eppure, essi non mancano nemmeno al Cardarelli…ma fino a quando?!
Come ha affermato Vincenzo de Luca: “«La regione Campania è la regione che nel fondo sanitario nazionale riceve meno di tutte le regioni d’Italia (...) perché nel riparto del fondo sanitario nazionale si applica solo un criterio, quello dell’età anagrafica della popolazione e noi siamo la popolazione più giovane»
(Fonte:Porta a Porta – Rai 1) https://pagellapolitica.it/fact-che...
Alla fine, insieme alla mia famiglia abbiamo deciso di optare per una clinica privata, La Ruesch, dove sono stata operata subito da un bravo ortopedico, il Dott. Somma che mi ha permesso di tornare a casa in tempi brevi, dotandomi di una cura dettagliata e raccomandandomi l’immobilità dell’arto operato, in attesa di successivi controlli. Sono ora a casa circondata dall’affetto dei miei familiari in attesa di celebrare il Natale, ma il mio pensiero va con tristezza ai miei ex compagni di sventura che sono ancora là in una corsia di ospedale. Anche loro avrebbero diritto a tutto ciò che io ho potuto avere poiché abbiamo qualche soldo in più,
Esistono tanti bravi medici sia nel pubblico che nel privato che si prodigano fino allo stremo delle forze, medici molto umani che si avvalgono anche della collaborazione di infermieri capaci, umili e sensibili. Ma ciò non basta, poiché quando si tratta della nostra salute o di quella dei nostri cari non possiamo affidarci al caso, pregando Dio che non ci capiti un accidente durante i fine settimana e augurandoci soprattutto di non finire nelle mani di feroci speculatori che si arricchiscono sulla pelle di chi soffre. Di tutto ciò parla ampiamente Paolo Cornaglia Ferraris, medico, giornalista e saggista, nel suo libro” La Casta Bianca-Viaggio nei Mali della Sanità” (Mondadori Editore).
Spesso ho pensato che la figura del medico e quella dell’insegnante presentino delle analogie nell’esercizio della professione, poiché Scuola e Sanità non solo richiedono grande serietà, onestà e professionalità come gli altri tipi di lavoro, ma esigono qualcosa in più, un quid più spirituale che definirei “totale dedizione” unita ad immenso rispetto verso coloro che sono affidati alle nostre cure.
Ho sempre amato i miei alunni e ho cercato di fare bene il mio dovere tutti i giorni, eppure quante volte sono stata presa in giro con frasi ricorrenti, come “Credi che ti daranno una medaglia al valore?” oppure “Pensi che ti faranno una statua d’oro?” e così via. Medaglie no, statue nemmeno, ma buoni risultati sì, ne ho avuti tanti per fortuna (o meglio, per serietà d’impegno).” Luci ed ombre” avvolgono sia Scuola che Sanità, poiché come ho già detto, ci sono tanti medici e anche tanti insegnanti che si prodigano incessantemente per coprire le inefficienze del sistema o di colleghi superficiali, menefreghisti e assenteisti: le persone oneste insomma sono costrette a lavorare il doppio proprio per colmare “i vuoti” creati da altri.
Nel corso della mia vita ho potuto sperimentare le suddette “luci ed ombre” non solo nella scuola, ma anche in ospedali e cliniche private. Tuttavia, mi posso considerare fortunata rispetto ad altri, poiché tra i miei amici ci sono sempre stati dei bravi medici che mi hanno guidata con affetto nella giungla del sistema sanitario, anche in questo momento, per me davvero drammatico. Ma quanti possono affermare di essere altrettanto fortunati?
Per preservare la propria dignità sarebbe opportuno, credo, che si esprimessero le proprie volontà per iscritto con il cosiddetto “testamento biologico”, in modo che se ne tenga conto nel caso di perdita delle capacità di intendere e di volere. Bisogna senz’altro alleviare le sofferenze dei malati, ma senza accanimento terapeutico e soprattutto rispettando la loro volontà.
Scuola e Sanità sono settori delicati, non solo legati a concrete necessità, ma in qualche modo connessi alla sfera “spirituale” di ogni essere umano. Allora che aspettiamo a buttar via tutte le “le ombre” e a far posto solo alla “Luce”?
Giovanna D’Arbitrio