Al Museo dell’Ara Pacis la prima grande Mostra monografica per raccontare il fotografo che ha segnato la storia della fotografia dal 13 dicembre 2024 al 31 agosto 2025
Retrospective, è curata da Jean-Luc Monterosso, ospitata dal 13 dicembre 2024 al 31 agosto 2025 negli spazi al piano terra del Museo dell’Ara Pacis.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Civita Mostre e Musei, Zètema Progetto Cultura e Franco Fontana Studio, il cui bellissimo catalogo è stato curato da Contrasto, si avvale di
Mobility Partner Atac; Partner Berné; Radio Partner Dimensione Suono Soft; Media Partner Rai Cultura e Rai Pubblica Utilità; Fashion Partner Rinascente; Travel partner Trainline.
Monterosso è un curatore di fama mondiale, storico fondatore e direttore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi, ci guida alla scoperta dell’universo creativo del fotografo modenese, svelando molti aspetti inediti e ripercorrendo l’evoluzione artistica e sottolineando la capacità di Fontana di trasformare la realtà in una poesia visiva e meditativa.
Oltre 200 le fotografie selezionate, tra spazi immersivi, installazioni e video, che permettono di scoprire le infinite possibilità ottiche, alternando immagini con inquadrature ardite, profondità di campo ridotta e inquadrature dall’alto, oppure ammirare tagli dal gusto astratto o minimalista, utilizzando i contrasti tra colori brillanti e tenui, utilizzando ombre e inquadrature estranianti di edifici, tutti elementi che hanno reso Fontana un grande interprete del bianco e nero e un precursore nella fotografia a colori.
I temi delle skyline, de i paesaggi e l’architettura urbana, ricorrono costantemente, rendendo vano qualsiasi tentativo di cronologia, l’autore rinnova continuamente il suo lavoro. Passando dalla diapositiva alla polaroid e al digitale, abbraccia senza tentennamenti, gli sviluppi tecnici della fotografia sperimentando sempre.
Aprono il percorso espositivo una veduta grandangolare di Praga, usata come copertina della rivista Time Life e dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine ed un ritratto di Franco Fontana realizzato da Giovanni Gastel. Seguono una serie di scatti su paesaggi naturali ed urbani caratterizzati dall’essenzialità degli elementi e dalla forte geometria, immagini che esaltano il colore bianco e nero come Urbano 1960, fino alle opere rappresentative della fotografia a colori degli anni 1960-1970.(Foto n. 3)
La pubblicazione del volume Skyline del 1978 segna un punto di svolta nella carriera di Fontana. Realizzato in modo molto semplice, senza pretese grafiche, con una fotografia per pagina, senza l’elogio di nessuna città o produzione locale, parte dalla realtà tangibile, il paesaggio, da linee di orizzonte, escludendo tutti gli elementi superflui e preservando l’essenziale, l’esaltazione delle forme e dei colori. In anticipo sui tempi, il maestro si è interrogato sulle possibilità linguistiche del processo cromatico e sull’estetica della fotografia, dando vita ad una reinterpretazione del mondo circostante e una nuova lettura del paesaggio italiano. Appare chiaro, alla luce di questo, l’affermazione di Fontana: “La fotografia non è ciò che vediamo, è ciò che siamo”.
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Nella stessa sezione uno spazio accoglie alcuni vintage che ritraggono soggetti vari come paesaggi urbani, frammenti, asfalti, automobili, e un nudo, NUDO 1969.
Di seguito una serie di scatti di paesaggi naturali catturati nelle varie sfumature delle quattro stagioni: mare, neve e pianure verdeggianti che culminano nella celebre immagine Puglia 1978 che passa dai colori vividi, dell’azzurro intenso del cielo al giallo brillante del grano o il verde intenso dell’erba, che catturano lo sguardo e lo immergono in quelle cromie sature.
D’altronde Fontana ci tiene a farsi comprendere: “Quando fotografo un paesaggio è il paesaggio che entra dentro di me, si fa l’autoritratto, così anch’io diventi un ‘paesaggio’, per esprimermi al meglio”, la sua arte appare ispirata, illuminata da un’aurea di mistica alchimia.
Seguono nel percorso, una serie di fotografie sullo studio dell’ombra. Si parte con un vintage dalla serie Contact (pubblicazione di Ralph Gibson): nel 1979 Ralph Gibson invita i più influenti fotografi dell’epoca a contribuire al libro Contact Theory con un intero rullino in bianco e nero. Fontana accetta la sfida e sceglie come soggetto il Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR creando opere memorabili caratterizzate da un’atmosfera metafisica. Queste opere introducono una serie di rari scatti realizzati in Francia e in Asia che catturano persone in contesti urbani come Parigi 1994 e Tokio 1983. (Foto n.5)
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La sezione allarga i suoi orizzonti con uno spazio di proiezione nel quale si realizza l’immersione in piscina, scoprendo come l’arte di Fontana si declina negli spazi acquatici, dove la bellezza delle forme femminili, la sensualità discreta, sono esaltate dalla mobilità e dalla luce sull’acqua, che nelle Polaroid troverà la massima espressione. (Foto n.6)
Riprodotto pure lo studio di Fontana, che si distingue per essere un insieme confuso di materiali, in contrasto con il minimalismo e l’essenzialità delle sue fotografie, nel quale è riprodotta una video-intervista del fotografo.
Fontana segue con interesse gli sviluppi tecnici della fotografia, sperimenta e acquisisce gli strumenti forniti dalla tecnologia per creare innovativi collage. Partendo dai paesaggi urbani e dalle strade, aggiunge personaggi e ombre, talvolta modificandone i colori e accentuandone i contrasti come in Houston 1986 dalla serie People. Si potranno scoprire così le opere che enfatizzano lo stile iperrealista profondamente personale del maestro, in contrasto con le tendenze della Street Photography e ammirare una serie di scatti dalla serie Luce Americana e Frammenti.
Interamente dedicata a rare polaroid e polaroid transfer è dedicato uno spazio centrale, “appunti visivi” presi durante i vari reportage, dove l’erotismo raggiunge la massima espressione con immagini morbide, poco nitide, sfumate come in Nudo 1977.
Sul tema del “colore” si può ammirare un interessante video posizionato tra due scatti della serie Frammenti, Havana 2017. A seguire, alcuni scatti di paesaggi urbani, che comprendono le opere realizzate a Los Angeles dal 1979. “Il paesaggio urbano completa i miei paesaggi naturali. I muri dipinti delle case somigliano a dei campi arati o a dei campi di grano giallo”, afferma Fontana.
Un’intera sezione è dedicata all’autostrada, all’asfalto, alle automobili, infatti Fontana ama fotografare in movimento e, utilizzando un lungo tempo di esposizione, sintetizza e cattura in un unico scatto le linee delle strade come in Autostrada 1975.
Inoltre, dagli anni 70 fino ad oggi, ha catturato grafismi e segni colorati che emergono dalla superficie nera dell’asfalto, realizzando opere esemplari come Asfalto 1990. Particolari light box installate, con cinque stampe retroilluminate permettono di riprodurre la sensazione di camminare sull’asfalto. Senza dimenticare gli scatti di automobili, che tanto fascino hanno sul maestro sia per la forma che per il design come riprodotto nella video-installazione con cinque fotografie in sequenza, Modena 1978.
Il tema della “strada” è indagato ulteriormente attraverso un video-book dedicato alle tre strade per eccellenza: la Route 66, la strada verso Compostela e la Via Appia che chiude la trilogia. Una strada antica, che permette al fotografo di riscoprire i paesaggi a lui familiari che hanno caratterizzato la sua produzione, e rafforzare il legame con Roma e con il patrimonio della nostra civiltà.
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Segue una selezione di scatti che accostano immagini di statue del Cimitero di Staglieno, a nudi femminili, le cui curve sono accentuate da veli e panneggi, dalla serie Vita Nova.
L’ultima sezione che si snoda lungo l’esteso corridoio del museo, accoglie fotografie dedicate alla moda, alle numerose pubblicità o realizzate in occasione di commissioni private. Le geometriche immagini dalla serie Artemide introducono un video-book del catalogo dei Dogi della Moda; e ancora, uno scatto, Ceramica 2010, introduce il visitatore ad un ulteriore video-book del volume Terra a Fuoco.
L’impegno della Sovrintendenza Capitolina a dotare anche mostre temporanee di percorsi di accessibilità anche in questo caso è stato messo in campo, avvalendosi della collaborazione con Fabio Fornasari, direttore scientifico presso l’Istituto dei ciechi Cavazza di Bologna, dando vita al progetto BIBLIOTECA ASTRATTA. Un dispositivo di accessibilità da sfogliare, smontare e rimontare per accompagnare tutti, vedenti e non vedenti, alla scoperta dell’opera del maestro modenese. Composta da sei unità, posizionate nel percorso espositivo, la Biblioteca Astratta è un luogo simbolico, dove ogni scatto di Franco Fontana diventa un silent book tattile.
Grazie al rinnovato impegno di Rai Pubblica Utilità, del Dipartimento Politiche sociali e Salute - Direzione Servizi alla Persona di Roma Capitale e della Cooperativa Segni d’Integrazione Lazio, saranno inoltre disponibili audiodescrizioni e video LIS per accompagnare i visitatori con disabilità visiva e uditiva nel percorso mostra. I contenuti delle audiodescrizioni e dei video LIS sono disponibili sulla Pagina Accessibilità del museo e sui canali di comunicazione RAI.