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RIFLESSIONI SUL LIBRO SVEGLIAMOCI, DI EDGAR MORIN

Un Nuovo Umanesimo potrebbe salvarci?
giovedì 7 novembre 2024 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Recensioni Libri


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Senza dubbio oggi diventa sempre più angosciante ascoltare Tg, leggere giornali e quant’altro, alla fine per riflettere su quanto sta accadendo intorno a noi, i libri si rivelano silenziosi amici che ci stimolano a riflettere e a pensare con la nostra testa.

Mentre costatiamo che la vita sul nostro pianeta ci appare sempre più a rischio, tra pandemia, guerre, minaccia nucleari, disastri climatici, crisi economiche, inclusa la vittoria di Donald Trump In Usa nelle recenti elezioni, accolta con reazioni contrastanti, ci chiediamo se ci possano essere soluzioni positive a questo quadro mondiale tanto allarmante.

Pur lanciando un grido d’allarme, Edgar Morin, pseudonimo di Edgar Nahoum (Parigi, 8 luglio 1921), famoso sociologo e filosofo noto per i suoi numerosi libri le sue teorie sulla complessità e il cosiddetto “pensiero complesso”, ha scritto un pamphlet-manifesto dal titolo Svegliamoci, in cui ci invita a riflettere sui pericoli di un mondo in trasformazione e nello stesso tempo ci sollecita ad affrontare le nuove sfide cercando alternative costruttive.

Il libro viene così presentato:” Non sappiamo che cosa ci sta accadendo, ed è precisamente questo che ci sta accadendo”. La celebre frase di José Ortega y Gasset, posta da Edgar Morin a epigrafe di questo pamphlet, vale a maggior ragione per il nostro tempo. La nostra miopia nella comprensione del presente dipende da una crisi del pensiero? O da una sorta di sonnambulismo generalizzato? In questo nuovo saggio, il grande filosofo francese sottolinea la necessità di trovare una bussola per orientarsi nell’oceano dell’incertezza in cui siamo dispersi. Una bussola che ci aiuti a comprendere la storia che stiamo vivendo, dalla marea di estrema destra dilagante in Europa alla crisi economica, fino al degrado ambientale del nostro pianeta. Grazie alle riflessioni del filosofo planetario, incalzati dalle sue domande possiamo tentare di comprendere come il mondo si sta trasformando e accogliere la sfida senza precedenti che siamo chiamati ad affrontare. Dunque... svegliamoci!».

In un’intervista Morin ha affermato che non stiamo vivendo soltanto un periodo di crisi generalizzata: non solo la crisi di una sinistra in rovina, quella della democrazia, di stati sempre più burocratizzati, di società dominata dal denaro, di un umanesimo sopraffatto da odio e violenza, di un pianeta devastato dall’onnipotenza del profitto, una crisi sanitaria evidenziata dalle epidemie. Stiamo vivendo, soprattutto, una crisi, più insidiosa, invisibile e radicale: La Crisi del Pensiero

L’ultracentenario filosofo francese, con grande lucidità, ha invitato i lettori a risvegliare le loro coscienze, riflettendo sul degrado che investe diversi ambiti, dalla politica con classi dirigenti spesso impreparate e sempre meno colte, all’ecologia (una Terra depredata di cui ci si ostina a ignorare le anomalie climatiche), dall’educazione (istruzione subordinata ad aziende) al mondo del lavoro (precarizzazione e perdita di diritti). Sembra che non ci siano più alternative, ma per Morin le alternative ci sono e bisogna costruirle attraverso un “Nuovo Umanesimo” non sopraffatto da odio, violenza e onnipotenza del profitto.

Secondo Morin, è proprio durante le grandi crisi economico-politiche che le forze regressive diventano più potenti. E mentre in passato c’erano forze progressiste in grado di coltivare la speranza nel futuro, oggi dal loro degrado scaturisce un altro profondo degrado: quello del pensiero. Non possiamo più accettare, quindi, passivamente le nuove strategie del Potere che oggi rispetto al passato si serve di inedite e ancor più pericolose possibilità di controllo elettronico e tecnologico (riconoscimento facciale, sorveglianza quotidiana attraverso telefonini e internet).Da non trascurare, inoltre, i pericoli del transumanesimo e dell’intelligenza artificiale (IA) che se in futuro dovesse governare qualsiasi aspetto della nostra vita, finirebbe per dominare noi stessi, causando una metamorfosi antropologica nella quale l’umano diventerebbe allo stesso tempo metaumano, sovrumano e postumano: con le nuove possibilità di intervento biologico (cellule staminali, modifiche di Dna e telomeri, organi artificiali ecc.) il transumanesimo crede nel prolungamento della vita umana senza invecchiamento, ma è solo una mitologia delle élite ricche.

“Il vero problema oggi non è aumentare la potenza dell’uomo (che sta già provocando il degrado ecologico e la nostra rovina), ma rafforzare le relazioni umane. Contro il sogno del dominio, si tratta di dominare il dominio”. Morin quindi sottolinea l’importanza di un pensiero nuovo in cui concretamente interagiscano conoscenze scientifiche e filosofiche, un movimento (non i partiti tradizionali che hanno fatto il loro tempo) in grado di promuovere coraggio e speranza. “Ciò che manca oggi è la chiarezza di indicare una via: non un cammino tracciato in anticipo, ma un percorso che indichi almeno una direzione. Per superare la crisi che stiamo vivendo, auspico un ritorno alle fonti e la creazione di un nuovo pensiero”.

E non si possono creare alternative senza coltivare la” Solidarietà Umana”: “Stiamo assistendo al degrado della solidarietà e dobbiamo impegnarci a crearne di nuove. Nel mio saggio La voie, e in altri lavori, ho proposto la solidarietà come pieno riconoscimento dell’umanità dell’altro. Oggi ci sono troppe persone (penso agli anziani, ai giovani, alle donne) che soffrono la tragedia della solitudine. C’è una politica di solidarietà da sviluppare. C’è urgente bisogno di un enorme cantiere (…) Questo è il cuore della crisi e la crisi è nel cuore dell’umanità. Non dobbiamo più oppone l’universale alla patria. Ma legare le nostre patrie (familiari, regionali, nazionali, europee (…) e integrarle con la nostra unica patria terrestre”.

Giovanna D’Arbitrio

 

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