a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by
LDVRoma
Il film è il primo vero lungometraggio di finzione del duo MASBEDO (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) documentaristi, in collaborazione con lo scrittore Giorgio Vasta che firma la sceneggiatura.
La storia è ambientata nell’isola di Stromboli, dove si svolge la vicenda della giovane e solitaria Arsa (Gala Zohar Martinucci), ovvero “arsa” come il grano, come la terra brulla e selvaggia, è orfana di un padre che vive solo nei suoi ricordi; è immersa in una natura selvaggia lontana da ogni rapporto umano se non essenziale e fortuito, secondo il ritmo dettato dalle stagioni. Sono le immagini più che le parole a parlare, a mostrare le bellezze e le contaminazioni a cui, suo malgrado, è pericolosamente soggetta l’isola e di conseguenza la ragazza, casuale il contatto con alcuni studenti tra cui un giovane (Jacopo Olmo Antinori) che è attratto da lei e deciso a svelarne quello che ai suoi occhi appare come un mistero e pronto a far sbocciare la fanciulla in fiore.
Come hanno commentato i registi: “Arsa incarna la resilienza, come un’isola, trasforma ogni cosa, anche la più difficile, in qualcosa di nuovo e vitale. È il suo canto, che si perde tra le onde, un invito a fare lo stesso….”.
Questa figura di donna che affronta il lutto e la solitudine, scegliendo di non contaminarsi con il mondo tecnologico, di tenersi a distanza da ogni relazione, è un mondo a parte, una Dea che si muove con grazia anche quando maneggia i rifiuti che le maree fanno approdare sulle rive dell’isola, dove li raccoglie per dargli una nuova vita o per consegnarli in cambio di un qualche guadagno. Vive nel suo presente Arsa e nel passato che si affolla nei suoi ricordi, svelandoci un padre scultore (Lino Musella) frustrato e svilito nella creatività, costretto a cedere al compromesso capitalistico che lo costringe a creare sculture prive di valore artistico.
Il cinema dei Masbedo è sicuramente originale (rammenta in alcuni passaggi“Stromboli” di Rossellini), pensato soprattutto per essere goduto sul grande schermo, suggerisce con campi lunghissimi un’esperienza sensoriale e seduttiva anche attraverso i suoni naturali, della natura, del mare che si riflettono e fondono nel corpo nudo, acerbo e selvaggio della fanciulla. L’esperienza di bellezza però, non si addentra e rimane sulla superficie increspata di ogni suggestiva immagine.