a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by
LDVRoma
Presentato all’81° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Joker: Folie à Deux, di Todd Phillips, basato sul personaggio di Joker di DC Comics, è il sequel di Joker, pellicola del 2019 che vinse il Leone d’Oro. Senz’altro i sequel non sempre riescono ad essere di più alto livello rispetto alla prima opera.
Ci sembra giusto quindi ricordare il primo film di Todd Philips ambientato negli anni ’80 a Gotham City, città sconvolta da degrado e iniquità sociale. Qui vive in uno stabile fatiscente Arthur Fleck (Joaquin Phoenix), prendendosi cura dell’anziana madre. Uomo sensibile e alienato, pur soffrendo di incontrollabili attacchi di risa, sogna di diventare un cabarettista, come il suo idolo televisivo Murray Franklin (Robert De Niro,) ed è innamorato della sua vicina (Zazie Beetz) Arthur si guadagna da vivere come clown, ma un giorno subisce un pestaggio da parte di teppisti e così il suo collega Randall (Glenn Fleshler) gli presta una pistola da usare per difesa personale. Purtroppo, una sera, mentre torna a casa in metropolitana ancora truccato da pagliaccio, viene deriso e malmenato da un gruppo di giovani yuppie, ma questa volta reagisce, estrae la pistola e li uccide.
Poiché le vittime sono tra i sostenitori del potente candidato sindaco Thomas Wayne (Brett Cullen), si scatena una guerriglia urbana tra coloro che danno la caccia all’ assassino e le classi sociali meno abbienti che lo sostengono mascherati da clown, considerandolo eroe simbolo degli oppressi contro l’arroganza dei ricchi.
Alla fine, Arthur, più volte calpestato, picchiato e deriso da tutti, dopo aver scoperto tragici episodi della sua infanzia, reagisce con inaudita violenza uccidendo sua madre e d altre persone, totalmente in preda alla follia.
Già nel primo film, in effetti, Todd Phillips ci mostra in un crescendo di scene crude e violente in che moda possa nascere un mostro attraverso continui maltrattamenti fisici e psichici, derisioni e delusioni, un prodotto della stessa società disumana, egoista, corrotta e priva di vera cultura.
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In Joker: Folie à Deux, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix), noto come Joker, il serial killer che avendo terrorizzato Gotham City, è ora rinchiuso nell’ospedale psichiatrico di Arkham, in attesa di essere processato per l’omicidio di cinque persone (6 in realtà, poiché nessuno sa che ha ucciso anche la madre). I suoi carcerieri lo deridono e uno di loro gli consente per scherno di entrare in un coro di internati dove conosce Harley Quinn (Lady Gaga), un incontro che gli cambia la vita con l’amore. Mentre il suo avvocato (Catherine Keener) basa tutta la difesa sull’infermità mentale per evitare la condanna a morte, il pubblico ministero Harvey Dent è deciso a far condannare Arthur alla pena capitale. Imbottito di farmaci, Arthur s’immerge in un mondo di musiche e danze, tra rocamboleschi risvolti della storia, violenze e drammatiche conclusioni.
Le prime scene ci mostrano un cartone animato in cui Artur Fleck in versione Joker lotta con la sua ombra malvagia, per decidere chi dovrà esibirsi nello show. E l’ombra fa venire in mente C.G. Jung che la definisce “come proiezione inconscia di sé”, cioè un aspetto inconscio della personalità che l’ego cosciente non riconosce in sé stesso. Nel film, tuttavia, essa sembra evidenziare tutte le ambiguità e le dolorose contraddizioni della società in cui viviamo. E in effetti anche James Hillman, noto psicologo junghiano, espande i turbamenti e le patologie individuali a tutta la società.
E forse per questi motivi in un’intervista il regista ha respinto la definizione di “musical” per il suo film, anche se esso si avvale di musiche e danze per sottolinearne i contenuti. “Ho scaldato parecchio gli animi quando ho detto che non era un musical- ha affermato- Ma davvero, non lo stavo dicendo perché ho paura ad utilizzare il termine “musical”. Io adoro i musical, e il film ha decisamente un forte elemento musicale. (…) Ma, per chiarire: ogni volta che vado a vedere un musical, esco sempre alleggerito e più felice di quando sono entrato. Con questo film… non credo che succederà. Non vorrei mai essere frainteso e far credere al pubblico che uscirà dalla sala canticchiando le canzoni di questo film mentre si dirige alla macchina”.
In effetti nel sequel il tema dominante sembra essere ancor più quello della dilatazione della schizofrenia, dello sdoppiamento della personalità bipolare che caratterizza il personaggio, tema messo in scena tra sbarre, aule di tribunale, coreografie e canzoni inserite per sottolineare stati d’animo e svolte narrative.
Il film ha suscitato commenti e critiche contrastanti, comunque da tutti viene evidenziata la magistrale interpretazione di Joaquin Phoenix, nonché quella di Lady Gaga, entrambi supportati dal cast includente Brendan Gleeson, Zazie Beetz, Catherine Keener, Ken Leung, Steve Coogan, Jacob Lofland, Gattlin Griffith, Bill Smitrovich, Leigh Gill, George Carroll, Tim Dillon, Harry Lawtey. La sceneggiatura è di Todd Phillips, Scott Silver, la fotografia è di Lawrence Sher, le musiche sono di Hildur Guðnadóttir.
Todd Philips, regista, sceneggiatore e produttore (New York, 1970), ha al suo attivo film come Road Trip (2000), Old School (2003), Starsky & Hutch (2004), Scuola per canaglie (School for Scoundrels, 2006), Una notte da leoni (The Hangover, 2009), Parto col folle (Due Date, 2010), Una notte da leoni 2 (The Hangover Part II, 2011), Una notte da leoni 3 (The Hangover Part III, 2013), Trafficanti (War Dogs, 2016,), Joker (2019)