Dopo aver gridato al solito accanimento della Magistratura, a fake news, alle "colpe" della stampa e così via, si finisce con l’ammettere (in parte) una responsabilità penale sui propri comportamenti che dovrebbero essere “al di sopra di ogni sospetto”, trattandosi di politici di rilievo eletti da un popolo che ripone stima e fiducia sui loro operati.

Ma ciò che più rimane incomprensibile è la diversità di trattamento di una giustizia che dovrebbe essere “UGUALE PER TUTTI”.

Mentre una persona povera che viene colta in fragrante nel rubare una mela per nutrirsi viene processata “per direttissima” e, possibilmente, rinchiusa in carcere, le persone “importanti”, i “politici”, se non i vip, se la cavano con i domiciliari e, qualche volta, con condanne ridicole come visite settimanali a Centri anziani di recente memoria, o, nel casa di Toti, a 1500 ore di lavori socialmente utili.

In questo modo, si finisce nel non credere più nella legge, nel criticare sentenze inverosimili e, nella maggioranza dei casi, rassegnarsi a sopportare, ogni giorno, ingiustizie di ogni genere.

Non esiste più, purtroppo, nessun senso di responsabilità e di dovere che ognuno di noi dovrebbe possedere; in special modo in chi ci governa e che dovrebbe dare, ogni giorno, esempi di onestà e di coerenza di comportamento.

Non si tratta di appartenenze politiche o di tempistiche diverse: chi ottiene potere e vantaggi. probabilmente, perde il senso della giustizia e della correttezza, lasciandosi coinvolgere, molte volte, in situazioni poco chiare per avere ulteriori introiti ed affermazioni personali, con il rischio, poi, di perdere tutto quanto era riuscito ad ottenere.

Ma, forse,anche questa, può essere considerata una forma di ritardata “giustizia”….

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