La location di Corso d’Italia 37/D riapre i battenti, dopo ulteriori ammodernamenti e migliorie strutturali, con la mostra che celebra i 150 anni della prima mostra Impressionista, realizzata nella primavera del 1874 presso lo studio parigino del fotografo Nadar con “Monet e gli Impressionisti – Digital Experience”.
Suddivisi in diverse aree che seguono una narrazione semplice, adatta a tutta la famiglia, perseguendo sempre l’obiettivo dell’educare intrattenendo, la mostra analizza come si arrivò a quella che all’epoca fu una vera e propria innovazione, quella che nella storia dell’arte moderna è considerata la novità più dirompente nel processo di evoluzione della pittura. Dipingere en plein air per esprimere la volontà precisa di rappresentare la luce naturale, cogliere la bellezza pura dei contrasti tra luci e ombre, con colori forti, vividi, reali è spiegato al visitatore attraverso l’allestimento con il supporto di monitor che esaltano i movimenti dei quadri più celebri sottolineando quanto l’Impressionismo sia riuscito a cogliere e rappresentare sulla tela quegli effetti di luce che colpiscono l’occhio ancor prima del cervello.
Quella tavolozza di sfumature che cambia con il succedersi delle stagioni, una tematica attorno alla quale è costruito il file rouge dell’esposizione che riproduce grazie alla tecnologia l’attimo luminoso, attraverso le immagini dei maggiori esponenti dell’Impressionismo durante il ciclo naturale delle stagioni, tra terra, mare, fiumi, scogliere, alberi, fiori, prati, che mutano. Dettagli e colori sempre diversi, proprio come le ninfee che Monet dipinge più di duecento volte guardando lo stesso stagno, sottolineando quanto la bellezza sia mutevole eppur sempre incantevole.
Ogni stagione ha un colore dominante, le immagini si succedono, sfumate, dai contorni imprecisi, mutevoli e fuggenti, la tecnica del videomapping nel salone centrale della location trasforma le pareti, il pavimento in una tela senza limiti sulla quale si mutano le immagini straripanti, permettendo un’immersione a 360° cullati dalla musica classica de “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi.
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A dare inizio al mapping la scomposizione di “Impressione levar del Sole”, l’opera di Monet che ha dato il nome alla corrente dell’Impressionismo, seguono poi le stagioni con la Primavera dai colori delicati e vivaci, dove delle “virgole” di colore appaiono come i fiori sbocciati su “Il sentiero nell’erba alta” di Renoir e in una natura rinascente in “Primavera a Chatou”. Al centro della sala è stato riprodotto il ponte di Giverny per permettere al visitatore di sentirsi parte del tutto anche facendo selfie e foto sul ponticello.
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L’Estate esplode con colori brillanti, caldi quasi abbaglianti fino ai freddi, ma vividi, celesti e verdi. Le ombre nette appaiono con i “Covoni al sole, effetto di mattino” che Monet ritrae così come l’iconica impressionista de “I papaveri”.
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L’Autunno emerge con i suoi toni rossastri, gli arancioni, le terre e i verdi spenti, come nelle opere di Pissarro “Hide Park – Londra” o “Autunno Pioppi – Eragny”.
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L’Inverno con la sua gamma cromatica fredda si mescola con la presenza abbagliante del bianco della neve che sembra sommergere tutto, come in “Effetto neve a Louveciennes” di Sisley. Il mapping, dura circa venti minuti, il visitatore potrà goderlo seduto a terra, in piedi o utilizzando le sedute, per entrare da protagonista nel quadro virtuale impressionista.
Il percorso continua con la sala didattica, con percorsi educativi studiati soprattutto per le scuole primarie e secondarie. Aumentato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, grazie alla collaborazione con la start-up internazionale MORGHY.AI applicata sia nella prima sala dove le opere di Renoir e Degas sono messe sotto una lente di ingrandimento.
Se Renoir è riconoscibile per l’attenzione alle figure nel contesto paesaggistico. Degas è al contrario il ribelle tra gli impressionisti, non essendo interessato alla pittura en plein air, ma piuttosto a tecniche di derivazione giapponese come il taglio obliquo che utilizza ampiamente nella raffigurazione delle ballerine. L’intelligenza artificiale trasformerà in fotografie reali i quadri di Renoir e Degas, riproducendo l’esatta visione dei due artisti nel momento in cui sono intenti nell’atto pittorico.
Naturalmente i dipinti come Bal au moulin de la Galette di Renoir e L’Etoile di Degas, con l’ausilio di A.I. sono trasformati in personaggi e paesaggi di scatti contemporanei. Già perché L’AI può sfruttare solo quello che è il suo bagaglio di sapere, l’insieme del database di immagini reali con cui è stata allenata (pre-trained), che è fatto di soggetti e oggetti di oggi. L’AI ha inserito in queste elaborazioni errori e imperfezioni tipici di questi sistemi - ad esempio nelle mani e negli occhi - facendo sparire o comparire oggetti che nel dipinto erano troppo vaghi per essere compresi dal sistema. La scelta curatoriale è stata quella di non correggere questi elementi, ma esporre le immagini esattamente come generate da MORGHY.AI, per dare dignità artistica all’atto creativo digitale.
All’AI è stato chiesto anche di rispondere a una domanda curiosa: “Come sarebbe Roma, oggi, dipinta da Monet e dai suoi colleghi?”. L’intelligenza artificiale ha elaborato le immagini secondo alcuni landscapes iconiche della città, mostrando in un gioco di schermi come interpreta quei paesaggi secondo il canone impressionista.
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- renoir_the_umbrellas.A.I.
Molto suggestiva e interessante l’esperienza speciale di realtà virtuale - fiore all’occhiello dell’esposizione. Si indossa l’oculus VR e con quello il visitatore può muoversi, camminare e agire lungo un percorso obbligato, si troverà ad attraversare il giardino di Giverny: oltrepassando il ponte sulle ninfee, con sullo sfondo la casa di Monet e l’artista intento a dipingere nel suo studio, attorno tutta la natura, con effetti fantastici come gli scoiattoli che sembrano interagire con il visitatore o gli uccellini ad accompagnare e salutare dopo la passeggiata il visitatore. Un ulteriore passo in avanti rispetto all’offerta della precedente esposizione e una precisa volontà da parte di Next Exhibition di proporre contenuti sempre nuovi e aggiornati alle migliori e ultime tecniche.
Un’esperienza per avvicinare all’arte le nuove generazioni utilizzando tecniche tra le più moderne, ma anche il tentativo di far conoscere la Digital experience e l’AI senza pregiudizi con la possibilità di scoprire un modo emozionale e immersivo di godere l’arte.