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Rubrica: CULTURA


La Bellezza e l’Inferno (Mondadori giugno 2009)

"LA BELLEZZA E L’INFERNO" un altro libro coraggioso

Suggestioni da una lettura che ridona la speranza in una Umanità diversa
sabato 20 febbraio 2010 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Roberto Saviano


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- L’inferno ha un tempo solo,
- la vita un giorno ricomincia.
- (A. Camus)

Finalmente ho letto il libro di Roberto Saviano, “La Bellezza e l’Inferno”. Mi sentivo un po’ in colpa, da napoletana, per non averlo ancora fatto. Devo dire che ora sono contenta di averlo letto, poiché mi è piaciuto e così l’ho messo accanto a “Gomorra” tra i miei libri preferiti.

Bella anche la prefazione in cui l’autore stesso descrive con sincerità i motivi che lo indussero a scrivere, a raccontare la Verità, le difficoltà nel gestire la sua vita dopo le minacce dei clan, l’incontro con significativi personaggi e soprattutto la sua incrollabile fiducia nella possibilità di un futuro cambiamento che possa coinvolgere non solo Napoli, ma tutto il mondo.

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La copertina del libro

Ancora una volta coraggiosamente, come aveva già fatto in “Gomorra”, egli denuncia le connivenze tra potere politico-economico e una criminalità organizzata ormai perfettamente inserita nel global village, connivenze che mentre donano benessere e vivibilità in tanti paesi ricchi, in tutto il Sud del mondo, non solo a Napoli, riversano rifiuti tossici, disoccupazione, violenza, ignoranza, fame e malattie, con traffici di armi e droga (soprattutto cocaina, prezioso e devastante “oro bianco”), i vantaggiosi affari del “cemento”, appalti e subappalti in opere di ricostruzione dopo disastri naturali e guerre, sfruttamento e saccheggio di risorse di ogni genere.

Il libro è diviso in 5 sezioni, cioè SUD, UOMINI, BUSINESS, GUERRA, NORD, e all’interno di ciascuna di esse s’inseriscono indimenticabili capitoli dedicati a fatti, situazioni, eventi e personaggi che suscitano nel lettore profonde riflessioni.

E il discorso in effetti pian piano svela i suoi obiettivi proprio attraverso una serie di personaggi-simbolo che ridonano la speranza in una Umanità diversa, ricca di quella agognata Bellezza da contrapporre all’Inferno.

Impossibile dimenticare, Miriam Makeba, la coraggiosa cantante africana che con la sua voce esprime fratellanza verso la sua gente e rabbia contro il razzismo, Michel Petrucciani, brillante pianista malgrado le sue fragili “ossa di cristallo”, Lionel Messi, affetto da nanismo, divenuto un grande calciatore con la sua forza di volontà, Tatanka Skatenato, alias Domenico Valentino, pugile di Marcianise, grazie alla boxe sfuggito al destino di tanti giovani meridionali, criminali per mancanza di alternative.

E ancora sfilano, attraverso le pagine del libro, Enzo Biagi, il nobile “guardiano del Faro” della democrazia, amante del fair play pur nel rispetto della Verità, e poi Giancarlo Siani, il giovane giornalista napoletano ucciso dalla camorra, Anna Politkoskaja, trucidata per aver denunciato gli orrori della Cecenia, e tanti altri personaggi incontrati nella realtà o nel fantastico regno della letteratura, attraverso la lettura di numerosi libri, veri maestri di vita.

Personaggi come questi sono la grande forza di quella parte dell’Umanità che vuol cambiare, combattendo contro l’Inferno creato dalla corruzione di tutte le caste e mafie globalizzate.

Il libro di Saviano coinvolge profondamente il lettore, soprattutto se è meridionale e vive sulla propria pelle tutti i drammi presenti al Sud.

Come potrò dimenticare, da napoletana che ama profondamente la sua città, quel giorno in cui mio padre arrivò con “Il Mattino” in mano e le lacrime agli occhi dicendo: - Hanno ucciso Giancarlo Siani! Me lo ricordo da bambino quando veniva a casa del nonno -. Il nonno di Giancarlo era in effetti suo amico fin dai tempi del liceo.

E ancora tanti episodi potrei raccontare, impressi non solo nella mente di Saviano, ma vissuti nella vita quotidiana da tutti i napoletani, come ad esempio i terribili momenti in cui la spazzatura ci attirò l’attenzione di tutto il mondo e con essa offese e pesanti ingiurie, cioè quando al danno si aggiunse la beffa.

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Inferno

- Siamo “cornuti e mazziati”!
- E i rifiuti tossici che il Nord ci spedisce ogni giorno?!
- E i tumori che ci uccidono?!
- urlai, schizzando in piedi nel bel mezzo di una animata conferenza alla “Feltrinelli”, incurante di telecamere e fotografi, per difendere i napoletani pesantemente offesi da una tracotante turista settentrionale. Agitata, continuai il discorso citando proprio Saviano, mentre gli amici e mio marito, preoccupati per me, mi invitavano a star calma e a sedermi. Solo Arturo Capasso, quasi divertito dal mio exploit, mi strinse la mano dicendomi: - Brava Giovanna, mi hai tolto le parole di bocca! -.

Ecco, credo che solo chi vive qui possa comprendere fino in fondo cosa accade nel Meridione. E fa bene Saviano a ribadire nei suoi libri che i mali di Napoli sono quelli del mondo e che bisogna essere bene informati sulle dinamiche che li generano. Egli mette in rilievo il potere della scrittura, soprattutto nell’ultimo capitolo “Chi scrive muore”, poiché i libri valicano le frontiere e informano la gente, ma dire la Verità spesso per lo scrittore significa morte.

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La bellezza
Canova Amore e Psiche

Nella prefazione Saviano cita una storia raccontata da Camus nel suo libro “L’uomo in rivolta”: un prigioniero in un campo di concentramento aveva costruito un pianoforte ”silenzioso” con tasti di legno e, pur tra quegli orrori, riusciva a suonare una stupenda musica che egli solo poteva udire. Camus conclude, pertanto, che anche se gettate nell’ Inferno “ le misteriose melodie e immagini crudeli della Bellezza fuggita, ci arrecheranno sempre in mezzo al delitto e alla pazzia, l’eco di quell’insurrezione armoniosa che attesta lungo i secoli la grandezza umana…L’Inferno ha un tempo solo, la Vita un giorno ricomincia”.

E citando a mia volta le parole Saviano, concludo dicendo con lui: - E’ quello che credo, spero, voglio e desidero anch’io -.

 

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