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Arte e nudità tra il bello e l’osceno

Metti un nudo nel museo!

La nuda verità - Vienna 2005
giovedì 15 dicembre 2005 di Maura Del Gusto

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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La bellezza è sinonimo di sorpresa che gioca in un’altalenante trastullamento di corpi perfetti che con quel pizzico di malizia, ingrediente esenziale per attrarre l’attenzione, ci soggiogano al fine di far breccia con la stessa acutezza del dardo di Guglielmo Tell!! Nel rapporto d’indagine tra arte e nudità dove ognuno ha in sé l’inferno o il paradiso (Oscar Wilde) tra il bello e l’osceno, figure esili, corpi sinuosi ed eroici si contrappongono all’abbondanza o alla scarnificazione di altri. Il corpo nudo non è considerato un corpo intimo, ma un corpo naturale, come modo di essere dell’essere umano senza vergogna e come piena integrazione nei rapporti reciproci e nel mondo. L’arte non è mai casta.

Tutto ciò appare più chiaro alla luce dei messaggi pubblicitari, del controllo visivo dei media, che oggi nel nudo segnano appieno la comunicazione, per cui l’uomo e la donna, il maschio e la femmina, si ritrovano allo specchio. Le ideologie d’oggi sono quelle che si inscrivono nel corpo, lo modulano, i cui comportamenti cambiano i contorni, le pose, i gesti. Il nudo maschile si nutre in una sorta di stereotipi. Basti osservare la fotografia d’arte, ad iniziare da Mapplethorpe, per evidenziarne le icone normative, gli stereotipi chiamati ideali, e rintracciarne l’essenza del maschio nella curva di un gluteo, nell’apertura di una spalla più o meno possente, nella linea rigida e flessuosa di un dorso, nelle cosce allungate o fasciate da muscoli vivi. L’ideale greco della bellezza maschile che passa anche tramite Winckelmann, e che il Lavater associava alle proporzioni fisiche asciutte e tornite la correttezza del portamento morale, si portava verso quel compiacimento omosessuale e profondamente narcisistico da cui era nato, messo maggiormente in luce nel secolo dei lumi. Ma il corpo e il suo nudo crescono entro i margini della sovrapposizione tra il bello e il conforme, tra il brutto e il difforme, grazie anche alla relatività a cui nulla sfugge. L’interesse per il nudo sta come senso del limite, vive in quella soglia che nei secoli ha sorretto convenzione e scandalo, aggressività e violenza, eros e pornografia.

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Klimt

Tra bello e osceno si ricrea l’ambiguo fascino del nudo femminile come opera d’arte suprema e nella sua nudità è immanente. Rivelato o spogliato nelle sue forme, è modello ideale, naturale, simbolo, allegoria. Nella Grecia classica, il canone policleteo ambisce a coglierne l’assoluta bellezza e perfezione. Nei secoli successivi, ogni epoca, ogni movimento artistico, aggiungono importanti tasselli all’iconologia di questo tema, variandone canoni estetici, modelli di rappresentazione, contenuti e significati. Lo studio del corpo umano, della sua rappresentazione nell’arte, nella storia e nella storia dell’arte, ha subito una variazione ciclica legata all’importanza che nel tempo si è attribuita alla sua forma materiale e realistica o alla sua forma spirituale, astratta, stilizzata. Il corpo umano rappresenta quindi un mondo articolato e complesso che merita di essere esaminato non solo sotto il profilo anatomico e scientifico ma anche e soprattutto per l’incidenza che ha avuto nelle vicende dell’arte e della storia dell’arte.

Il corpo sarà anche esaminato in rapporto all’evoluzione dei linguaggi con una particolare attenzione alle vicende delle avanguardie storiche e di un particolare periodo, gli anni ‘ó0 e ‘70, durante i quali il corpo diventa protagonista e opera stessa, strumento e supporto, mezzo e linguaggio, anche e soprattutto attraverso l’utilizzazione dei vari media quali la fotografia, il video, il cinema, oramai riconosciuti come tecniche nobili al pari della pittura e della scultura. Uno dei temi sarà un’indagine sulle esperienze artistico-visive che hanno utilizzato il corpo umano come soggetto primario. Da Bacon a Gilbert e George, due maniere di vedere il protagonismo del corpo, passando attraverso Chris Burden, Vito Acconci e lo stesso Andy Warhol, G. Richter e tanti altri.

Come fase propedeutica si darà luogo ad un’indagine che avrà lo scopo di analizzare le strategie operative nell’arte contemporanea, rapportandole al proprio lavoro ed alla propria creatività. Non si tratta di copiare passivamente ma di rapportare i processi creativi al proprio lavoro, alla propria ricerca o alle proprie scelte o preferenze. Il corpo sarà soggetto, modello, motivo ispiratore o addirittura supporto e il nudo sarà all’ordine del giorno, la pubblicità, la fotografia, la moda, la televisione...tutto ciò che ci circonda mostra il corpo nudo, spesso in modo volgare e pornografico, altre volte invece ne fa rappresentazione elegante o addirittura noncurante...ma non è sempre stato così : in principio c’erano i pudori delle nostre nonne poi i secoli in cui il concetto di "buon cattolico" prevedeva l’anatema della Madre Chiesa su chiunque osasse svestire la figura umana...Nei vari secoli che ci hanno preceduti è stato un susseguirsi di vedere e non vedere, mostrare, alludere, evidenziare e suggerire...

Ammettiamolo: fu un vero divertimento per gli occhi e un bell’esercizio per la mente, questo dover trovar scuse e giustificazioni così che nulla di quanto fosse rappresentato potesse esser bollato come osceno dal comune senso del pudore.

Infine... Direttamente dalla patria della principessa Sissy arriva l’insolita proposta dal museo Leopold di Vienna dove nudi, o anche in costume, si puo’ visitare gratis La nuda verita, la mostra dedicata a quelle opere di Klimt, Schiele e Kokoschka considerate scandalose all’inizio del secolo per la rappresentazione esplicita del corpo umano e dei suoi tabu’. Un agglomerato di genialità e trivialità che secondo gli organizzatori non e’ stata pensata per attirare piu’ pubblico, in quanto tutti i giorni arrivano circa 1.000 visitatori, ma per sentirsi liberi e poter immaginare di essere arte nell’arte!

Una panoramica di immagini di Egon Schiele

 

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