Cast: Antonio Albanese, Liliana Bottone, Bebo Storti, Sandra Ceccarelli, Maurizio Donadoni, Elio De Capitani, Sandra Toffolatti, Martin Chishimba, Alessandro Piavani, Stefano Braschi, Nicola Rignanese, Marianna Folli, Federica Fracassi, Giulia Lazzarini
Cento domeniche il film di Antonio Albanese è un piccolo capolavoro di misura, non c’è una scena che avrebbe dovuto essere tagliata, tutto è funzionale al racconto che è narrato in modo magistrale.
La storia è quella di Antonio, ex operaio di un cantiere nautico, andato in pensione con lo scivolo, dalla vita mite e tranquilla: gioca a bocce con gli amici, si prende cura della madre anziana, ha una ex moglie con cui è in ottimi rapporti e poi l’unica e amatissima figlia Emilia.
C’era una volta un padre che aveva quale unico desiderio accompagnare all’altare la figlia, era sempre stato il gioco condiviso da bambina, quel giorno ora sembra essere arrivato e l’uomo che ha lavorato per quel sogno, per regalare ad Emilia il ricevimento che insieme hanno sempre sognato, conta sui risparmi di una vita e si sente all’apice della felicità. Recatosi in banca, si rende conto che qualcosa è cambiato, i dipendenti sono sfuggenti, il direttore cambia inspiegabilmente di continuo e, soprattutto non può disporre, come vorrebbe, dei suoi risparmi.
Pagare il matrimonio della figlia diventa sempre più un miraggio e Antonio ingenuo, fiducioso cliente che considera la banca, un pezzo di famiglia, scoprirà, suo malgrado, che i custodi dei suoi risparmi non sono più affidabili e sono disposti, per gli interessi della banca a passare sopra gli interessi di risparmiatori come lui. La storia sembra una di quelle raccontate da programmi di approfondimento giornalistico come Report, Presa diretta, Mi manda RAITRE che troppo spesso commentiamo con sufficienza: “Troppo ingenuo a credere che ci si possa fidare della banca…” anche se purtroppo, Antonio siamo tutti noi, lavoratori e risparmiatori che viviamo nutrendo il sogno che a noi tutto questo non accadrà. Eppure è rischioso strappare un uomo ai propri sogni.
La vita delude, spesso siamo una delusione per noi stessi, i nostri limiti, la nostra finitezza sono un fardello da caricarci sulle spalle; invecchiare, farsi da parte e andare in pensione è nell’ordine delle cose ma, costringere all’indigenza e alla rinuncia dal proprio ruolo di padre significa mettere una persona in ginocchio, svuotare di senso la sua vita e sottrargli l’ultimo sogno intatto.
Antonio Albanese gira un film di denuncia, la storia si ispira alla realtà, a fatti realmente accaduti di bancarotte fraudolente, truffe di banche le cui vittime, per troppe volte, restano sempre i piccoli risparmiatori. Antonio scenderà tutti i gradini di un inferno personale da cui non è facile risalire.
Un film che mi ha ricordato il bellissimo e mitico film di Frank Capra La vita è una cosa meravigliosa, la crisi, la solitudine, il fallimento, lo straniamento alienante e senza via di scampo collimano, ma nel film di Capra era un angelo, un intervento divino a sistemare le cose, qui nel mondo reale, Dio è assente, lontano, come i dirigenti della banca.
Applausi a scena aperta per Albanese, attore e regista che sa toccare corde profonde.
Al cinema dal 23 novembre