Si tratta di 43 mega-installazioni prese da opere di 29 artisti i più importanti nella scena internazionale tra cui Maurizio Cattelan, Ron Mueck, George Segal, Carole Feuerman, Berlinde de Bruyckere, Sam Jinks, Patricia Piccinini, John De Andrea, Brian Both Craig e altre superstar del contemporaneo, sculture artistiche impressionanti difficili da distinguere da un corpo vero proprio per la capacità non solo di riprodurre il corpo umano ma anche la texture della pelle, la trasparenza dell’incarnato.

- Maurizio Cattelan Ave Maria
Il ritorno alla rappresentazione realistica dell’umanità nell’arte del Novecento è avvenuto dopo anni segnati da guerre, crisi economiche, degrado sociale e culturale, la Pop Art, il nouveau réalisme, il fotorealismo e la scultura iperrealista hanno di fatto aperto nuovi scenari nei quali sperimentare modi diversi di rappresentare l’individuo e la società contemporanea.

- Sam Jinks Woman and child
Come ha sottolineato Maximilian Letze, curatore insieme a Nicolas Ballerio, l’esposizione è nata da un’idea dell’Istituto per gli scambi culturali di Tubinga all’indomani del successo della retrospettiva sulla natura della pittura fotorealistica “Photorealisme: 50 Years of Hyperrealistic Painting” a seguito della quale, si è pensato di indagare e allestire una mostra complementare con l’intento di analizzare la scultura iperrealista.

- Feuerman Catalina
Se nei pittori fotorealisti l’interesse principale è il rapporto tra aspettativa e percezione reale dell’osservatore, gli scultori iperrealisti o “superrealisti” si pongono la questione della vera natura dell’esistenza umana.
Negli anni Settanta era cresciuto l’interesse per la quotidianità sociale e per la riproduzione minuziosa, opere che non possono essere variamente interpretate dai media, che sono spiegate con dovizia per evitare fraintendimenti, artisti come George Segal e Duane Hansono hanno puntato la loro lente sulla vita del cittadino medio con i suoi obblighi e impegni quotidiani all’interno di un mondo sempre più complesso.
Nella società odierna globalizzata, la ricerca di una identità culturale attraverso le immagini sta diventando sempre più transnazionale con uno sgretolamento dell’idea di un Io integro ed indiviso, gli artisti iperrealisti stanno interpretando a loro modo questo cambiamento in forme e criteri diversi. Troviamo perciò opere che presentano corpi trasformati, disarticolati, aggrediti e digeriti, sezionati, dalla consistenza artificiale o superficiale a sottolinearne la qualità ultraterrena.

- Marc Sijan embraace side view
La mostra si articola in sei sezioni su due piani e mostra le possibilità infinite degli iperrealisti di esprimersi, ogni sezione parte da un concetto centrale rispetto alla forma ed offre una serie di opere degli artisti proposti.
Una selezione di opere che offre non solo una panoramica condensata sull’iperrealismo e la sua traiettoria, mostrando quanto la rappresentazione della forma umana sia stata ed è soggetta a continui cambiamenti, ma osa avventurarsi anche nella rappresentazione di realtà deformate come rappresentazioni umane viste da prospettive distorte o di animali come i “Piccioni” di Cattelan o di forme animali mutate frutto di deviazioni, allevamenti, innesti.
Gli artisti presenti provengono da vari paesi: Stati Uniti, Italia, Spagna, Belgio, Gran Bretagna, Australia etc. sottolineando l’espansione del fenomeno del movimento iperrealista che continua a svilupparsi ed evolversi in ogni parte del mondo.
Una mostra da non perdere, stupefacente, emozionale e democratica, accessibile anche a chi non sa nulla di arte contemporanea, perché è Arte che parla dell’Essere Umano e delle sue relazioni umane.