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UN CAPOLAVORO DI GIUSEPPE BONITO


sabato 28 maggio 2022 di Achille della Ragione

Argomenti: Arte, artisti


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Il dipinto di cui ci occuperemo in questo articolo, tra i più belli di Giuseppe Bonito, raffigurante Un maestro con i suoi discepoli (fig.1) presente in un’importante collezione privata napoletana è stato da me pubblicato anni fa nella mia monografia (fig.2) sull’artista (fig.9-pag.50), nel capitolo dedicato alle scene di genere.

I De Dominici nella biografia del Bonito accenna che il tipo di pittura che riscuoteva più successo tra i committenti era costituito da quadri, di piccolo e medio formato, che descrivevano momenti di una realtà quotidiana fatta di piccoli episodi, che vedevano come protagonisti borghesi arricchiti o proletari senza nome, impegnati in divertimenti innocenti o sollazzi sguaiati.

Nascevano così una serie di dipinti con significative varianti raffiguranti lo studio del pittore, la scuola di cucito, la partita di carte, gli intrattenimenti galanti in salotto ed in giardino, la mascherata, gli scherzi tra i vicoli della città o nelle bettole più malfamate; una produzione iniziata già alla fine degli anni Trenta che, secondo il celebre biografo, “furono lodati da tutto il pubblico “e gli “fecero acquistare gran nome”.

Sono scene di vita quotidiana, nelle quali si esplicano vari sentimenti resi con grande evidenza: l’alunno somaro mortificato dal maestro che non osa alzare la testa davanti ai compagni, il volto bonario del maestro che cerca di mostrarsi severo; la maestra di cucito alle prese con le apprendiste, il popolino che ama mascherarsi e fare scherzi per i vicoli, la borghesia intenta a trastullarsi tra giochi, balli e concerti in salotto.

Il pubblico, stanco di rappresentazioni pompose di scene sacre o di episodi mitologici con pose eroiche, di ritratti di persone senza vita impalate nella cornice, accolsero volentieri questi quadretti semplici e naturali, percorsi da brio e gioia di vivere.

Il Ferrari sottolineava la predilezione per un piano aneddotico nelle rappresentazioni, soffuse tuttavia di una mesta cordialità borghese e per tanto da non sottovalutare, in quanto documentazione autentica di attitudini che, dopo tanta enfasi barocca, cominciavano ad affiorare nel gusto e nel comportamento dei ceti civili napoletani.

Tra i dipinti più famosi va annoverata la Mascherata del museo di Capodimonte, eseguita negli anni della piena maturità del maestro, un tema ripetuto più volte ad illustrare un episodio di vita popolare indagato con occhio attento e compiaciuto. Nella tela si possono apprezzare le notevoli capacità ritrattistiche del Bonito nel delineare i volti dei protagonisti dell’esilarante scenetta ed i palpabili influssi dell’ultima attività del Solimena. Il quadro può essere collocato cronologicamente in contiguità con la celebre Carità sita nella chiesa del Monte di Pietà datata 1742.

A questo quadro si può associare la Mandolinata o secondo altri lo Studio del pittore, anche esso a Capodimonte, che presenta le stesse dimensioni, per cui è stato realizzata per lo stesso committente. I due dipinti furono esposti a Napoli nella mostra Realtà e fantasia nella pittura napoletana del XVII e XVIII secolo e sono una dimostrazione della capacità del pittore di trattare con brio episodi popolari con soggetti teatrali indagati con occhio attento e divertito, rinvigorito dalla vivace capacità ritrattistica dell’artista espressa in fisionomie argute ed irriverenti.

Nella grande mostra su Gaspare Traversi, tenuta a Napoli nel 2003, vi fu l’occasione di ammirare tre tra i più importanti dipinti di genere del Bonito, esaustivamente commentati nelle schede del catalogo da Federica De Rosa, la quale sottolinea l’inizio di un genere, tra il divertente ed il capriccioso, basato su lucide rappresentazioni della realtà, vicino ai modi del Falciatore

I primi due: la Maestra di cucito ed il Maestro di scuola (fig.1), eseguiti entro il 1736, sono da identificarsi, come ci racconta il De Dominici, con le opere presentate dal pittore alla Festa dei Quattro Altari, dove riscossero grande successo tra il pubblico ed influenzarono le nuove generazioni di artisti, primo fra tutti Gaspare Traversi.

Achille della Ragione

fig.2- Copertina monografia Giuseppe Bonito

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Monografia dell’artista