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Un enigmatico mentitore: il bugiardino

Traendo lo spunto dagli ultimi articoli di Arturo Capasso, qualche considerazione sulle informazioni sui farmaci
giovedì 23 ottobre 2008 di Michela Orefice

Argomenti: Opinioni, riflessioni


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L’enciclopedia Wikipedia definisce il bugiardino come “il nome con cui comunemente viene chiamato il foglietto illustrativo allegato ai medicinali contenente posologia, modalità d’uso ed effetti indesiderati”.

Sull’origine del termine le ipotesi sono diverse e tra queste soltanto una viene avvalorata dalla più prestigiosa istituzione linguistica italiana, vale a dire l’Accademia

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Vocabolario degli Accademici della Crusca

della Crusca, secondo la quale a Siena, “si indicava in passato con il termine bugiardo la locandina dei quotidiani esposta fuori dalle edicole”. Date le ridotte dimensioni del foglietto illustrativo, si sarebbe optato per il diminutivo dell’aggettivo in questione e cioè bugiardino.

Agli occhi di un comune paziente, il termine potrebbe risultare simpaticamente inquietante. Le cose cambiano se ci troviamo di fronte ad un “malato immaginario”, un

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Argante

Argante dei nostri giorni “dominato da insicurezza cronica, paura immotivata e condotte terapeutiche irrazionali” secondo la calzante definizione molieriana di ipocondriaco. Il termine bugiardino crea un forte pregiudizio nella mente dell’ipocondriaco, ancor prima di averne letto il contenuto. Ma niente paura, alla sensibilità delle case farmaceutiche non sfugge nulla. Queste ultime, infatti, cercano di rassicurare i pazienti in genere e gli ipocondriaci in particolare, proprio attraverso il contenuto dei foglietti illustrativi: difficilmente comprensibile per il linguaggio troppo tecnico in essi utilizzato e scritto impiegando un carattere minuscolo, ideale per gli anziani con problemi di presbitismo.

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Sfido gli ipocondriaci che assumono Zimox per esempio, un farmaco prescritto per le infezioni delle vie respiratorie, a sentire i sintomi di alcuni suoi effetti indesiderati come: eosinofilia; sindrome di Stevens-Johnson; test di Coombs diretto positivo; nefrite interstiziale acuta. Oppure lo Zerinol, per i sintomi di raffreddore ed influenza, che ha tra i suoi effetti indesiderati: trombocitopenia, leucopenia ed agranulocitosi.

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Una menzione a parte meritano le interazioni con altri farmaci, anzi diciamo pure che oltre alla menzione richiedono una laurea in farmacia: il Ciproxin per le infezioni delle vie respiratorie, dell’orecchio ecc. va assunto lontano da farmaci contenenti cationi multivalenti e supplementi minerali, sucralfato od antiacidi e formulazioni altamente tamponate (ad esempio anti-retrovirali, che tutti conosciamo); l’antinfiammatorio Voltadvance può modificare gli effetti delle seguenti sostanze: litio, digossina, metotrexate, ciclosporina, glicocorticoidi, ecc.

Ad incorniciare questo quadro di chiarezza è il fatto che per alcuni farmaci a diffusione internazionale non c’é stata l’uniformazione dei bugiardini, in altre parole mentono in lingue diverse ma non dicono le stesse bugie. A svelarlo é stata un’inchiesta condotta da Altroconsumo (2007) sui foglietti illustrativi di alcuni tra i più venduti farmaci in quattro Paesi europei: Spagna, Italia, Portogallo e Belgio. Un esempio per tutti é quello dell’antidolorifico Fastum Gel che in Portogallo può essere assunto da donne in stato di gravidanza o durante l’allattamento, mentre in Italia ed in Belgio è sconsigliato; in Spagna il caso non viene contemplato.

La disomogeneità si evidenzia anche tra prodotti analoghi, cioè contenenti lo stesso principio attivo, realizzati da case farmaceutiche diverse e concorrenti.

Pur riconoscendo i passi avanti compiuti nell’ultimo decennio sul percorso della trasparenza, incoraggiati dal D.M. 16 ottobre 1997, la percentuale di pazienti che riesce effettivamente a comprendere il foglietto illustrativo rimane bassa.

Il bugiardino ideale dovrebbe essere di scorrevole lettura, corredato da disegni preferibilmente a colori per un’immediata comprensione di effetti, avvertenze e raccomandazioni e poi perché farcendole le “bugiine” si deglutiscono meglio. Infine, dovrebbe essere scritto usando un carattere più grande di quello che usavamo per le “cartucce” ai tempi degli esami di stato.

 



  • Un enigmatico mentitore: il bugiardino
    6 novembre 2009, di farmacista

    Buonasera carissimi!

    Lo so che rispondo con quasi un anno di ritardo e forse questo commento non verrà letto da nessuno, ma scrivo comunque; magari quello che dico verrà captato da qualche probabile navigatore della rete catapultato su questo sito, proprio come me. Io sono laureato in chimica e tecnologie farmaceutiche, e lavoro in una farmacia. So benissimo i problemi annessi e connessi alla lettura di questo "bugiardino", ma ci terrei alla precisazione di alcuni aspetti. Il foglietto illustrativo (rendiamogli la dignità che ha, per favore!) NON viene accluso alla scatola del farmaco ad uso esclusivo del paziente. E’ destinato al medico, che deve avere una visione a trecentosessanta gradi delle azioni della molecola. Il paziente può leggerlo, ma non è il principale destinatario. Risulta abbastanza lampante che per definire l’insorgenza di possibile agranulocitosi le case farmaceutiche non possano indicare "che può presentarsi una specie di malattia che riguarda il sangue", o che per descrivere la Sindrome di Reye dicano che viene una malattia che ai bimbi causa nausea e vomito.
    Allora chiederete come faccia il povero paziente a sapere qualcosa circa gli effetti del farmaco che non sia scritto in lingua tecnica. Signori, la risposta è semplice: esiste il farmacista. Egli non è una figura votata al massacro fra ricette e prescrizioni, asettico, che opera dietro il bancone; ma si configura come un ottimo intermediario fra farmaco e paziente e fra paziente e medico, e, di conseguenza, fra paziente e terapia istituita.
    Non pretendiamo di dare giudizi duri su questi ambiti. Chiedere informazioni al farmacista circa lo Zerinol può sembrare da idioti? Ebbene, poi si hanno di questi problemi. Chidere gli effetti dell’Aspirina o della Tachipirina può parere ridicolo? Ebbene, il paracetamolo provoca necrolisi epatica. Non lamentatevi perché non sapete cosa è, chiedete informazioni a chi ne sa! Non lamentatevi se non capite i dosaggi perché vengono espressi in forma tecnica, se non demandate il compito a chi di competenza!
    E ricordate: i foglietti illustrativi possono aiutare il paziente, ma, in primis, servono in maniera rapida e diretta al medico. Non si chiede al paziente di sapere cosa sia il farmaco antiretrovirale come lo zanamivi (mi pare aveste citato quello); ma, nel momento in cui non lo sappia e, come da suo diritto, vuole sapere, è suo dovere andare in farmacia. Non siamo superficiali, per favore!

    Vi auguro una buona serata,

    Il vostro Farmacista.

    • Un enigmatico mentitore: il bugiardino
      17 novembre 2009, di Michela Orefice

      Carissimo Farmacista,
      il suo commento è sicuramente condivisibile, ma solo in parte. Infatti, è vero che destinatario del bugiardino è il medico curante, oltre al paziente, tuttavia ci sono molti farmaci che per essere acquistati non richiedono la prescrizione del medico, come lei saprà benissimo, quindi spesso non si interpella neppure il proprio medico curante. Inoltre, può darsi che molte persone quando vanno in farmacia non abbiano tempo di chiedere ed ascoltare spiegazioni e meno che mai vogliano attendere che il farmacista spieghi, usando un linguaggio comprensibile ai più, controindicazioni ed effetti collaterali dei farmaci per l’influenza al cliente che li precede nella fila. Quello che lei ha definito superficialità, io lo definirei senso pratico. I ritmi della società attuale sono altri ed il fattore strategico per eccellenza è il tempo. Una soluzione ottimale sarebbe quella di elaborare un bugiardino in due "lingue": quella dei pazienti, meno tecnica e di facile comprensione, e quella dei medici.
      E’ comunque confortante sapere che ci sono farmacisti tanto disponibili come lei.

      Saluti,
      Michela Orefice.

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