- La disumanizzazione tecnologica
- Mario Costa
La disumanizzazione tecnologica è l’inquietante titolo di uno studio di Mario Costa (Costa & Nolan, Milano) dedicato alle influenze, nel campo dell’arte, derivata dall’introduzione ormai sistematica nella vita quotidiana dei ritrovati che, grazie al progresso scientifico, cambiano e caratterizzano la realtà. L’autore, apprezzato professore dell’Università di Salerno, si sofferma a riflettere sulle interconnessioni tra tecnica ed estetica in una serie di considerazioni filosofiche sull’accelerazione dei processi di trasformazione che dalle macchine, dal campo materiale, si riverberano sull’immateriale, dalla musica all’arte. Annotazioni critiche, sottili che disvelano le ombre che pesano sul nostro presente.
- Atlante americano
- di Wolfang Büscher
Giuseppe Antonio Borgese, scrittore e critico, che negli anni ’20 fu costretto ad andare in esilio negli Stati Uniti, ha lasciato tra i suoi libri, poi purtroppo dimenticati, una intelligente e curiosa descrizione degli Stati Uniti, ora ripubblicata da Vallecchi (Firenze) Atlante americano, a cura di Ambra Medi. Sono lettere che, riunite, offrono una singolare rappresentazione di quel che allora avveniva oltre Atlantico nel campo culturale e della vita sociale. A distanza di tanti anni questi scritti dell’autore di uno tra i più bei romanzi italiani di quell’epoca Rubè, sono straordinariamente vivi nello spiegare funzionamenti delle istituzioni, modi di esistere e le novità maggiori del tempo, dall’importanza assunta da Hollywood alle condizioni dei neri, dai costumi americani alle nuove leggi. Tutte note che confermano la straordinaria capacità interpretativa di quei fatti reali in corso in un paese colto da Borghese in una fase fondamentale di svolta.
- La paura
- Federico De Roberto
La paura (Edizioni E/O, Roma) è un racconto di Federico De Roberto che espone con efficace introspezione le tragedia individuali procurate nei soldati dalla partecipazione alla guerra nel primo conflitto mondiale. Pubblicato nel 1921, il testo appare ancor oggi come uno dei più aspri documenti dello strazio umano di quell’esperienza terribile alla quale i paesi d’Europa s’avviarono con incosciente leggerezza, ciascuna potenza convinta di poter prevalere sulle altre. Al di là del patriottismo superficiale, lo scrittore – noto soprattutto quale autore del celebre romanzo I vicerè – penetra nelle angosce proprie di quanti soffrono e combattono nelle trincee, presentando una visione amarissima e veritiera di una “guerra antieroica”, come scrive nella post-fazione Antonio Di Grado, ben diversa da quanto avevano immaginato i tanti intellettuali bellicisti.
- Berlino-Mosca. Un viaggio a piedi
- Wolfang Büscher
Il dramma della Germania contemporanea e delle terre al suo Oriente rivive nelle annotazioni di Wolfang Büscher contenute nella sua “esplorazione” Berlino-Mosca. Un viaggio a piedi (Voland, Roma). L’autore offre un attento panorama umano e culturale dei paesi che, dalla capitale tedesca a quella russa, testimoniano vicende passate di grande rilievo, dalle quali gli abitanti delle diverse nazioni hanno cercato di riprendersi con forza d’animo e volontà vitale di ripresa. Ben oltre le esperienze di viaggio emerge in quest’opera la complessità degli intrecci di popoli trascinati, loro malgrado, in un vortice senza fine. Ebbene: l’impressione del lettore di queste pagine avvincenti resta attratta dalla successione di eventi e ricordi che danno la sensazione di un profondo spirito di energia morale, trasparente dai molteplici comportamenti delle persone incontrate.