Dal dialogo con il lettori è emersa in pieno la condizione femminile con tutti i suoi ancestrali problemi, condizione forse più difficile in Messico, in America Latina e in tanti paesi del Terzo mondo, ma estesa in modo trasversale anche ai paesi occidentali “cosiddetti” civili, dove si rileva un crescente incremento di violenza sulle donne.
In Italia, ad esempio, secondo il rapporto Eures 2019 su "Femminicidio e violenza di genere”, dal 2000 a oggi le donne uccise sono 3.230, di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio coniuge/partner o ex partner. Secondo tale rapporto, a crescere sono soprattutto le violenze in ambito familiare/affettivo (+6,3%, da 112 a 119)dove si consuma l’85,1% degli eventi con vittime femminili.
Attraverso un interessante e coinvolgente dibattito, analizzando le cause di tali tragici effetti, sono stati evidenziati i condizionamenti socio-culturali, più drammatici dove c’è degrado e mancanza di Istruzione, nonché quelli socio-economici che con le strategie globalizzate del “lean and mean” e “lessi is more”, tagliano posti di lavoro soprattutto alle donne, sempre meno indipendenti e quindi più succube e ricattabili dal maschilismo imperante.
Il tema centrale del libro rimane comunque quello della maternità intorno al quale l’autrice costruisce un romanzo duro, violento e angosciante in cui vengono messe a confronto due madri molto diverse per background socio-culturale, ma comunque accomunate dal vivere in “case vuote”, dove è difficile per le donne sviluppare una propria “identità” per condizionamenti atavici e mancanza d’amore. Volutamente la scrittrice non ha dato un nome alle due “donne- simbolo” della condizione femminile in generale.
Nel risvolto anteriore di copertina pertanto leggiamo che” in Messico in. un normale pomeriggio al parco, i bambini che si rincorrono tra le altalene e lo scivolo, le madri che si concedono qualche chiacchiera e li sorvegliano con lo sguardo. In quel parco c’è anche Daniel, c’è un momento prima e quello dopo non c’è più. A nulla serve urlare il suo nome, interrogare ogni angolo. Daniel è sparito ma è rimasto nel piatto di zuppa lasciato sul tavolo prima di uscire, nei vestiti infilati nella cesta dei panni sporchi, nei soldatini sparpagliati sul pavimento. Nel letto sfatto. Daniel continua a essere presente nello scricchiolare delle mattonelle che non accolgono più i suoi passi, in ogni angolo della sua casa vuota dove su madre non la smette di maledirsi, una madre che madre non si è sentita mai, né quando Daniel c’era né, soprattutto, quando si è perso chissà dove. Ci sono donne, si dice, che non sono buone a fare le madri e a quelle donne, a quelle come lei, dovrebbero impedire di mettere al mondo dei figli. Se una casa rimbomba di un’assenza, un’altra accoglie quel bambino estraneo nel gesto estremo di una donna che non lo ha messo al mondo ma fa di tutto per fargli da madre. Brenda Navarro costruisce un romanzo scomodo, che erode ogni ipocrisia e canone sociale su un tema ostaggio spesso di una retorica a buon mercato. Lascia parlare due donne che nella maternità, non desiderata da una parte o inseguita a tutti i costi dall’altra, ci conducono nel mistero più fitto dell’essere donna.
Ho letto il libro e ho partecipato all’’incontro con l’autrice come membro del Club Dei Lettori, interessata da anni al tema della condizione femminile al quale ho dedicato molti articoli on line, mettendo costantemente in rilievo - come donna, madre e insegnante- l’importanza di Istruzione, Educazione, Formazione e Lavoro, senza la cui attuazione non ci potrà mai essere vera emancipazione femminile, in particolare oggi in una difficile svolta epocale in cui predominano deriva etica, ingiustizie sociali e violenza.
Dai cenni biografici apprendiamo che Brenda Navarro è nata nel 1982. Ha studiato Sociologia ed Economia Femminista all’Universidad Nacional Autónoma de México. Ha conseguito un Master in Studi di genere all’Università di Barcellona. Nel 2016 ha fondato #EnjambreLiterario, un gruppo di donne che promuove la scrittura al femminile.
- Brenda Navarro
Ecco un’ intervista all’autrice su Radio Radicale: https://www.radioradicale.it/scheda...
Giovanna D’Arbitrio