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mercoledì 4 ottobre 2017 di Federico Sforza



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La signora F.C di 76 anni, residente ad Ussita, dopo il primo terremoto del 24 Agosto scorso, avendo avuto la casa completamente inagibile (Classe E) ed essendo stata costretta ad allontanarsi immediatamente dalla propria abitazione, portando con sè pochissimi oggetti personali, aveva presentato regolarmente domanda per contributo autonoma sistemazione, non possedendo altre abitazioni ed essendo pensionata con cessione del quinto.

Inoltre, essendo malata oncologica e cardiopatica con patologie riconosciute dalla ASL, non poteva essere presente continuativamente ad Ussita , paese in cui la farmacia apre a giorni alterni, il medico non è quotidianamente presente e l’Ospedale più vicino si trova a circa 35 Km. (San Severino). Per questi motivi, la signora in questione, poteva recarsi nella sua casa nei periodi dell’anno meno freddi e disagiati.

Pur avendo presentato una mole enorme di certificati medici, di visite mediche specialistiche, di analisi e controlli che deve necessariamente eseguire ogni anno e che richiedono tempi di prenotazione lunghissimi, la persona responsabile dell’Ufficio del Comune di Ussita, Romina.C. non ha mai risposto a tale giusta richiesta per un anno intero, ignorando atti d’ufficio determinanti per una obiettiva valutazione.

Soltanto dopo aver incaricato un avvocato a proprie spese, la Signora F.C. dopo UNDICI MESI DI SILENZIO ASSOLUTO e nonostante continui appelli con telefonate, p.e.c, lettere ed altro, l’Addetta alla concessione CAS ha risposto con un “diniego” alla domanda in questione.

Inoltre, non è stata data possibilità di accedere agli “atti” del Comune che sono pervenuti alla signora con 2 mesi di ritardo dalla richiesta legale e dopo l’emissione della sentenza di non concessione CAS, senza, quindi, possedere elementi determinanti per un’ efficace opposizione.

Risulta quindi evidente che non è stato rispettato in alcun modo il diritto alla salute e alle cure mediche previsto dalla Costituzione Italiana e che, sempre più, la peggiore burocrazia e l’indifferenza verso le reali esigenze del cittadino prevalgono in ogni ambito, mentre si favoriscono sempre più i potenti e i più benestanti, dal momento che l’ordinanza di concessione contributi per autonoma sistemazione non prevedeva il controllo dei redditi e, soprattutto, il possesso di altre case alternative dei richiedenti CAS che hanno ottenuto, in alcuni casi, tranquillamente, le somme stabilite.

Questo è il nostro Paese, ridotto allo stremo da terremoti, inondazioni, malasanità, scandali e continue ingiustizie cui è il più delle volte impossibile, o meglio, inutile, opporsi.

 

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