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Alex Zanotelli. Sfida alla globalizzazione (Ed. Piemme)

LA SFIDA DI PADRE ZANOTELLI


mercoledì 25 aprile 2007 di Carlo Vallauri

Argomenti: Economia e Finanza
Argomenti: Mondo
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Mario Lancisi


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Mario Lancisi in Alex Zanotelli. Sfida alla globalizzazione (Ed. Piemme) mette in rilievo l’opera intensa svolta per molti anni dal missionario comboniano in diversi paesi poveri in favore di persone ridotte ad una condizione di esistenza d’estrema miseria ed indigenza. Dopo l’intervista introduttiva del giudice Gherardo Colombo, l’A. ricostruisce il percorso di Padre Zanotelli, a cominciare dalla sua formazione nel Trentino, poi il suo viaggio negli Stati Uniti e quindi, dal ’65, la sua disinteressata azione di assistenza morale e materiale tra popolazioni abbandonate da ogni istituzione statuale ed internazionale. Nell’ambiente mussulmano la sua presenza fu variamente interpretata, ma il suo spirito altruista gli ha consentito di superare ogni tipo di difficoltà, tanto da riuscire a rendere possibile e facilitare, nelle varie località e circostanze nelle quali egli ha operato, la convivenza tra cristiane e maomettani.

Un mondo di diseredati ai quali Zanotelli offre le sue cure, tanto da studiare l’arabo per meglio avvicinarsi ai singoli. Amato dai suoi fedeli ed estimatori per la sua disponibilità illimitata, ma criticato e quindi accusato - come Dossetti e La Pira - di irenismo, il padre ha proseguito imperterrito nel suo impegno considerato disarmonico da chi non si riconosce nella identificazione tra Vangelo e pace, puntando egli ad una superiore armonia tra credenti di tutte le fedi e non credenti. La sua intima vocazione lo conduce a porsi in antitesi rispetto alle persone e ai gruppi politici che cedono alle pratiche corruttive degli armamenti, nella disattenzione di fronte alla fame e alla povertà. Si è esposto anche alla incomprensione di chi, come il direttore della Sala Stampa del Vaticano, Navarro Vals, lo ha attaccato pubblicamente per l’ “irresponsabilità” di un suo editoriale su Nigrizia (1985), in cui accusava membri del governo italiano di favorire il commercio delle armi.

È tra i promotori dei “Beati costruttori di pace”, un movimento creato da sacerdoti veneti per sollecitare la Chiesa a mobilitarsi a favore della pace e del disarmo. Le sue critiche non risparmiano negli anni ’80 i partiti politici italiani - compreso il PCI - che si spartiscono le tangenti, anticipando quelle che poi saranno le rivelazioni dell’autorità giudiziaria all’inizio degli anni ’80.

Costretto ad abbandonare la direzione di Nigrizia, a causa della sua coraggiosa opera di denuncia, va in missione in una baraccopoli del Kenia, “tra i rifiuti dei ricchi e la miseria dei poveri”, dedicandosi soprattutto ai ragazzi e ai malati di AIDS, e poi andrà nel Sudan. È sua anche l’idea di “Rete Lilliput”, una rete di collegamento tra persone impegnate nelle campagne per la pace. Zanotelli sarà aspro critico della legge che nel 2003 ha modificato le norme del commercio delle armi, in quanto - a suo parere - facilita ulteriormente tali operazioni. Continua a svolgere il suo compito missionario e le sue denunce documentate spaventano i “potenti” che non perdono occasione di presentare in termini negativi la sua straordinaria attività, esercitata nel segno del Crocifisso, una crocifissione - osserva - che non risparmia tante persone nel mondo d’oggi, che invece potrebbe aprire tante possibilità di miglioramento economico e di lotta alla povertà.

Una lettura sempre documentata, nell’illustrazione delle posizioni assunte da p. Zanotelli nell’azione concreta e nella critica.

 

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