Libretto perché si parla di musica, ma tanto consistente e ricco di informazioni su La musica strumentale a Roma tra Ottocento e Novecento di Antonio Barbon (Editoriale Scientifica, Napoli).
L’appassionato musicofilo traccia un panorama approfondito e preciso che, partendo dalla nascita dell’Accademia di Santa Cecilia (i cui albori risalgono alla seconda metà del ‘500) e dal suo successivo sviluppo, si sofferma sull’iniziativa concertistica nella Roma divenuta capitale e riferisce sull’attenzione che Bonghi, noto deputato della Destra storica prestava a quelle attività, frequentate dalla Regina Margherita. Nei successivi capitoli si ripercorrono le tappe dei testi musicali dal Seicento (il primo teatro privato, Barberini) al Settecento con le glorie del Valle e dell’Argentina e poi del Tordinona e Apollo,
- Memoria del teatro Apollo a Tor di Nona
sino a metà Ottocento, quando l’anfiteatro Corea diviene l’Augusteo, centro di concerti e poi al Cosstanzi.
Dopo aver illustrato la figura di Alessandro Vessella, da direttore della banda musicale del Comune a raffinato direttore dei concerti, ampio spazio è dedicato alla stagione dei concerti all’Augusteo che dall’inizio del ‘900 fu il vero simbolo della musica sinfonica a Roma, con i maggiori direttori italiani. Chi ricorda quei personaggi domenicali nella grande sala - poi abbattuta per far posto alla piazza Augusto Imperatore - non potrà mai dimenticare quell’alone di musicalità e perfezione che veniva dai suoni di quelle orchestre, e neppure quel pubblico riflessivo che faceva di tutto per non perdere l’appuntamento settimanale, poi trasferito all’Adriano e quindi all’Argentina. Libro gradevole di facile e attraente lettura da consigliare agli amanti dei concerti e delle storie della città