a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
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Il nuovo film di Zalone “Che bella giornata”è la seconda opera dopo “Cado dalle nubi”. Una storia esilarante e complessa allo stesso tempo, con attentati e complotti, all’ombra del Duomo di Milano.
Checco ne combina di tutti i colori, fissato come è per una carriera di addetto alla sicurezza che passa, suo malgrado, da un incidente diplomatico all’altro, fino ad arrivare al furto di un’opera d’arte; fatto, questo che gli causerà il licenziamento, per sua fortuna, provvisorio, perché lo attenderanno altre avventure…
Il protagonista è un vero e proprio terremoto, irresistibile, irrefrenabile, un fenomeno che nessuno riesce a bloccare o a far ragionare, perché senza logica e tutto istinto.
Attorno a lui, una serie interminabile di parenti, personaggi tipici e caratteristici di una regione, la Puglia, ancorata alle tradizioni e ai costumi di un tempo, ove un maresciallo dei carabinieri (zio di Checco) è il boss assoluto del luogo.
E poi c’è l’amore, nato da un incontro fortuito in un Museo, che riempirà la vita del protagonista, ignaro del pericolo che tale relazione nasconde….
Un film tutto da ridere e che evidenzia, ancora una volta, la bravura e l’ingegno di un giovane attore, in un momento in cui i comici scarseggiano e, al cinema, si ha bisogno di storie leggere e divertenti.
SILVANA CARLETTI

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GRANDE SUCCESSO DI "Che bella giornata"
22 gennaio 2011, di Luciano De Vita
CHE BELLA GIORNATA, c’è poco da ridere a parte alcune gags, anzi da piangere.
Una spietata immagine dell’ignoranza e della prosopopea di una notevole parte degli abitanti di questo nostra Italia che celebra quest’anno il suo 150° anniversario di esistenza come nazione, cittadini che con questi atteggiamenti ci stanno portando ad un collasso dell’economia e ad un clima di sfascio morale.
L’enfasi dei luoghi comuni più retrivi nella nomea che abbiamo all’estero, tra cui il potere dei clan familiari.
La battuta più interessante e veritiera è quella della “terrorista” sull’aereo: “Per distruggere il paese non serve il terrorismo, basta Checco!”.
Ho l’impressione che il grande successo del film, formalmente ben fatto, sia dovuto al compiacimento di una gran parte del pubblico per questi “andazzi”. Credo che il nostro paese abbia bisogno di ben altre storie, questa non è né leggera né divertente.
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Sono perfettamente d’accordo con lei, ma in un’Italia, "drogata" dalla televisione commerciale a dir poco spudorata, che ha cancellato ogni morale, ogni ritegno e, soprattutto i sogni e le speranze dei giovani, in nome di "Un grande fratello", penso che se c’è qualcuno, anche un comico, che ha il coraggio di uscire fuori dal coro e di rappresentare il nostro Paese così come è (purtroppo!), sia un fatto positivo. Se non altro perchè dimostra, finalmente, che "non va tutto bene" come afferma da sempre chi , per proprio tornaconto, è abituato a nascondere fatti e misfatti.
E, dato il successo del film, direi che non è poco!
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