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Rubrica: CULTURA


IL FENOMENO PARANOICO


giovedì 1 giugno 2006 di Andrea Forte, Vivi Lombroso

Argomenti: Scienza


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Un elemento caratteristico del fenomeno “paranoia” è la situazione ricorrente, la monotonia del contenuto delle idee deliranti; idee deliranti con varie gradazioni, dalla tenue alla grave. Ribaltando questo concetto, considerare che, laddove ci troviamo di fronte una monotonia di contenuti, dovrebbe scattare il campanello d’allarme e pensare che forse c’è idea delirante. Il consapevolizzare se è paranoia o meno non è facile.

Un altro elemento tipico del fenomeno paranoia è la somiglianza della paranoia in individui diversi, anche se provenienti da piattaforme biografiche (culturali, economiche, religiose, sessuali) diverse. Se un giovane va in paranoia, i suoi comportamenti e riflessioni sono molto simili a quelli di un vecchio in paranoia; la paranoia di un ignorante è molto simile a quella di un uomo colto: si potrebbe dire che quando stanno male paranoicamente, gli umani tendono a somigliarsi.

Una terza caratteristica abbastanza nota in senso generale, ma che andrebbe messa a fuoco, consapevolizzata etc, è che al centro dell’ideazione paranoica -cioè del fatto di ideare situazioni tendenzialmente non corrispondenti a ciò che sono gli avvenimenti in corso - c’è sempre l’idea di essere ingannato, di essere tradito, di essere aggredito, osservato, deriso, perseguitato, ostacolato, e variazioni su questi temi fondamentali; l’idea di essere osservato, con tutto il gioco di “mi ha guardato male”, “stasera non mi ha guardato”, “perché sta guardando quello lì” etc. La paura di essere tradito (che non è lo stesso discorso di essere ingannato): “non faccio questa operazione con Tizio perché adesso è solidale ma poi mi tradirà”. Il sospetto paranoico può investire tanto situazioni esterne che interne (del tipo perché ho pensato questo ? non compro questo oggetto perché poi si sfascerà, non vado a quella conferenza perché non ci capirò niente: la mia intelligenza mi tradirà). La paura di essere deriso: mi sento ridicolo. Sull’idea di essere ostacolato ognuno può fare una enciclopedia: il senso giornaliero che abbiamo di essere continuamente ostacolati, gli impedimenti, il malocchio, gli oggetti che non funzionano, le persone che non capiscono... sembra che tutto concorra per farci fare il doppio della fatica ! Anche qui si nota che questa ideazione paranoica prescinde dalla piattaforma biografica.

Un quarto elemento fondamentale è la situazione “monotona” basata sull’idea di essere al centro di una trama, di una rete interattiva, una vicenda, che possono essere più o meno evidenti, ma che solamente il paranoico capisce. In pratica ritiene di essere il solo qualificato a cogliere i segni di una tarma non evidente. Dati apparentemente banali, dati che si collocano sullo sfondo se considerati con buon senso, assumono significati-chiavi con l’approccio paranoico.

In realtà bisognerebbe insistere su queste note, ed approfondire le 4 caratteristiche fondamentali suddette, perché in effetti il fenomeno della paranoia è molto delicato, esteso, frequente e sofisticato. Tale fenomeno di fatto può verificarsi su piccole cose, nei sentimenti e negli affari, sino a cose importanti dove acquista dimensioni tragiche.

Attenzione che il discorso della paranoia può manifestarsi anche in comportamenti astratti e sofisticati di marca spirituale: l’artista che sente l’esigenza di dipingere ma non ci riesce e dice che è colpa del rumore cittadino, del fatto che ha mangiato troppo, dell’incomprensione di “lei” etc. L’esoterista che ad un certo punto si pone il problema per cui non riesce a progredire più sulla via della spiritualità “perché non ho un luogo per meditare, perché la famiglia mi ostacola, perché non ho tempo libero...”. Al limite, il discorso “sono tra quelli predestinati a riuscire sulla via dell’esoterismo oppure sono tagliato fuori ? farò in tempo a raggiungere l’obiettivo esoterico ? mi salverò ?”.

La figura con la quale la paranoia si prospetta è quella di una cerniera; una cerniera che, nell’idea del paranoico, salderebbe il manifesto con l’occulto (il presunto mondo man8festo è la signora del piano di sopra che lo perseguita, l’occulto è la trama alle sue spalle, il paranoico è la cerniera; in pratica si colloca come demiurgo). Allora abbiamo il sacerdote che fa da intermediario-cerniera tra il mondo manifesto dei fedeli e quello occulto di Dio, il politico che fa da delegato-cerniera tra il cittadino e lo stato, la madre nei confronti del bambino, tra lui, i suoi problemi, e il mondo occulto degli adulti dove “solo loro sanno le cose”. La madre che si convince di essere intermediaria tra un mondo occulto di cose capite e un mondo manifesto - tutti i giorni del bambino- è una madre che sta scivolando in una situazione paranoica.

Abbiamo poi la paranoia come indagine trasversale che consente di collegare dati apparentemente slegati tra loro riportandoli tutti all’interno di un modello unico, preciso, esatto, paradigmatico. Quante volte facciamo questa operazione ? Prendiamo per esempio l’ufficio; la situazione reale è che il capoufficio è stufo, non vede l’ora di andare in pensione, e tutte le cose tende a schivarle semplicemente perché è stanco; dei due colleghi, uno voleva fare il pittore e non c’è riuscito, l’altro ha problemi familiari. Su questa situazione il paranoico va a costruire un piano trasversale e dice “l’ambiente di lavoro ce l’ha con me”. Stranamente la schematizzazione della paranoia la ritroviamo anche nei discorsi di certi personaggi “io sono venuto a salvare tutto il genere umano”. Qual è il problema ? Questi personaggi erano dei paranoici, sia pure di alto livello, oppure i paranoici sono dei personaggi validi, oppure c’è una qualche differenza tra la paranoia e la dichiarazione di questi personaggi ? Il paranoico è un esoterista decoscente, agisce a livello istintuale, riunisce in un triangolo mortifero anziché coscienziale. Il paranoico non riconosce agli altri la loro stupidità.

Posiamo trovarci di fronte un fenomeno delicato, grave ed estremamente diffuso: quello degli individui che apparendo razionali, vengono collocati in posti di maggiore responsabilità, e se andiamo a leggere in chiave di presumibile paranoia i comportamenti di capi, di grossi politici, di ecclesiasti etc., ci accorgiamo che spesso ci troviamo di fronte a paranoici da manuale. Non per essere paranoici... ma attenzione che forse il mondo è dei paranoici e, se ci dovessimo trovare così, quanti e quali comportamenti nostri sono fatti sul modello dell’ideazione paranoica che abbiamo visto ?

 



  • > IL FENOMENO PARANOICO
    26 aprile 2007, di Sym57

    IL FENOMENO PARANOICO

    Conosco il libro o meglio la dispensa che tratta dell’argomento ed insieme ad altri argomenti correlati ad esso ho cercato di studiarlo. mi sono posta poi un quesito: se il fenomeno paranoico è sì una malattia psichica ma è così estesa tanto da non essere riconosciuta come tale può formare quindi una rete di convincimenti in cui è possibile cadere dentro anche se non si è paranoici? e poi mi sono posta anche un altro quesito: conosco a grandi linee le tematiche della Guerra Fredda le quali rivelano come molte aggressioni siano annoverabili nell’etichetta di paranoia.. ci possono quindi essere delle iniziative criminali che poggiano sull’induzione paranoica del rapporto con gli altri e che alterano quindi il rapporto con se stessi..cioè che fanno "i furbi" sapendo che il fenomeno paranoico è troppo esteso e poco gestibile e quindi comodo come spiegazione per consentire di annullare gli effetti di una denuncia propria rispetto persecuzioni occulte reali. io penso che è in questo senso che il fenomeno paranoico sia grave: perchè non ha un valido interlocutore che possa arginarne gli effetti dannosi se non l’individuo che si assuma completamente la responsabilità di se stesso e che competa realmente con il problema di sè.. certamente la proporzione non è confortante..

    Simona Pancotti

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