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LEGGE SULLE UNIONI CIVILI

LO STESSO AMORE, GLI STESSI DIRITTI.

È TEMPO DI INFEDELTÀ DI COPPIA?
venerdì 13 maggio 2016 di La Redazione

Argomenti: Attualità
Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Un argomento attualissimo: la LEGGE SULLE UNIONI CIVILI sul quale proponiamo di aprire un dibattito con i lettori, che invitiamo non solo a commentare l’articolo, ma anche a mandarci per mail i loro pareri e ragionamenti in merito, che avremo il piacere di pubblicare. Le vostre opinioni saranno rispettate, se espresse civilmente, e ovviamente non rappresentano il pensiero della redazione.

Apriamo quindi questo dibattito pubblicando il parere di un professionista sul tema, l’avv. Andrea Agostini, il quale evidenzia alcune criticità della legge stessa.

Restiamo in attesa di altre opinioni

La redazione

Da avvocato, che esercita la libera professione da fine 1995 maturando anche una preziosa esperienza nel trattare pressoché tutte le separazioni e divorzi del maceratese come giudice onorario di tribunale dal 2001 al 2005, ringrazio il legislatore per la legge sulle unioni civili e le coppie di fatto per il lavoro che deriverà alla mia categoria professionale, anche se come cittadino civicamente attivo resto basito.

Infatti l’Italia da ieri ha la coppia di fatto semplice, quella con registrazione all’anagrafe, quella registrata con stipula di un patto per regolare i rapporti economici, quella omosessuale unita civilmente, quella unita civilmente e poi divorziata, quella eterosessuale unita in matrimonio, quella unita in matrimonio e separata e divorziata.

Così facendo si è inteso legiferare di tutto aprendo però ufficialmente all’anarchia di coppia con problematiche di non poco conto.

Nell’ordine:

  • La coppia di fatto se registrata all’anagrafe può vantare innumerevoli diritti personali e patrimoniali, facile prevedere che verranno estesi a chi non registrato dimostrerà nei fatti la stabilità della relazione.
  • La coppia di fatto se vuole diritti deve registrarsi, ma può sciogliersi di fatto senza alcun obbligo di segno contrario, facile prevedere un’enorme mole di lavoro finanche il caos nelle verifiche da parte della pubblica amministrazione circa la corrispondenza tra il registrato ed il vero.
  • La coppia di fatto registrata può regolare patrimonialmente il proprio rapporto con il contratto di convivenza, facile prevedere la definitiva legittimazione degli accordi prematrimoniali in vista del fallimento dell’unione, che fino all’altro ieri sembravano appannaggio esclusivo delle star del jet set hollywoodiano.
  • Nella coppia di fatto se il deceduto è proprietario della casa, il superstite ha diritto di continuare a vivere nell’abitazione per un periodo compreso tra due e cinque anni, a seconda della durata della convivenza, comunque non meno di tre anni se vi sono figli; evidente la discriminazione in danno di chi è figlio di una coppia di fatto, il quale unitamente al genitore non ha diritto all’habitat in cui è cresciuto e ciò fino alla maggiore età o comunque fino all’autonomia patrimoniale;

Le unioni civili sono equiparate al matrimonio, salvo il fatto che non si usa il termine matrimonio, non ci si separa ma si divorzia direttamente, si nega il diritto di adozione, si nega l’obbligo di fedeltà.

Art.1 co.11 “Con la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri; dall’unione civile deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni”.

Il confronto con l’art.143 c.c. “Dei diritti e dei doveri che nascono dal matrimonio” è agevole.

Scompare l’obbligo alla “collaborazione nell’interesse della famiglia”, come a dire che non si è famiglia, ma poi al co.12 l’art.1 recita “Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare”.

La famiglia nei proclami è solo quella che deriva dal matrimonio, ma poi si dice espressamente “vita familiare”, evidente la contraddizione.

Lo scioglimento dell’unione civile omosessuale passa direttamente per il divorzio, perché mai allora gli eterosessuali specie se senza prole devono passare anche per la separazione?

Si nega il diritto di adozione, ma poi l’art.1 co.20 chiude dicendo “Resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti”, che oltre che nazionali, sono internazionali, anche pattizie, e comunitarie, come a dire che si rimette ai giudici quello che la politica non ha avuto il coraggio di dire apertamente, sì alla stepchild adoption anche alle coppie di fatto per via giudiziaria.

Infine l’obbligo di fedeltà, che sancito come obbligo coniugale tanto da essere ragione di addebito in caso di separazione, art. 151 c.c., scompare per gli omosessuali.

Forse si è inteso sancire per legge che gli omosessuali sono esseri diversi dagli eterosessuali ?

Immagino che presto sorgerà un movimento eterosessuale per i diritti civili di libertà e di eguaglianza nei costumi affettivi e sessuali in nome del nuovo diritto all’infedeltà di coppia.

Lo stesso amore, gli stessi diritti.

Avv. Andrea Agostini

 



  • LO STESSO AMORE, GLI STESSI DIRITTI.
    23 maggio 2016, di GiovannaDA

    Le leggi talvolta sono imperfette e vanno modificate e migliorate. Nel caso specifico senz’altro dovrebbero essere rispettati il principio di equità, la tutela del partner più debole e, in particolare, la tutela dei minori. Non credo che il problema sia riducibile all’estensione del diritto all’infedeltà (già ampiamente diffuso tra gli eterosessuali al di là delle leggi!). Bisogna riconoscere almeno che l’attuale legge sulle “coppie di fatto” abbia rappresentato un passo avanti, passo che altre nazioni civili hanno già fatto. Per quanto riguarda la “step child adoption”, la questione presenta degli aspetti sui quali ponderare. Personalmente credo che i bambini abbiano bisogno solo di tanto amore e rispetto: spesso si solleva un “polverone” quando si tratta di figli di gay, ma non si combatte mai seriamente contro pedofilia, prostituzione minorile, nonché traffico di organi su tanti bambini migranti non accompagnati che scompaiono nel nulla. Devo ammettere, tuttavia, che mi turba la possibilità di poter avere bambini mediante “utero in affitto” di donne molto povere che danno il loro consenso solo per procacciarsi da vivere. Meglio allora facilitare le adozioni di orfani o bambini abbandonati che soffrono le pene dell’inferno in orrendi collegi e istituti di vario genere. Giovanna D’Arbitrio

    • LO STESSO AMORE, GLI STESSI DIRITTI.
      25 maggio 2016, di Avv. Andrea Agostini

      Gent.ma Sig.ra D’Arbitrio, lungi da me esprimere giudizi valoriali specie su temi che pretendono libertà di coscienza, ma l’incipit del suo commento pure che corrispondente alla prassi non può condividersi. Una legge "imperfetta" che quindi nasce da subito come bisognosa di "modifiche e migliorie" è fonte di problemi e di contenzioso, di ritardi e di incertezze. Pensi che sono state dimenticate le ipotesi penalistiche dell’omicidio del coniuge e del furto tra coniugi che incidono nel matrimonio ma non nelle unioni civili con gli omosessuali quindi ad avere un trattamento penalistico differenziato rispetto agli eterosessuali. Una rivoluzione è comunque stata compiuta. Una volta che si è coppia di fatto registrata e con accordo patrimoniale perché sposarsi civilmente, se non per la pensione di reversibilità e la certezza di potersi un giorno definire eredi ? Il voler fare a tutti i costi non sempre rappresenta un passo avanti. Cordialmente. Avv. Andrea Agostini

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