Quale mezzo, dunque, se non una nave che a vele spiegate segue una rotta ideale per approdare su un’isola felice, il più idoneo a suscitare “ardore e azione” in un gruppo di adolescenti guariti da patologie gravi e complesse, provati da terapie debilitanti ma pronti a cimentarsi e a misurare ,di nuovo, la loro forza, il loro coraggio e il gusto di una vita libera?
Così, Il diciotto giugno scorso, dal porto di Trapani è salpata una nave carica di ragazzi e ragazze provenienti da varie nazioni; hanno dagli undici ai diciotto anni, la lingua è diversa, usi e costumi anche, ma la curiosità e l’eccezionalità dell’evento producono un collante fortissimo e proiettano i ragazzi in una dimensione molto speciale, quasi epica.
La nave si chiama “Italia” appartiene alla Marina Militare italiana e batte bandiera Solidarietà; è un grosso brigantino a vela adibito a scopi sociali. Ci si preoccupa, su quella nave, di alleviare, attraverso le crociere che compie, i disagi e le sofferenze di persone in difficoltà.
A bordo c’è un equipaggio, c’è un Comandante e tutte le figure di riferimento indispensabili alla navigazione. I ragazzi sono accompagnati da tutor adulti che conoscono la loro storia e sono lì pronti all’aiuto, ma soprattutto a incitare il fare e stimolare l’autonomia.
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Questa volta la rotta è l’isola di Sardegna, esattamente il paese di Buggerru, e i nostri impiegheranno cinque giorni di navigazione per approdarvi. E proprio questi giorni, nei quali i ragazzi hanno anche compiti individuali da eseguire, saranno quelli più pregnanti e significativi poiché ognuno sarà responsabile delle consegne affidategli senza dimenticare di appartenere a un gruppo e di dover rispondere a esso.
Il Mar Mediterraneo è il grande sogno blu in cui si muove il veliero, ogni giorno i ragazzi imparano nuove cose: si arrampicano sull’albero maestro, spiegano vele, confezionano nodi marinari con cordoni grezzi e pungenti, lavano la tolda e lucidano gli ottoni, ascoltano musica, ballano e giocano… la sera osservano le stelle accese come fari a indicare la rotta.
- Sardegna
E si raccontano. In che lingua? Un rudimentale ed essenziale inglese sono sufficienti per le informazioni di base, ma il vero esperanto è la loro giovane età, è la voglia di vivere, conoscere, esplorare; ed è la loro storia di malattia e sofferenza a renderli ancora più uguali degli uguali adolescenti di tutto il mondo.
Ognuno di essi è uno scrigno colmo di gioie e tesori, ognuno di essi ha conosciuto l’emozione della vittoria.
Ognuno di essi è un vincitore.
E quando, durante una riunione per raccontarsi, s’insinua il termine “sopravvissuto,” ecco Pier Paolo, diciassettenne di Peter Pan [1], normalmente introverso e poco incline al parlare in pubblico, che interviene in modo semplice e spontaneo sottolineando:
" non mi sento affatto un sopravvissuto, ma semplicemente un normale ragazzo" ... che, pur se con qualche difficoltà, prosegue la sua vita di sempre.
E la permanenza sulla nave, e il viaggio tutto, ne sono una testimonianza.
Ma ecco... Terraaa!
- Sardegna
Sardegna in vista, l’approdo è sicuro e accogliente: tutto il paese si prodiga per rendere gioiosa la vacanza dei ragazzi! Una specialissima vacanza.
Grazie all’associazione Soleterre [2], promotrice del progetto, grazie alla regione Sardegna, grazie alla Nave Italia e grazie al gruppo di amici sostenitore di Peter Pan per aver reso possibile questa vacanza.