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Giorni di passione per l’Italia e la Nazionale

Politica e calcio
lunedì 16 luglio 2012 di Rodolfo Carelli

Argomenti: Attualità
Argomenti: Politica
Argomenti: Sport


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E’ un evento raro che due avvenimenti, un summit politico a livello europeo e l’altro, anch’esso di livello europeo ma sportivo, il campionato di calcio d’Europa, si siano svolti pressocchè negli stessi giorni con i popoli europei in diversa misura coinvolti nell’attesa degli esiti finali.

Per ordine d’importanza richiamiamo il vertice europeo che doveva affrontare le misure necessarie per respingere l’assalto della speculazione finanziaria tesa ad approfittare dei paesi più in crisi, a partire dalla Grecia, maglia nera per eccellenza, per aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità ed aver a lungo coperto le proprie inadempienze falsificando i bilanci ad un passo dalla bancarotta fraudolenta.

Il vecchio rimedio nemmeno a dirlo, prima dell’adesione all’euro, era la svalutazione della moneta nazionale, la dracma, stampandone a volontà senza più rispecchiare i suoi fondamenti economici, rischiando di subire la stessa sorte dell’Argentina. 100000000000012C000000C8347BA2DEGiocoforza per far fronte all’emergenza il governo greco ha dovuto trattare con la comunità europea un intervento di salvataggio a condizioni, definite capestro, ma che sono condizionate ad una efficace azione di risanamento, condivisa dal popolo greco che ha ridato fiducia alle forze pro-euro, e tale da non configurare più un pozzo senza fondo senza risalita.

La Grecia in realtà rappresentava la punta dell’iceberg perché altri paesi della fascia mediterranea seguivano a ruota, Italia compresa. La posta in gioco finiva d’essere una questione esclusiva di ogni singolo Stato perchè metteva in crisi uno degli strumenti più accreditati, come l’euro, per una politica comune europea in un mondo multipolare senza più paesi egemoni.

100000000000012C000000B06BF536ABNon è un caso che l’America per bocca del suo Presidente stia sollecitando l’Europa a coniugare insieme rigore e sviluppo, pena un effetto di trascinamento della stessa America nel gorgo della recessione. Ebbene, grazie al suo accreditamento internazionale, Mario Monti è riuscito a far fare due passi importanti all’Unione Europea: quello di provvedimenti per la crescita perché di solo rigore si può morire e nel frattempo strappando un sì alla Germania per un fondo salvastati per mettere in sicurezza i Paesi e la rete creditizia dagli attacchi della speculazione internazionale.

Punto dirimente sono le garanzie che gli aiuti non vadano a finire in un pozzo senza fondo e che il credito arrivi alle aziende per risanarle e renderle competitive con la concorrenza internazionale, specie delle potenze emergenti: due obiettivi raggiunti da Monti, alla cui riuscita era legata la stessa sopravvivenza del suo governo.

Quasi specularmente, comunque negli stessi giorni, la nostra nazionale di calcio, superato a stento il passaggio ai quarti, si scontrava con l’antica maestra del calcio, l’Inghilterra, e successivamente per arrivare in semifinale batteva i panzer tedeschi, immedesimati dalla nostra opinione pubblica con la signora Merkel, la più restia ad aprire i cordoni della borsa senza garanti affidabili.

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Italia Germania 2012

In ambedue gli incontri la Nazionale italiana ha dato prova di saggezza tattica e di valorizzazione dei suoi migliori talenti, arrivando alla finale con un dispendio di forze e di concentrazione tale da metterla in ginocchio dinnanzi alla Spagna tritatutto, non a caso campione d’Europa e del mondo, ed ora di nuovo campione d’Europa, battendo ogni precedente primato.

A parziale giustificazione del 4 a 0 subito dalla Spagna va ricordato che la Nazionale ha giocato quasi un tempo in dieci uomini, consentendo il raddopio rispetto al primo tempo oltre che registrare numerosi infortuni che hanno pesato in una partita tutta in salita.

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Italia Spagna 2012

La notizia positiva è l’accettazione di Prandelli, richiestissimo dalle squadre di club, di restare alla guida della Nazionale e far tesoro dell’esperienza acquisita. Ben prima di disputare il campionato europeo Prandelli aveva fatto presente la necessità di superare l’esclusiva dei club sugli atleti per fare un po’ più di spazio all’affiatamento della Nazionale, oltre che segnalare il crescente logoramento degli atleti per gli incontri a ripetizione, spesso due volte alla settimana.

 



  • Giorni di passione per l’Italia e la Nazionale
    16 luglio 2012, di GiovannaDA

    SOLTANTO CALCIO? - Pieni di speranza per la vittoria sulla Germania, ci siamo preparati con cura per seguire insieme a parenti ed amici la partita Italia-Spagna rinunciando ad altri interessanti impegni. Abbiamo ascoltato con emozione l’inno nazionale che sembra scuotere corde profonde in tutti coloro che, come noi, si sentono davvero “Italiani”, uniti da lingua, cultura, usanze e tradizioni, abitanti della stessa bellissima terra, la nostra ITALIA. Fin dai primi minuti di gioco è apparso chiaro che qualcosa non funzionava ma, anche dopo aver incassato il primo goal, non volevamo credere che quei giocatori capaci di conquistare una brillante vittoria sulla Germania, fossero gli stessi, così privi di iniziativa, intuito, creatività, scoraggiati e stanchi, soprattutto così impreparati ad affrontare una squadra come la Spagna. Allora rabbia e delusione hanno fatto scatenare i commenti dei presenti e molti, sbigottiti, si son posti tante domande: ma è possibile che non avessero studiato le tattiche dell’avversario guardando dei filmati di precedenti partite? E l’allenatore perché ha sprecato tutte le “sostituzioni” subito? Perché giocatori meno stanchi e più validi sono rimasti in panchina? Le solite scelte sbagliate guidate da altri interessi che non hanno nulla a che vedere con lo sport “puro”? Con quale criterio si punta più su certi giocatori che su altri? Alla fine qualcuno ha esclamato: - E che diavolo, si poteva pure perdere, ma non in questo modo! -. Nessuno forse potrà rispondere a tutte le domande degli sportivi “veri” che amando tutti gli sport in genere, non solo il calcio, negli incontri internazionali sono particolarmente fieri dei risultati degli atleti italiani. In un periodo di crisi economica e politica, purtroppo, si attribuisce agli incontri di calcio un valore diverso: diventano una forma di “riscatto” dalle umiliazioni subite, rappresentano l’agognata possibilità di un cambiamento positivo, la speranza d’imporsi agli altri e di mostrare al mondo quanto valiamo. Ma è giusto affidare tutto ciò al calcio, soprattutto in questi tempi che richiedono nervi saldi e piedi concretamente ancorati a terra per risolvere tanti gravi problemi? E’ questo che dovremmo chiederci.
    Giovanna D’Arbitrio

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