Rubrica: LETTURE CONSIGLIATE |
![]() L’ ANTICO AMORE, di Maurizio De GiovanniUn romanzo insolito
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lunedì 14 aprile 2025
Argomenti: Recensioni Libri Il nuovo libro di Maurizio De Giovanni, famoso giallista napoletano, questa volta non è un thriller anche se l’autore sembra non poter fare a meno di un finale “a sorpresa”, ma è un romanzo molto particolare che parla d’amore in modo intenso, originale, insolito. Il libro viene così presentato dalla casa editrice Mondadori: “Ci inseguirà per tutto il tempo del romanzo. È la voce di un poeta latino del primo secolo avanti Cristo. È la voce di un condannato all’amore di una donna che l’ha straziato e continua a straziarlo rinnovando la smagliante ossessione di un desiderio inesausto. A quella voce sembrano rispondere le vicende di un giovane professore consumato dalla vita coniugale infelice, dalla vita accademica disertata dagli studenti, ma costantemente acceso dalla passione dello studio e, un giorno, dalla lama di luce che riverbera, a sorpresa, negli occhi di una studentessa. E poi ecco la quotidianità di Oxana, la devota badante moldava che si prende cura del Vecchio, e di lui, svagato e pensoso, riconosce il vento felice di una ossessione che lo sorprende, come dovesse tutto a un tratto essere lama di luce, un limpido verso latino, e amore, antico amore. Maurizio de Giovanni ci accompagna dentro tre storie parallele, dove i personaggi si rivelano figli di un solo destino, e sembrano cercarsi e riconoscersi, e infine conoscere noi. La prima volta che lessi un libro di Maurizio De Giovanni, già scrittore di successo, fu quando egli inaugurò la rassegna culturale “Incontri all’Imbrunire” (XIII edizione) il 28 luglio 2014 al Park Hotel del Circeo con il suo ultimo libro “In Fondo al Tuo Cuore- Inferno per il commissario Ricciardi” (Ed. Einaudi). Da allora ho sempre apprezzato i suoi libri, anche se non sono un’appassionata lettrice di thriller. E quando alcuni anni fa lo incontrai a Napoli alla presentazione di “Le Parole di Sara” gli dissi che leggevo con piacere solo i suoi thriller, poiché in essi il crimine sembrava quasi un pretesto per trattare tante altre tematiche, incluso l’amore sempre presente. E forse almeno in parte avevo ragione, poiché questo romanzo ne è la testimonianza. Tre anni fa già era uscito un romanzo diverso, L’equazione del cuore, e nel libro “L’antico amore”, lo scrittore ci offre una riflessione ancora più profonda ed intensa sull’Amore. Colpisce fin dalle prime pagine lo strazio di un uomo innamorato che non trova pace soprattutto di notte e afferma: “Non ci fosse la notte. Ce l’avrei fatta, se non fosse esistita la notte”. E in effetti la notte nel silenzio riporta ancor più alla memoria ricordi incancellabili. L’io narrante, tuttavia, non si presenta e il lettore comprende solo in seguito che si tratta di Catullo e del suo tormentato amore per Lesbia (Clodia nella realtà). Così via via nel romanzo tre storie si intrecciano nella cornice dell’interesse appassionato verso l’antico poeta. La seconda storia racconta la vita quotidiana di un anziano che sembra chiuso in un mondo tutto suo e comunica solo con Oxana, la sua badante moldava, e i suoi tre figli, in particolare con la figlia La terza storia riguarda, Marco, prof. universitario, amante della poesia catulliana, ma in crisi sia per il disinteresse dei suoi alunni, sia per l’incomprensione della moglie Silvana che lo considera un fallito, ma che rimane con lui solo per i figli. Il dramma esplode quando Marco s’innamora di Anna, giovane studentessa anch’ella appassionata delle poesie di Catullo In tutto il romanzo lo stile segue il contenuto alternando pagine di un intenso lirismo con altre più realistiche come quelle dedicate a Oxana che mostra affetto per il Vecchio, fragile e immerso nel passato, e nello stesso tempo osserva suoi figli che vengono a trovarlo periodicamente e cerca di capire dinamiche e i problemi familiari, in particolare quelli di Marco per un matrimonio sbagliato. Sullo sfondo di una Napoli triste e piovosa i personaggi si agitano e si tormentano nelle morse di quell’antico, eterno amore raccontato dall’autore come in un “flusso di coscienza”, nello stile “stream of consciousness” alla James Joyce, nel libero scorrere di pensieri individuali con monologhi interiori su emozioni, passioni e sensazioni, senza un ordine cronologico. E in effetti le tre storie sembrano come tre fiumi che alla fine s’incontrano e confluiscono in un’unica foce, poiché nel romanzo è l’acqua l’altro elemento che assume un significato simbolico in questo continuo fluire delle umane passioni Colpisce in particolare (pag 144) l’origine attribuita da Marco al canto meraviglioso dei versi di Catullo, nati, secondo lui, da disperazione e dolore, come dimostra “una terribile consuetudine, praticata da tempo immemorabile, quella di accecare con la punta di uno spillo i cardellini maschi, onde far sì che, non potendo riconoscere la presenza di una femmina né spegnere mai la smania del desiderio, continuassero a cantare, per richiamare la compagna inesistente”. Un bel romanzo che si legge tutto d’un fiato, anche se personalmente ho provato tanta tristezza, in particolare nella bellissima descrizione del personaggio del Vecchio. Concludo ricordando ciò che Maurizio De Giovanni disse in quel mio primo incontro con l’autore alla libreria Raffaello di Napoli, quando asserì che, anche se oggi il noir è un genere di successo che attira lettori, vendite e guadagni, in realtà egli scrive gialli poiché il “crimine rappresenta l’esplosione massima delle passioni” e che non potrebbe mai scrivere per calcolo o imposizione di case editrici, se non sentisse nascere le storie dentro di sé e provare il piacere di scriverle. Aggiunse poi che la nostra meravigliosa città con i suoi aspetti contrastanti e i suoi originali abitanti gli offrono continui spunti per creare nuove storie. E credo che sia tutto vero, poiché Maurizio de Giovanni ci ha sempre regalato emozioni indimenticabili con la sua grande sensibilità, pagine di “pura lirica” presenti sempre anche nei suoi gialli. Giovanna D’Arbitrio Diritti di copyright riservati |