Rubrica: ITINERARI E VIAGGI |
Venere di Morgantina
MORGANTINALUCE, SILENZIO o ECO DI VOCI, NELL’ AGORA’ ELLENISTICA
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martedì 18 dicembre 2012
Argomenti: Architettura, Archeologia Breve descrizione del sito archeologico di Morgantina: alcune parti dell’Agorà, con foto originali, per una conoscenza di storia ed architettura dell’ intero sito. La bellissima solitudine del luogo colpisce per il fragoroso e religioso silenzio! 1 - Introduzione Il sito è forse più noto perché ha fatto notizia la restituzione, da parte del Paul Getty Museum nel marzo 2011, della bellissima statua della Dea Venere attualmente custodita. assieme ai Tesori di Morgantina, nel Museo del vicino paese di Aidone. Alla isolata località si arriva percorrendo una strada secondaria della statale Enna-Gela che porta più direttamente alla vicina Piazza Armerina limitando probabilmente in tal modo le visite di .. questa città di gran conto .. come Diodoro Siculo intitolò la sua Morgantina. L’ingresso in questo luogo della vita siculo-ellenistica avviene dalla collina ovest della Plateia B che immette nell’Agorà rivelando il suo inatteso fascino con vista del vicino colle La Cittadella e dell’Etna sullo sfondo. 2 - Storia Il periodo di ellenizzazione (550-540 a.C.) iniziò con l’insediamento di coloni calcidesi provenienti dalla pianura etnea nel villaggio abitato dai Morgeti sin dall’ XI° sec. a.C. sulla collina della Cittadella. La fertile pianura ricca d’acqua per il vicino fiume Gornalunga favorì lo sviluppo dell’agricoltura sino a che Morgantina divenne una delle polis più ricche dell’entroterra della Sicilia.
Fig. 2 - Agorà dalla collina Ovest Nel 491 a.C. Morgantina fu attaccata e conquistata da Ippocrate di Gela e posta sotto il dominio siracusano dei Deinomenidi. Nel 459 a.C. il condottiero siculo Ducezio al servizio della parte repubblicana di Siracusa riuscì a liberarla dai coloni greci e fondò la nuova Morgantina nella vicina contrada di Sella Orlando. La vita della Polis fu condizionata dai vari episodi della storia dell’ isola ed ebbe un significativo sviluppo sotto la reggenza del condottiero corinzio Timoleonte (344-323 a.C.) che risistemò l’Agorà con la costruzione dell’ Ekklesiasterion per le assemblee popolari, del Bouleterion per il Senato dei cittadini e del Prytaneion, ufficio del Supremo magistrato. L’ Agorà ebbe una definitiva architettura nel regno di Gerone II (275-215 a.C.), che fece costruire il Teatro ad emiciclo ed il grande Granaio avvalendosi del geniale Archimede. Dal 212 a.C., con la lunga dominazione romana, la costruzione del Macellum e delle grandi Fornaci, iniziò la progressiva decadenza della Polis e la sua trasformazione in Oppidum. Nel 36 a.C. durante la guerra fra Sesto Pompeo ed Ottaviano Morgantina fu completamente distrutta per aver dato ospitalità ai ribelli pompeiani. L’intera area urbana fu destinata alla coltivazione ed anche il nome del luogo andò in disuso. Il sito nelle forme ne rispetta la storia per …. l’architettura tra Alessandro ed Augusto .. delle sue varie parti, come osservato dall’ archeologo tedesco Hans Lauter. 3 – Archeologia ed architettura Le prime ricerche archeologiche iniziarono nel 1884 a cura dell’ingegnere nisseno Luigi Pappalardo per essere sviluppate, nel 1912, dall’archeologo Paolo Orsi. L’effettiva rivelazione del sito iniziò nel 1955 ad opera di una missione statunitense, guidata da Erik Sjoqvist e Richard Stillwell, che eseguì una serie di campagne di scavo portando alla luce Agorà e quartieri limitrofi. Fig. 4 - Agorà dalla collina Est Fu osservata l’insolita collocazione centrale o ..spazio di connessione.. dell’ Agorà, perchè il teatro, l’area sacra, il Gymnasium, l’Ekklesiasterion, le fontane, i granai e le stoài laterali costituivano il cuore della vita del popolo: politica, giudiziaria, commerciale, ricreativa ed anche religiosa. La volontà dei costruttori morgeti di rendere il teatro una parte integrante dell’agorà fu rispettata costruendo dei solidi muri di contenimento in opera quadrata della cavea o koilon, piuttosto che collocarlo, come di consuetudine, in un idoneo luogo isolato con un comodo declivio naturale. La grande scalinata trapezoidale o l’Ekklesiasterion, luogo dell’ Assemblea popolare, è un elegante armonia dell’architettura ellenistica dell’Agorà costituendo un luogo di raccolta della comunità per cerimonie religiose o civili. L’area sacra era dedicata alle divinità propiziatrici dei buoni raccolti, Demetra e Kore (Cere e Proserpina per i romani), e divisa in due ambienti: in una si esercitava la purificazione con una piccola fontana e offerte in denaro e nell’ altra, con il Bothors, il sacrificio di animali ornati di bende. Il Macellum, costruito con architettura differente nel periodo della dominazione romana, attraverso l’Ekklesiasterion si integra con la contigua area sacra, anche nella sua funzione di mercato e ritrovo. Le Stoai ubicate a valle delle tre colline limitrofe all’Agorà con i vari edifici assolvevano a varie attività pubbliche della pòlis. La Stoà est si presenta la più integra ed ha una lunghezza di circa 100 m. e larghezza di 9,30 m con una possibile altezza di 4,40 m alla linea di gronda. La presenza dei muri costruiti con tecnica punica ad opus africana, tipica nella città di Cartagine, indica il periodo costruttivo della metà del IV° secolo a. C. Il complesso della Fontana delle Ninfee, posto a monte della Stoà Est, costruito nella seconda metà del terzo secolo, era un portico coperto con fronte a sette colonne: il bacino esterno alimentava i mercati pubblici mentre quello interno aveva funzione di cisterna. Evidente è la muratura squadrata pseudo-isodoma, realizzata con regolari grossi blocchi dello spessore di circa 60 cm. secondo la tipica tecnica costruttiva greca. Il Pryntaneion, costruito nel medesimo periodo, occupa un’ area di 16,70 m di lunghezza e 13,50 m di larghezza: per la presenza di un focolare in uno dei vani poteva avere una funzione di hostello e di taberna. Il Grande Granaio del III° secolo a. C., costituito da due grandi edifici adibiti allo stoccaggio di grano, fa riferimento alla Lex Hieronica promulgata da Gerone II per la riscossione delle quote di grano dovute allo stato ed è rammentata da Cicerone per l’ analoga legge romana. L’ architettura degli edifici per la presenza di contrafforti posti alternativamente all’ esterno ed all’ interno del paramento murario ne garantisce la necessaria resistenza a contenere il prodotto. La Grande Fornace è datata alla seconda metà del II° se. a.C. e presenta una lunghezza 27,00 m ed una larghezza di 4,70 m. Questa fornace è a doppio prefurnio con una copertura con volta a botte ed era adibita alla produzione di materiale edile, quali terrecotte, mattoni per pavimenti, ciambelle per colonne e moduli per le canalizzazioni delle acque bianche. La Casa del Saluto o del Capitello Dorico per il materiale rilevato nel sito e posta a monte del Pryntaneion; è una signorile casa signorile del III sec. a. C. e deve il suo nome alla iscrizione di saluto eyexei sulla soglia di una stanza. La Casa di Ganimede, posta più a sud ed in linea con la Casa del Saluto, è così chiamata per il mosaico pavimentale di un ambiente che riporta il ratto di Ganimede ed era suddivisa in due nuclei: il peristilio, abitazione del proprietario, ed il cortile con limitrofi locali destinati alle servitù. L’anno di costruzione dell’edificio è riportato da monete di epoca geroniana coniate nel 260-250 a.C. e ritrovate sul pavimento di una stanza, mentre un’altra moneta coniata nel 216 a.C. pare possa individuare la data di abbandono dell’ edificio a causa della distruzione operata dai romani nel 211 a.C. Il particolare sviluppo della cultura ellenistica e locale può essere osservato per l’ impegno di prefabbricare vari elementi costruttivi allo scopo di ridurre tempi e costi di esecuzione dei lavori, con l’impiego delle risorse locali. A tale riguardo la tecnica costruttiva delle murature in opus africanum degli edifici è la più diffusa rispetto ad altre presenti (murature irregolari in pietrame grezzo e murature regolari) e consentiva, utilizzando pietrame di scarto per i riempimenti, tempi di esecuzione contenuti. Singolari sono le robuste colonne della Casa del Saluto o la Stoà Nord realizzate con elementi di cotto o i moduli delle opere di canalizzazione delle acque piovane, prodotti localmente nelle fornaci. 4 – Conclusione La descrizione del sito é limitata ad alcune sue parti, raccomandando le varie pubblicazioni disponibili per una opportuna conoscenza di storia ed architettura della località. Ho voluto riportare solo alcune parti dell’Agorà che ne dimostrano la singolare architettura strettamente legata a storia e cultura del luogo, affidandomi ad immagini originali da me effettuate. Ritengo una sola visita insufficiente rammentando quanto avvertito nella mia mia seconda: il fragoroso e religioso silenzio nelle varie parti del luogo, anche per la sua bellissima solitudine. Raccomando inoltre la visita del Museo di Aidone, che, con il ricco materiale raccolto, aiuterà a comprendere meglio i particolari della storia di Morgantina. P.S.Siti relativi alla pubblicazione: www.regione.sicilia.it - Le carte delle aree archeologiche. Diritti di copyright riservati |