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Schleyer - un precedente del caso Moro?

L’incredibile parallelismo tra due attentati alla democrazia.
giovedì 22 maggio 2008 di Christian Blasberg
Il terrorismo degli anni 70 non fu un fenomeno limitato all’Italia, ma colse un po’ tutta l’Europa centrale ed operò su scala internazionale. Quando gli italiani seguirono paralizzati e angosciati l’evolversi del rapimento Moro, in Germania era già in atto una guerra spietata dello Stato contro i terroristi che avevano dato l’esempio per l’esecuzione del rapimento. Tut-tavia, i due casi non furono uguali… Trent’anni fa l’Italia visse (...)


In risposta a:

Schleyer - un precedente del caso Moro?

giovedì 8 novembre 2018

Sul primo punto avremo altro e altro da aggiungere.

Il secondo punto centrale per quella intelligenza degli eventi a cui ci esortava il sommo statista, è che tiratori scelti militari spararono dall´ alto in via Fani, e che furono essi a fare il grosso della strage.

Questo punto, a differenza del primo, è dimostrabile e provabile induttivamente.

Anzitutto v´è il famoso foro nel parabrezza anteriore della 130 di Moro : esso sta nella parte alta del parabrezza, ed è davvero poco plausibile che sia venuto dal piano strada, come i depistatori della scientifica, o meglio dell´ascientifica, hanno voluto di recente far credere alla commissione Moro 2 che se l´è bevuta senza fiatare.

Osservatelo bene, ancora e ancora quel foro, sia nel noto servizio di frajese che trovate su youtube, sia nelle foto sul web, sia sul sito assai ambiguo del collettivo 16 marzo.

Quel foro come traiettoria può ben venire dall´alto, checché ne dica l´ascientifica. E non è affatto un foro di uscita, come lo pastorizza il 16 marzo : già in frajese, nonostante inquadrature non nitidissime, è possibile se fate fermo-immagine, vedere che il cratere di quel foro è introflesso. E anche la prima foto di esso in primo piano che trovate come quarta foto sul post dedicato del 16 marzo, mostra slabbratura interna introflessa se vista dall´esterno.

Bisogna anche considerare che le foto del 16 marzo sono quelle recenti della scientifica, sulla 130 restaurata per essere esposta a via di Settebagni - e sicuramente una gelida manina ha inquinato le prove, come avvenne in modo brutale per l´alfetta della scorta - e per tutto il resto della scena del crimine fin dai primissimi istanti.

Come può quel foro essere di uscita ? Chi avrebbe sparato dall´interno della 130 ? O dall´esterno, con una traiettoria così assurda, senza riscontri in fori di entrata ?

L´altro argomento del 16 marzo, che quel foro è di uscita perché presenta sfaldamento del vetro superficiale esterno, non ha senso, primo perché si basa su foto fatte quasi 40 anni dopo, secondo perché non è affatto detto che fori di entrata in un parabrezza non sfaldino il vetro superficiale, come una panoramica di fori di entrata in parabrezza sul web vi suggerirà immediatamente.

Le prove di tiro infine, addotte dal 16 marzo come prova, fanno ridere perché condotte su parabrezza staccati e isolati, e da distanze arbitrarie, senza tenere in minimo conto la possibilità di tiro dall´alto da lunga distanza.

Inoltre, quel foro se inteso dall´alto, è proseguibile idealmente tirando una linea che arriva diritta a impattare la mascella sinistra dell´autista Domenico Ricci, il proiettile penetrandogli il cranio per poi fuoruscirgli trafosso alla base sinistra della nuca.

Fu questo il primo colpo sparato a via Fani - a neutralizzare il primo autista come era militarmente logico aspettarsi - da tiratori scelti, dall´alto, con le auto ancora in movimento, magari rallentato per via dello stop.

Possiamo dunque postulare un primo cecchino militare che spara dall´alto, da davanti al convoglio, da oltre l´incrocio con Stresa, da finestra o balcone o tetto o elicottero. Magari chissà, dal balcone di rauti...

A questo primo proiettile corrispondono simmetricamente i 3 fori sul parabrezza posteriore dell´alfetta di scorta, di cui parla nessuno...

3 colpi di cecchino posteriormente appostato in alto, che centrano - tutti o in parte - il povero Giulio Rivera l´autista dell´alfetta di scorta.



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