Rubrica: PASSATO E PRESENTE

La dinastia di Gesù (Edizioni Piemme 2006)

La storia segreta di Gesù, della sua famiglia reale e la nascita del cristianesimo

Ricostruzione audace e provocatoria della vita e dei tempi di Gesù. Un libro da non perdere.
giovedì 13 gennaio 2011

Argomenti: Opinioni, riflessioni
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Argomenti: James D.Tabor

L’autore del libro è docente presso il dipartimento di Studi religiosi della North Carolina University (Charlotte NC). Da oltre venti anni si occupa delle origini del cristianesimo. Allo studio accademico unisce le indagini sul campo, ha infatti partecipato a molti scavi archeologici collegati alle indagini sui rotoli del Mar Morto. Le scoperte in questo campo gli sono valse una grande attenzione da parte dei media. Questo libro, a detta dell’autore, è frutto di quaranta anni di lavoro impegnato nella ricerca di Gesù storico.

Il libro è molto dettagliato ed approfondito, si può essere d’accordo o meno con le conclusioni a cui arriva l’autore, ma certo bisogna riconoscergli un grandissimo lavoro di analisi e di consultazione delle fonti più autorevoli esistenti all’epoca in cui accaddero i fatti. Fra queste fonti ricordiamo Antichità giudaiche e Guerre giudaiche di Giuseppe Flavio, i quattro vangeli sinottici, i vangeli apocrifi (ossia quelli non riconosciuti dalla dottrina cristiana), i rotoli del Mar Morto, che hanno fornito una nuova luce circa la comunità degli Esseni vissuta al tempo di Gesù, il vangelo di Giuda, la storia della chiesa di Eusebio di Cesarea, gli atti degli apostoli, la bibbia e molti altri documenti sconosciuti alla maggior parte dei lettori.

In questo libro di Tabor vi sono molti episodi relativi alla vita di Gesù visto come personaggio storico e si è effettuato anche un grande lavoro per ricostruire tante parti della sua vita e del suo modo di operare completamente ignorate dai vangeli canonici i quali si occupano principalmente degli ultimi tre anni della sua vita.

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James D.Tabor

Anche se può sembrare un libro per esperti di storia del cristianesimo e quindi un po’ ostico, vi posso assicurare che non è così, si legge molto piacevolmente ed è ricco di sorprese e di dettagli che tutti potranno apprezzare.

Innanzitutto viene sottolineato e dimostrato storicamente che Gesù aveva fratelli e sorelle e viene ribadito che la dottrina della “verginità perpetua” non si trova affatto nel nuovo testamento.

Gran parte degli scritti cristiani prima del quarto secolo danno per scontato che i fratelli e le sorelle di Gesù fossero i figli naturali di Maria e di Giuseppe e gli stessi vangeli non negano mai questa circostanza. Dopo Gesù, Maria ebbe altri sei figli, quattro maschi e due femmine, questa affermazione è fondamentale per ricostruire tutta la storia della dinastia di Gesù.

Si dice infatti molto chiaramente che la prima menzione ufficiale della verginità di Maria risale al teologo cristiano Epifanio nel 374 d.C. e che l’idea della verginità perpetua di Maria venne affermata nel secondo concilio di Costantinopoli nel 553 d.C. e successivamente nel concilio lateranense nel 649 d.C. Altro aspetto molto importante che aiuta a capire il personaggio storico è la necessità di illustrare il pensiero filosofico e religioso di Gesù ed il contesto sociale ed economico in cui questo venne elaborato.

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La palestina nel I sec. d.C.

Viene più volte ribadito che all’epoca vi erano diverse teorie filosofiche le quali erano fortemente influenzate dalla occupazione romana ed ancora di più dalla forte convinzione che la fine del mondo fosse molto vicina.

Giuseppe Flavio, che era quasi contemporaneo e quindi testimone, ci dice che esistevano allora tre principali scuole filosofiche del giudaismo: Farisei, Sadducei ed Esseni. Ad un certo punto lo storico spiega che c’era anche una quarta scuola, fondata da Giuda il Galileo, quella dei cosiddetti Zeloti. Ai Farisei e ai Sadducei Giuseppe dedica poche righe mentre dedica molte pagine agli Esseni, ai quali si devono i rotoli del Mar Morto.

Il movimento degli Esseni aspettava a breve la fine del mondo e la venuta di due Messia: una figura di sacerdote e una di re, entrambi di stirpe davidica; erano profondamente antiromani e detestavano la classe dirigente ebraica di Gerusalemme, sia Farisea che Sadducea, in quanto compromessa, corrotta e collaborazionista con i romani.

Gli Zeloti erano molto vicini al modo di pensare degli Esseni ma molto più intransigenti nell’applicazione della legge e molto più antiromani.

Scopriamo quindi che questa scuola filosofica e religiosa, detta degli Zeloti, fu fondata da Giuda il Galileo duecento anni prima di Cristo, venne ripresa e portata avanti da Giovanni Battista, il quale fu un grande leader del movimento e fu lui ad affiliare lo stesso Gesù attraverso il famoso battesimo. Alla morte di Giovanni per mano di Erode Antipa Gesù prese in mano le redini del movimento.

Il suo programma potrebbe essere così riassunto: regnare sul trono di Davide, purificare Gerusalemme e la terra di Israele da governati ingiusti, stabilire un regno di giustizia, riunire le 12 tribù disperse di Israele. Essendo un eccellente predicatore ed avvalendosi della collaborazione dei suoi 12 apostoli portò il suo movimento messianico e rivoluzionario ad un numero impressionante di adepti.

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Giuda il Galileo

Purtroppo per lui, si inimicò i sommi sacerdoti Anna e Caifa che all’epoca erano molto potenti. Infatti sceso a Gerusalemme per la Pasqua ebraica, irruppe nel tempio e cacciò i mercanti che ivi facevano i loro affari in condivisione con la casta sacerdotale dell’epoca. Da quel momento la sua fine era segnata; venne catturato dall’esercito di Pilato e condannato a morte secondo quelle che erano le modalità dell’epoca: la crocifissione. Dopo la sua morte fu Giacomo suo fratello a guidare il movimento; alla sua morte subentrò Simone lo zelota, fratello minore di Gesù ed infine un certo Bar Kochba , definito come ultimo messia.

Già dopo la morte Giacomo il movimento rivoluzionario Zelota subì un forte ridimensionamento, i romani infatti nel 70 d.C., con Vespasiano, distrussero il tempio di Gerusalemme e dettero la caccia ai ribelli per tutta la Palestina. Giuseppe Flavio documenta in maniera dettagliata la distruzione della fortezza di Masada avvenuta nella primavera del 73 d.C. In questa occasione 960 zeloti si suicidarono per non finire nelle mani dei romani. Questa fu l’ultima epica tappa della resistenza giudaica.

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Masada Pianta della fortezza
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Masada Triclinio

Quando i vangeli di Marco, Matteo, Luca e Giovanni vennero scritti, tra il 70 e il 100 d.C., era in atto il tentativo aperto da parte dei cristiani di minimizzare e marginalizzare la figura di Giovanni Battista mentre veniva smisuratamente esaltato il ruolo di Gesù. Il grande imbarazzo con il quale però dovettero fare i conti i primi cristiani fu che era stato Giovanni a Battezzare Gesù, non il contrario.

In conclusione i risultati portati alla luce da questo testo sono molto semplici e lineari e rispecchiano, quanto più è possibile, una logica storica.

Questi fatti si possono così riassumere: Gesù ebbe un padre naturale e una madre naturale, è assai probabile che Maria, sua madre, quando era una ragazzina già legata ad una promessa di matrimonio con un uomo più vecchio di lei, fosse rimasta incinta.

Sia Maria che Giuseppe erano discendenti di Davide, la prima seguendo la linea sacerdotale, il secondo seguendo la linea reale.. Giovani Battista fu l’iniziatore del movimento messianico che divenne poi il cristianesimo. Erode Antipa condannò a morte Giovanni Battista per sedizione e Pilato condannò a morte l’altro esponente del movimento, Gesù, per sovversione contro l’impero e per essersi proclamato re dei Giudei. Dopo la sua morte il fratello Giacomo ereditò il comando del movimento e alla morte di quest’ultimo l’altro fratello Simone.

Gesù non aveva nessuna intenzione di fondare una nuova religione, visse come ebreo praticante ed in modo conforme alla Toràh o legge giudaica; tutto questo è documentato da fonti indipendenti e non asservite ai dettami imposti successivamente dalla teologia cristiana.

A questo punto la domanda d’obbligo è: allora perché a Gesù viene attribuita la fondazione del Cristianesimo, l’istituzione della eucarestia, l’obbligo per i discepoli di diffondere la fede anche fra i non ebrei, l’istituzione della comunità della chiesa, con l’apostolo Pietro come primo papa e tante altre regole e principi adottate oggigiorno dai cristiani?

La risposta è semplice: perché, a partire dal 50 d.C., tutta la letteratura che si impose all’attenzione dei popoli dell’impero fu elaborata da Paolo di Tarso in una modalità che fosse gradita a tutti e che conseguentemente facesse più proseliti possibili.

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Giuseppe Flavio

Vorrei ricordare che, per sua stessa ammissione, Paolo non conobbe mai Gesù, aveva acquisito la cittadinanza romana per speciali meriti fra cui anche una accanita persecuzione dei primi cristiani. Tutto quello che dai lui viene scritto nelle famose lettere è, a suo dire, frutto delle rivelazioni che Gesù gli aveva fatto dopo la caduta da cavallo sulla via di Damasco e dopo la sua conseguente conversione al cristianesimo.

La chiave di volta della sua predicazione fu rappresentata dalla inclusione di tutti i cosiddetti gentili (non ebrei) nella chiesa e quindi nella possibilità per questi di conquistare il regno dei cieli.Alcuni esempi di questi nuovi messaggi possono essere: non più obbligo della circoncisione, nessuna obbedienza alle regole ferree della Toràh ed infine il messaggio forte e risolutivo che Gesù si era fatto uomo, era morto ed era risorto per purificare tutta l’umanità dai loro peccati.

L’autore del testo cerca di dimostrare invece che quella che tutti chiamano religione cristiana si dovrebbe in realtà chiamare religione paolina.

Esaminando infatti, molto attentamente, tutta la documentazione disponibile e non lasciandosi invischiare dalla sola letteratura preconfezionata dopo le predicazioni di Paolo si potrebbero trarre delle conclusioni simili a quelle dell’autore.



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