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Rubrica: EDITORIALI

EDITORIALE OTTOBRE 2010

IL TRIONFO DELL’EFFIMERO E LA CRISI VALORIALE: UN DISEGNO PROGRAMMATO?
venerdì 1 ottobre 2010

Argomenti: Opinioni, riflessioni

Lo sconvolgimento della vita morale non ha mai raggiunto livelli così bassi e, a nostro avviso, irrecuperabili. Non c’è campo della società che si salvi dalla dissoluzione più accentuata: politica, religione, economia, sport, spettacolo e così via.

A questo punto viene spontaneo domandarsi: quale è stata l’origine di tanta mancanza di decoro, di dignità, di rispetto degli altri e di se stessi; non è possibile che sia tutto sorto all’improvviso e senza alcun motivo…

Basta risalire ad anni or sono, alla comparsa delle TV commerciali cui, per la prima volta, era (ed è anche oggi), ahimè, concesso tutto: diffondere violenza, sessualità gratuita, esempi di vita basati su “veline” e “velone”, grandi fratelli, spettacoli degradanti con scene da voltastomaco: il tutto tramite il mezzo televisivo, diffuso capillarmente in ogni casa e in ogni famiglia e che rappresenta il passatempo preferito e spesso l’unica forma d’informazione per i nostri ragazzi e non solo.

E che dire dei programmi quali “Io canto” e “Ti lascio una canzone” in cui bambini, dai 4 anni in su, vengono messi in mostra per cantare canzoni d’amore, di passione e quant’altro?

Ma dove sono finiti i giochi e gli svaghi dei ragazzini, la vita semplice divisa tra casa e scuola?

Così, l’ideale di vita per la stragrande maggior parte dei giovani diventa lo spettacolo, l’immagine, i facili guadagni, il vuoto morale con tutto ciò che ne consegue.

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Dal film "Il caimano" di Nanni Moretti

La mancanza di valori, la crisi della famiglia e della scuola e di conseguenza dell’educazione hanno fatto il resto .E’ qui che si sono introdotte facilmente le droghe, il bullismo, la noia e la disaffezione più profonda.

Non è possibile che tutto ciò sia accaduto per caso.

C’è chi da grande burattinaio ha diretto e dirige tutto questo degrado per avere un popolo debole, sottomesso, un’Italia che all’estero definiscono “mafia e spaghetti”, a danno delle nuove generazioni che dovrebbero rappresentare la speranza di un mondo migliore e che avrebbero bisogno di insegnamenti morali, di serietà e, soprattutto di “esempi” dalla famiglia, dalla scuola, dal governo.



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