Rubrica: PASSATO E PRESENTE

JAMES HILLMAN – IL CODICE DELL’ANIMA

Archetipi, carattere, vocazione, destino
martedì 13 aprile 2010

Argomenti: Sociologia
Argomenti: Ricordi

Qualche anno fa parlando con mia sorella Lucia del metodo didattico - educativo da me adottato per scoprire e valorizzare le attitudini dei miei alunni, le raccontai alcuni stupefacenti episodi che nel corso della mia lunga carriera scolastica mi avevano particolarmente colpita. Le dissi che talvolta mi ero trovata dinanzi a ragazzi dal carattere molto forte, già maturi pur essendo così giovani, oppure con abilità così spiccate, particolari, davvero poco comuni e purtroppo non sempre apprezzate da insegnanti e genitori, anzi spesso contrastate e definite dispersive (“una perdita di tempo”) o addirittura considerate come patologie della psiche.

Lucia allora mi consigliò di leggere Il Codice dell’Anima di James Hillman e così cominciai a studiare le opere di questo straordinario personaggio.

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JAMES HILLMAN

Psicologo junghiano, filosofo, ottimo scrittore, non imbrigliabile in schemi per le sue idee innovative ed originali, nato ad Atlantic City nel 1926, ma vissuto per 30 anni in Europa, ha frequentato la Sorbona , il Trinity College di Dublino, l’Università di Zurigo, collezionando molti titoli accademici. Nel 1970 ritornò negli USA ed insegnò in diverse prestigiose università, tenendo numerose conferenze sulla psicologia archetipica, suscitando reazioni contrastanti tra psicologi, educatori ed operatori sociali.

Egli definisce gli archetipi junghiani come radici culturali arcaiche che ogni essere umano porta in sé non solo come individuo, ma anche come componente di una società. L’aspetto rivoluzionario di tali teorie consiste nell’allargare l’intervento terapeutico della psicologia dal rapporto a due, medico - paziente, a tutti i turbamenti e le patologie della società. Insomma nella misura in cui esploriamo la nostra anima, “siamo tutti in terapia”. 100000000000012C000000C1840E28CB

Se un bambino ha dei problemi, essi non sono solo dentro di lui, ma anche nell’ambiente esterno, nel sistema, nella società. Così se un alunno a scuola si mostra ribelle, caparbio, apatico oppure soffre di deficit dell’attenzione, allergie, asma, iperattività, dislessia, spesso tali disturbi mascherano cause che non si possono scoprire “senza essere istruiti nell’arte di vedere nell’Invisibile”. Citando pertanto il libro di Emerson “Cradles of Eminence”, egli offre un resoconto sull’infanzia di ben 400 personaggi che ebbero gravi problemi scolastici. Tra loro troviamo Einstein, Gandhi, Thomas Mann, il fisico Richard Feynman, il regista R. W. Fassbinder, Emile Zola, Pablo Picasso, il compositore E. Grieg, W. Churchill,, il poeta indiano Tagore, Woody Allen e tanti altri.

1000000000000083000000DCC48E2759 10000000000000C800000137FC8C7E45Nel suo libro Il Codice dell’Anima, che ha il significativo sottotitolo di “carattere, vocazione, destino”, espone quindi la “teoria della ghianda”, secondo la quale ogni anima porta in sé un progetto (una sorta di codice) da realizzare sulla Terra come il destino della quercia è già contento nella piccola ghianda. Quando tale progetto viene ostacolato dall’ambiente in cui un bambino si trova ad agire, nascono ribellioni e patologie. Secondo Hillman il daimon del mito di Er, raccontato da Platone, oggi si nasconde dietro parole come vocazione, carattere o destino, cioè quel particolare Quid che ci fa agire in un determinato modo, ci induce a fare certe scelte,a prendere certe vie, come appare evidente soprattutto attraverso le vite emblematiche di personaggi famosi in vari campi. Per non valutare in modo errato i comportamenti anomali dei bambini, quindi, la porta deve rimanere aperta ai fattori invisibili, “casomai sia un angelo a bussare e non una malattia”, egli afferma.

L’obiettivo di Hillman, come egli stesso ha dichiarato a Scott London in un’intervista, è “una terapia delle idee” che, opportunamente ampliate in una visione organica innovativa, aiutino a vedere gli stessi problemi in modo diverso. Così ad esempio, nel suo testo La Forza del Carattere, esorcizza con tale terapia l’immagine morbosa della vecchiaia che spesso paralizza gli anziani nella depressione.

Per lui la vecchiaia può diventare una forma d’arte, un’occasione unica per creare una struttura estetica possente e memorabile che incarni il ruolo archetipico dell’avo, custode non bigotto della memoria e della tradizione. 1000000000000088000000DC726AB099Interessante il capitolo IV del Codice dell’Anima, intitolato “Il ritorno degli Invisibili”, che sembra riassumere molte delle sue idee espresse in altri libri, come Il Potere, Politica della Bellezza, La Vana fuga degli Dei, La Giustizia di Afrodite, ecc.

In effetti egli asserisce che la scienza della psicologia, pur avendo rinunciato alla secolare ricerca dell’anima, continua ad “ingabbiare l’Invisibile con metodi visibili” e ciò accade perché la nostra visione materialistica del mondo conduce l’intelletto umano a sentirsi a proprio agio tra gli oggetti inanimati, soprattutto tra gli oggetti solidi, dove la nostra azione trova il suo fulcro e la nostra industriosità i suoi utensili: la nostra logica è prevalentemente una logica dei solidi (afferma, citando H. Bergson).

Eppure secondo Hillman stranamente la nostra vita di tutti i giorni è governata da una folla di INVISIBILI che ci danno continuamente ordini, uno spietato gruppo di figure mitiche, chiamate Dominio, Successo, Costo, Rendimento ed infine la più grande e più pervasivamente invisibile, l’ ECONOMIA, che detiene il potere assoluto e oggi governa le nostre esistenze. 100000000000012C000000CB82466ABBCome gettare dunque un ponte tra Visibile ed Invisibile? Hillman indica tre vie: la MATEMATICA, la MUSICA e soprattutto i MITI (portatori di grandi verità dimenticate) che attraverso l’INTUIZIONE creano il ponte tra questi due regni.

Definito spesso provocatore, anticattolico, visionario, in realtà Hillman spazia liberamente con la sua vasta cultura in tutti i campi dello scibile umano mondiale, da Ovest ad Est, da Nord a Sud, dal mondo antico al moderno, da miti e leggende a storia, filosofia, letteratura, filologia, scienze e quant’altro, offrendoci un’ efficace visione olistica che mira ad unire in modo armonioso materia e spirito. Anche se non è stato compreso da chi è più legato ad un rigido e dogmatico cattolicesimo, egli non può essere definito certo un anticristiano, poiché ha una profonda visione spirituale dell’Uomo. La Grecia Antica sembra rappresentare per lui un ideale di che il mondo moderno ha distrutto. Rielaborando la frase di Jung “gli Dei sono diventati malattie”, evidenzia che l’esclusione delle forze divine un tempo presenti nella vita dell’Uomo, oggi sta causando malattie e patologie, sta distruggendo armonia ed equilibri.

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Lucia Angela D’Arbitrio

Concludendo, ringrazio mia sorella che, benché avesse undici anni meno di me, seppe darmi preziosi consigli, dimostrando di avere un’anima più “grande” della mia, quasi a testimonianza delle teorie di Hillman. I libri citati furono il suo ultimo regalo per me prima di lasciare questo mondo il 17 aprile di 5 anni fa e spero che ora ella sia “il mio angelo”. Fu battezzata da mio zio Giovanni con i nomi di Lucia Angela, perché nacque nella notte tra il 29 e il 30 settembre: nei giorni della Festa degli Angeli.

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LUCIA agli AMICI (1)
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LUCIA agli AMICI (2)


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