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Rubrica: SCIENZA E DINTORNI

The Luck Factor: The Four Essential Principles

LUCK FACTOR - FATTORE FORTUNA

Chi vuol essere milionario?
domenica 1 marzo 2009

Argomenti: Attualità
Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Richard Wiseman

La Dea Bendata continua ad affascinare i poveri mortali ancor oggi e in tutto il mondo imperversano lotterie, quiz televisivi, concorsi a premio, “gratta e vinci”, giochi d’azzardo e quant’altro. Ritornano quindi, con sorprendente forza, le superstizioni e così molti stanno alla larga da gatti neri, dal sale versato, evitano di passare sotto le scale, comprano ciondoli e oggetti portafortuna , incrociano le dita ecc. ecc. ecc.

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la Fortuna

L’antropologa Liliane Kuczynski, autrice del libro “Les Marabouts Africains à Paris”, afferma che i maghi africani non hanno mai avuto tanta fortuna a Parigi come in questi ultimi tempi. Gli adepti, purtroppo, sono tanti ed includono differenti classi sociali: giovani ansiosi per i loro studi o il lavoro, imprenditori, artigiani, impiegati e perfino uomini politici ed intellettuali.

Il fenomeno comincia ad essere di così vasta portata che viene analizzato ormai in modo serio da psicologi e sociologi. Perfino gli esperti di marketing lo prendono in considerazione, per incrementare le vendite ed intrappolare i consumatori. La gente, infatti, adora grattare, incollare o staccare piccoli adesivi e altre diavolerie per partecipare a giochi d’azzardo di vario genere con il miraggio di vincere qualche favoloso premio, fidando nella buona sorte, senza curarsi dell’alta percentuale di rischio e delle infinitesimali probabilità di guadagno.

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Richard Wiseman

Richard Wiseman, professore di psicologia presso l’Università di Hertfordshire nel Regno Unito, autore del testo “The Luck Factor” (Fattore Fortuna), per dieci anni ha condotto esperimenti su soggetti “fortunati” e “sfortunati” di razze e culture diverse. Egli alla fine è giunto alla conclusione che ciò che fa la fortuna o la sfortuna di un individuo, è soprattutto il suo particolare modo di porsi di fronte alla vita: la carta vincente, secondo Wiseman, è l’ottimismo, supportato però anche da duro lavoro. Egli ha quindi affermato: - La Fortuna non è qualcosa che piove dal cielo, ma è ciò che si raggiunge quando si affronta la vita in modo attivo -. Insomma aveva ragione Sallustio quando scrisse nelle sue Epistulae “faber est suae quisque fortunae”, cioè “ognuno è artefice del proprio destino”. Ci chiediamo tuttavia se Il concetto dell’HOMO FABER, costruttore del suo futuro, riscoperto poi anche dall’Umanesimo e dal Rinascimento, abbia ancora valore nel mondo di oggi.

Il successo del film “TheMillionaire”, del regista inglese “Danny Boyle, vincitore di 8 Oscar, diventa così specchio dei nostri tempi, condensando in modo significativo tutti gli aspetti positivi e negativi dell’attuale enfatizzazione del FATTORE FORTUNA. Il desiderio della vittoria del Bene sul Male, la forza dell’ottimismo, il coraggio, la fede nell’Amore sono presenti nel film, ma alla fine ci domandiamo se sia giusto banalizzare questi elevati principi rinchiudendoli nel limitato contesto dei quiz televisivi. In fondo ciò non significa forse negare al protagonista, a Jamal, povero ragazzo indiano, il diritto ad una vera istruzione, a una scuola che lo aiuti a “costruire” un avvenire migliore, a diritti umani e civili che rispettino la sua dignità in quanto “persona”?

E così mentre milioni di poveri in tutto il mondo lottano per sopravvivere e l’attuale crisi finanziaria sta dimostrando l’evanescenza del “danaro virtuale”, un impressionante numero di persone crede sempre più nella Fortuna e si fa incastrare dal fenomeno ossessivo - compulsivo del gioco.

Quali sono le cause di tutto ciò? La caduta delle ideologie, la perdita della fede in Dio, il consumismo, la corruzione dilagante, il condizionante influsso dei mass media? Difficile dare una risposta.

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Per concludere con una storia positiva la mia analisi del “Fattore Fortuna” , ho pensato infine di parlare di mio padre, dignitoso professore di matematica nei licei scientifici napoletani, entusiasta del suo lavoro e dei suoi alunni, ottimista e sognatore. Ricordandomi di lui, ancora una volta ho ritrovato dentro di me la forza dei suoi buoni esempi, della sua coraggiosa lotta per la vita, di quel suo particolare, gioioso modo di esclamare “alleluia” di fronte alle nostre piccole vittorie nello studio e nel lavoro, ai risultati raggiunti con faticoso e serio impegno. Anche papà, appassionato di calcio e,tifoso del Napoli, spendeva poche lire ogni settimana per una “schedina” del totocalcio, nella speranza di avere un po’ di fortuna ed offrire alle sue quattro figlie una vita futura più agiata. Giocò con testardaggine fino alla fine della sua vita, vincendo talvolta solo modeste somme di danaro.

Non siamo diventate “milionarie”, caro papà, ma abbiamo vinto comunque, soprattutto grazie a tutto ciò che tu ci hai insegnato con i tuoi costruttivi, onesti ideali. ALLELUIA!



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