Rubrica: CULTURA

LUIGI MANCONI: ELOGIO DEL GARANTISMO

Dibattito con l’autore del libro “Per il tuo bene ti mozzerò la testa”
domenica 25 aprile 2021

Argomenti: Media, TV e Internet

Davvero interessante il dibattito telematico sul garantismo con Luigi Manconi, svoltosi su Zoom il 9 aprile2021, con significative riflessioni sul suo libro “Per il Tuo Bene ti Mozzerò la Testa- Contro il giustizialismo morale” (Ed. Einaudi), scritto in collaborazione con Federica Graziani.

Nel corso dibattito, organizzato per iniziativa del Centro Culturale Nuovo Progetto, con Luigi Manconi hanno dialogato Silvana Tacchio, vicepresidente di Nuovo Progetto, Carlo Salvioni e Agnese Capitanio, membri del Direttivo e altre persone collegate on line, tra le quali anche la sottoscritta e suo marito ing. Savino De rosa, cortesemente invitati dalla nostra amica dott. Tacchio. L’incontro telematico è iniziato con un gentile ricordo di mia sorella Lucia D’Arbitrio (morta nel 2005), fondatrice dell’associazione Concreis (in difesa di ricerca spirituale laica), alla quale Manconi offrì in passato il suo efficace supporto.

Ricordiamo che Luigi Manconi, noto e stimato docente universitario, scrittore, sociologo e politico prima nelle fila dei Verdi, poi come sottosegretario alla Giustizia nel II governo Prodi, dal 2013 al 2018 con il Pd è stato garante dei diritti delle persone private della libertà. La legge che integra il reato di tortura porta il suo nome. Iscritto a Nessuno Tocchi Caino, ha fondato l’associazione A Buon Diritto. Si è dedicato a problemi come marginalità sociale, emigrazione, difesa di diritti umani e civili, libere scelte.

Come in precedenti dibattiti, Luigi Manconi ha confermato la sua avversione al giustizialismo, in particolare quello cosiddetto morale: in breve essere garantisti in Italia è difficile per un imperante populismo penale che sobilla il rancore sociale in modo irrazionale, per cui “politici, giornalisti e manettari d’ogni sorta brandiscono la morale come un’arma”. L’autore ha poi sottolineato che oggi ciò che manca è una giustizia efficace che funzioni davvero e si avvalga di carceri dove i detenuti siano davvero rieducati per essere reinseriti nella società.

Dialogando con gli altri interlocutori in effetti ha confermato le idee espresse nel suddetto libro. Davvero illuminante la presentazione della Casa Editrice che inizia con l’aforisma «Beati gli affamati di giustizia perché saranno giustiziati» per descrivere il clima di sospetto in Italia dove “si diffonde l’idea che la società debba perseguire un modello assoluto di legge e ordine, senza scampo per nessuno e senza spazio per i dubbi della prudenza e della clemenza. È un orientamento, traducibile nello slogan più carcere per tutti», che si nutre di un esteso rancore sociale(…)”. E continua affermando: “Il contenuto di questo libro sta tutto nel sottotitolo: contro il giustizialismo morale. Quell’orientamento culturale e politico che persegue un concetto assoluto e astratto di giustizia e pensa di affidarne la realizzazione alla spada dei tribunali, a prescindere dalle forme, dalle garanzie processuali e dai diritti individuali. Viviamo in un Paese in cui alcuni versano in condizioni disumane, altri stentate e in cui il sistema delle pene insegue le inquietudini della sicurezza pubblica, ricorrendo a un inasprimento delle sanzioni buono solo a far crescere l’angoscia collettiva. In questa società e in questo clima trovano largo spazio campagne di opinione tese a incentivare la voglia di rivalsa sociale e a offrirle facili bersagli. Il libro ripercorre gli ultimi anni di storia nazionale. Anni in cui, mentre le tutele individuali in campo penale si affievolivano e processi pubblici e gogne mediatiche si moltiplicavano, si diffondeva l’idea che ciò che è peccato è reato. E l’esito è stato tanto l’abbassamento del livello di civiltà giuridica quanto la mortificazione del senso collettivo di giustizia. Da tutto questo nasce il quesito che, attraverso 11 casi esemplari, il libro pone ai lettori: siete garantisti o giustizialisti? Un test per verificare quale sia il vostro grado di rispetto dei principî e delle regole dello stato di diritto”.

Partecipando al dibattito, ho posto anch’io una domanda sul rapporto “Potere-Giustizia”, un potere che spesso prevarica sull’equità della giustizia stessa, innescando sempre più il rancore del popolo che poi viene fomentato e strumentalizzato ad hoc: insomma un cane che si morde la coda, un circolo vizioso in cui i potenti spesso abusano del garantismo, mentre le classi più deboli spesso non ne usufruiscono. Luigi Manconi mi ha risposto riaffermando le sue idee sul garantismo, poiché secondo lui “alla fine appare come l’unica unica via di uscita che può farci sentire almeno più tranquilli e sereni”, in attesa -aggiunge la sottoscritta- di una giustizia che in Italia funzioni davvero.

Giovanna D’Arbitrio.



Diritti di copyright riservati
Articolo non distribuibile su alcun media senza autorizzazione scritta dell'editore