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Rubrica: COSTUME E SOCIETA’

LA SABBIA SEGRETA

di Andrea Forte & Vivi Lombroso
mercoledì 28 ottobre 2020

Argomenti: Opinioni, riflessioni

Un granello di sabbia srotolava su una lastra liscia sino alla perfezione, trasparente invisibile, estesa all’infinito. Il granello continuava a srotolare, e continuava senza limiti di spazio e senza impedimenti; non ricordava più da quanto tempo.

Tutto ad un tratto si aprì sul percorso una sottile infinitesima fessura della lastra, e non poté evitare di scivolare dentro la fenditura, per quanto sottilissima.

Sbucò in una galassia, stupenda, variegata. Pianeti nascevano, stelle mutavano, comete disegnavano ricami su enormi distanze, intelligenze le più strane sorgevano e si evolvevano in pensieri sempre più imprevedibili.

Il granello di sabbia saltellava da un punto all’altro di tutte quelle meraviglie, e si divertiva come non mai.

All’improvviso fu coinvolto da un’onda energetica che dolcemente ma irrevocabilmente, lo fece andare in una ben precisa direzione, roteando su se stesso… finché si trovò a scivolare in una voragine oscura.

Proseguì a scivolare e poi si accorse che più proseguiva, più tutto non aveva senso. Le tenebre divennero fitte, assolute, perfette. Persino il fatto di avere un senso o no… non aveva più senso… non significava più niente… finché al granello di sabbia non importò più nulla, non gli importava più nulla di nulla. Il granello di sabbia non sapeva se stesse muovendosi o no, ma non aveva importanza.

Non sapeva se il tempo scorresse o si fosse fermato, ma non aveva importanza.

Non sapeva se fosse sempre se stesso, o fosse divenuto altro, ma non aveva importanza.

In estrema lontananza sorse un puntino luminoso, ma non aveva importanza.

Il puntino lentissimamente si avvicinava e ingrandiva, ma non aveva importanza.

Poi divenne un globo incandescente ed abbagliante, che continuava a ingrandire, e il granello di sabbia cominciò ad agitarsi, a vibrare. Non provava più l’impressione che il campo luminoso ingrandisse: questa impressione piano piano divenne l’universo. All’inizio l’impressione era che il bagliore si avvicinasse; poi il granello di sabbia cominciò ad avere la netta sensazione di star cadendo sempre più nella voragine abbagliante ed incandescente.

Infine la percezione mutò ancora. Il granello di sabbia si rese conto di aver raggiunto il centro del globo… e, come lo raggiunse, il globo esplose, e il granello si trovò velocissimamente proiettato non sapeva verso dove… e perché.

Fu catturato da un fascio di strani corpuscoli che però non erano granelli di sabbia come lui. Il flusso incrociò una cometa che li trasportò in lungo e in largo fra immagini meravigliose, finché non cadde su una stella e si amalgamò con essa. Il granello si trovò a vorticare in un caos indistinto, imprevedibile, divertente oltre ogni misura. Ad un certo punto un flusso di quel caos si protese, trasportando il granello di sabbia lontano, lontano dall’enorme ribollio della stessa.

Il granello fu attratto da una grande pallottola di terra e cadde in un cunicolo profondo; uscì dal cono di un vulcano, finì su una nuvola, tornò a terra insieme a piccoli frammenti di acqua, scivolò fra le fessure del terreno, sbucò in una caverna, e lì rimase. Passò del tempo, e non succedeva più niente. All’improvviso accadde… il granello di sabbia si rese conto che non era un granello di sabbia, non lo era mai stato, e non lo sarebbe stato mai… era… soltanto un’idea.



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