Rubrica: COSTUME E SOCIETA’

SI NOTA ALL’IMBRUNIRE. TEATRO QUIRINO

di Alessandra Millefiorini
venerdì 24 gennaio 2020

Argomenti: Teatro

MIRABILE PROVA DI SILVIO ORLANDO AL TEATRO QUIRINO IN “ SI NOTA ALL’IMBRUNIRE ( SOLITUDINE DA PAESE SPOPOLATO)”

Dal 21 Gennaio Al 02 Febbraio 2020

Non facile la prova, superata, da Silvio Orlando in questo testo di chiara impronta femminile con grande spazio lasciato alla introspezione ed alla caratterizzazione psicologica dei personaggi.

Che Silvio Orlando fosse un attore estremamente eclettico con una maschera talmente duttile che gli consente di passare con eguale credibilità dal genere drammatico alla commedia brillante lo sapevamo già avendolo apprezzato nella sua lunga carriera. Ciò che, però, gli viene richiesto in questo lavoro teatrale è un “gesto atletico” di notevole sforzo. Il protagonista è alle prese con lunghi monologhi – quasi delle sedute di psicoterapia - in cui racconta la sua vita da “uomo seduto” che si rifiuta di uscire di casa per avere contatti non solo con la gente ma anche con la propria famiglia in una sorta di paralisi fisica che viene a coincidere con la sua paralisi emotiva e psicologica.

Una vita pervasa dal ricordo della moglie la cui morte, lo ha svuotato di ogni interesse o attaccamento alla vita. La moglie era il trait-d’union tra Silvio e la vita. Neppure i figli riescono a scuotere Silvio dal torpore che lo avvolge come una calda e sicura coperta isolante e desolante.

La storia narra di Alice (Alice Redini) Vincenzo (Vincenzo Nemolato) e Maria (Maria Laura Rondanini), i figli di Silvio, che trascorrono con lui un fine settimana in occasione dell’anniversario della morte della loro madre. Al gruppo si unisce anche Roberto il fratello di Silvio. Tanto è sommesso e silenzioso Silvio tanto è scoppiettante e rumoroso Roberto (Roberto Nobile). Diversi in tutto anche nell’accento: Silvio simpaticamente napoletano e Roberto decisamente ed incredibilmente catanese.

Alice Vincenzo e Maria sono, come Silvio, pieni di nevrosi ed alla ricerca di qualcosa che dia senso alle loro vite. Nel frattempo, tentano di sottrarre Silvio alla sua vita “in solitaria”.

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Foto Claudia Pajewski

La convivenza familiare porterà a galla risentimenti e rese dei conti tra i figli e Silvio. Il tutto sospeso tra realtà e sogno / desiderio di Silvio. Testo e regia sono di Lucia Calamaro drammaturga, regista e attrice. Nata a Roma, a tredici anni si trasferisce a Montevideo, seguendo il padre diplomatico. Laureata in Arte e Estetica alla Sorbona di Parigi.

Grande attenzione e selezione delle parole che fluiscono come un fiume in piena per descrivere gli stati emotivi dei protagonisti. Il poco ritmo dello spettacolo è dovuto alla ridondanza dei monologhi dei protagonisti ed alla regia necessariamente poco dinamica. Assistendo alla pièce, comunque, non si può non pensare a Samuel Beckett; vista la coincidenza dei nomi di battesimo degli attori con quelli dei personaggi si può dire che Lucia Calamaro abbia veramente scritto la parte per ogni attore.

Da vedere e, soprattutto, da ascoltare con grande attenzione.

Alessandra Millefiorini.



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