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Rubrica: EDITORIALI

DIAMOGLI UN TAGLIO...

sabato 12 ottobre 2019

Dopo anni e anni di attesa, finalmente, il nuovo governo è riuscito a far approvare la legge sul taglio dei parlamentari, nonostante le promesse mai mantenute dei governi precedenti.

Eppure, c’è ancora (specie tra i parlamentari) chi sostiene che tale riforma è ingiusta e lede i principi della Costituzione.

Evidentemente, queste persone dimenticano i seggi di Camera e Senato il più delle volte vuoti o semivuoti, anche per il promulgamento di leggi importantissime, dimenticano gli scambi di voto o di casacca, la compravendita di qualche parlamentare, gli indagati che siedono su quelle poltrone o l’eterno conflitto di interessi mai risolto.

Parliamo di numeri:

Gli Stati Uniti d’America hanno 500 parlamentari per 360 milioni di abitanti; in Germania, il Bundestag ha 709 eletti su 82 milioni di abitanti; la Francia ha, in tutto, 577 membri per 67 milioni di abitanti e …in Italia? 945 tra deputati e senatori su circa 61 milioni di abitanti…(sic!)

Oltre a ciò, innumerevoli sono i benefici economici di queste cariche: vitalizi, agevolazioni di ogni tipo: dalle diffuse auto blu, alle palestre, alla ristorazione presso la buvette, ai viaggi, ai trasporti aerei, etc.etc.etc.

Con la riduzione a 400 senatori e 200 deputati, si calcola un risparmio di 500 milioni di euro l’anno che potranno essere utilizzati per fini rivolti ai cittadini.

C’è anche chi invoca un referendum popolare che, certamente, confermerebbe tale riduzione, dal momento che la maggioranza degli Italiani vive in condizioni di precarietà assoluta e non può approvare così alte differenze di contribuzioni, agevolazioni, vantaggi mai messi in discussione e che ora, per fortuna, vengono ridotti….

La storia trascorsa ci insegna che, in ogni tempo e fin dall’antichità, la cosiddetta "casta" è stata sempre presa di mira e contestata dal popolo, proprio per privilegi esagerati che non corrispondono spesso all’impegno politico che ogni eletto promette di avere e non mantiene.

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Voto per il femminicidio. Camera dei Deputati

Riportiamo una poesia di Trilussa che descrive quanto sopra affermato.

La politica (Trilussa)

Ner modo de pensà c’è un gran divario:

mi’ padre è democratico cristiano,

e, siccome è impiegato ar Vaticano,

tutte le sere recita er rosario;

de tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano

è socialista rivoluzzionario;

io invece so’ monarchico, ar contrario

de Ludovico ch’è repubblicano.

Prima de cena liticamo spesso

pe’ via de ’sti princìpi benedetti:

chi vo’ qua, chi vo’ là... Pare un congresso!

Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma

ce dice che so’ cotti li spaghetti

semo tutti d’accordo ner programma.



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