Rubrica: QUADRIFOGLIO

ACQUA : LA MOSTRA DI ORESTE BALDINI

A VILLA GIULIA
martedì 8 ottobre 2019

Argomenti: Mostre, musei, arch.

Il talento artistico di Oreste Baldini, più noto probabilmente come attore, doppiatore e scenografo, si esprime dialogando con l’antico nella mostra “Acqua” nel Museo nazionale etrusco di Villa Giulia.

Un museo che, come ha ricordato la responsabile dell’Ufficio Mostre Maria Paola Guidobaldi, è ospitato in una villa rinascimentale, quella di papa Giulio III Del Monte, che culmina in bellezza nella loggetta di Bartolomeo Ammannati, che si affaccia sul ninfeo forse più celebre di Roma. Parliamo del Ninfeo dell’Acqua Vergine, il cui acquedotto venne fatto realizzare da M. Vipsanio Agrippa nel 19 a.C. per alimentare le sue Terme nei pressi del Pantheon.

Le opere scultoree di Oreste Baldini, costituite da una serie di stele di diversi materiali (bronzo, ferro, legno e tessere mosaicali) culminanti in una centrale più alta, sono disposte scenograficamente nel Giardino del Ninfeo e da questo particolare allestimento traggono forza, sottolineando il percorso sotterraneo dell’acqua.

L’evento, curato dall’associazione culturale “Arte per l’Arte”, in collaborazione con il museo ospitante, vuole rendere omaggio alla fragile bellezza di un mondo che sta cambiando a velocità vertiginosa, un pianeta che con il suo cambiamento climatico rischia di arrivare a un punto di non ritorno, che, secondo alcuni scienziati, potrebbe essere il 2030, come evidenziato in mostra da un orologio che segna il tempo che manca a questa ipotetica, fatidica data.

Tra i quattro elementi archetipici, l’acqua è quello più potente, la forza primigenia da cui si genera la vita e a cui tutto farà ritorno, secondo il concetto filosofico di Talete di Mileto, riportato da Aristotele nella sua Metafisica, che costituisce la base della filosofia occidentale.

L’artista, nato nel 1962 a Milano ma romano di adozione, si confronta con questo pensiero realizzando sculture, dove l’acqua è evocata da pesci ed è anche presente fisicamente alla base della stele centrale, raffigurante lische intrecciate in un arabesco, che si innalza verso il cielo e culmina in uno specchio dorato, in un anelito di spiritualità. I suoi esseri acquatici sono sì pesci, ma nel simbolismo del pesce possiamo cogliere l’essenza nascosta di Cristo, come ben sapevano i primi cristiani. E in effetti questi pesci, innalzati su stele votive, sembrano voler congiungere l’acqua al cielo. Sono “opere verticali che con la loro preghiera silente invocano una risoluzione al preoccupante aumento della temperatura delle acque, reso cromaticamente con il rosso, colore/immagine di molte opere proposte in mostra, cui si contrappone con forza il blu evocativo della purezza dell’elemento acqua”, come si legge nel depliant illustrativo della mostra.

Sono allo stesso tempo opere contemporanee che dialogano con l’antico, non solo con il “teatro d’acque” rinascimentale della villa, ma anche con i mosaici romani (lo stesso Baldini usa la tecnica antica del mosaico) e con raffigurazioni di pesci o di altri esseri acquatici presenti nel museo. Pensiamo in particolare ai tritoni, ai cavalli marini e alle sirene (in realtà raffigurate anticamente con il volto di donna e il corpo di uccello) che sono state protagoniste nel 2018 nella stessa Villa Giulia di un’interessante mostra di taglio archeologico-medico sulla sirenomelia, una grave malformazione dei neonati consistente nella presenza di un unico arto inferiore.

Tanti sono i ricordi che riaffiorano nella splendida location e tra questi indubbiamente anche quelli sull’Acqua Vergine, la cui leggenda, narrata da Frontino, è raffigurata nello scenografico ninfeo. Il nome deriverebbe da una fanciulla, in latino “virgo”, che avrebbe indicato il luogo delle sorgenti ai soldati romani che, assetati, ne andavano in cerca. Secondo un’altra versione, però, si farebbe riferimento alla purezza dell’acqua. L’importanza dell’acquedotto Vergine (che alimenta anche la Fontana della Barcaccia e la spettacolare Fontana di Trevi) sta nel fatto che non è mai andato in disuso nel corso dei secoli, ma purtroppo il degrado all’interno del suo percorso e il peggiorare delle condizioni atmosferiche a Roma hanno fatto sì che una delle più “vergini” acque di Roma, particolarmente decantata nel passato, sia divenuta ora la peggiore di qualità, tanto da non essere più potabile, e destinata soltanto all’alimentazione di fontane pubbliche.

Cimentarsi con il tema di questa mostra è stato per l’artista un modo per cercare di preservare, sia pure metaforicamente, i caratteri originari della natura. E l’acqua, dialogando con il passato attraverso i suoi mutevoli elementi e i suoi variegati abitanti, rende bene l’idea dello scorrere del tempo, al di là del quale è possibile immaginare un ulteriore divenire, oltre le sensazioni disperse nell’opera d’arte. E qui riaffiora il pensiero di Talete di Mileto “L’acqua è la sostanza da cui traggono origine tutte le cose; la sua scorrevolezza spiega anche i mutamenti delle cose stesse”.

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Museo di Villa Giulia

Lo stesso concetto sembra esprimere Oreste Baldini con la forza del suo messaggio e con l’energia positiva che le sue opere trasmettono ai visitatori. Si avverte, infatti, il desiderio di una rinascita, di un cambiamento in grado di invertire le previsioni più pessimistiche riguardo al degrado del nostro pianeta.

In occasione della mostra, l’associazione “Arte per l’Arte” propone a Villa Giulia un ricco programma di conferenze a tema e laboratori didattici collegati all’evento. Tutte le attività sono comprese nel costo d’ingresso al Museo (attualmente 10 euro, con riduzioni e gratuità secondo la normativa presente).

ACQUA. Personale di Oreste Baldini
dal 6 al 19 ottobre 2019

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Piazzale di Villa Giulia, 9 Roma Orario: 9-20 (ultimo ingresso alle 19). Chiuso il lunedì



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