Rubrica: SCIENZA E DINTORNI

Ambra

L’ambra e la storia della Sala d’Ambra
mercoledì 23 aprile 2008

Argomenti: Scienza

CHE COSA E’

L’ambra, chiamata anche oro del Nord, è stata in assoluto la prima gemma usata dall’uomo.

E’ una resina fossile della conifera, estinta, Pinus succinifera (30-50 milioni di anni). E’ dunque l’unica gemma importante di origine vegetale. Si trova in noduli con struttura omogenea o lamellare, ricoperti spesso da una crosta d’alterazione. Il peso di un esemplare può variare da un grammo fino a 10 kg.

I colori, caldi, sono il giallo miele, l’arancio, il madera, il rossiccio e il bruno; esistono ambre quasi incolori, bianco latte, azzurrognole, verdastre e nere. La lucentezza è resinosa tendente a grassa, e la trasparenza a volte perfetta. Il materiale diventa opaco con l’aumento delle inclusioni: bolle sferiche, incrinature, parti vegetali e anche pirite. [1].

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Ambra con un insetto inglobato

Le più suggestive sono rappresentate da insetti o altri invertebrati (e più raramente rane, rospi e lucertole), perfettamente conservati e intrappolati da milioni di anni, quando la resina era ancora viscosa. Le inclusioni liquide e le bolle possono essere in gran parte eliminate riscaldando i pezzi in olio di ravizzone (vegetale simile al cavolo), per cui la trasparenza ne risulta molto migliorata. Se strofinata, l’ambra produce cariche elettriche negative che attraggono la polvere.

I pezzi di bella tinta ma di dimensioni insufficienti vengono fusi a 140-250°C e sottoposti a pressioni fino a 3000 atmosfere: si ottiene così l’ambroide, che si distingue dall’ambra genuina per la struttura fluidale, evidenziata da bolle allungate e da isole di materiale chiaro isorientate entro una matrice torbida.

PROVENIENZA

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L’ambra nei francobolli
Le poste polacche nel 1993 hanno emesso un foglietto – BF 131 - con i giacimenti della penisola di Samland

I giacimenti più noti e più estesi sono quelli della penisola di Samland, vicino a Königsberg (Polonia). Sotto un ricoprimento di 30 m di sabbia si trovano banchi di argilla contenenti l’ambra, spessi 9 m e chiamati terra blu. Le cave sono a cielo aperto e l’estrazione dell’ambra avviene per selezione e processi di lavaggio. L’ambra baltica - conosciuta come succinte - strappata dagli affioramenti lungo la costa dall’azione del moto ondoso, può raggiungere le coste dell’Inghilterra, della Norvegia e della Danimarca.

Un giacimento importante è localizzato nella Repubblica Dominicana, provincia di Santiago a Palo Quemado; altri, di importanza minore, si trovano in Sicilia (Simetite), Romania (Rumenite), Birmania (Burmite), Canada, e in alcuni stati della costa atlantica degli USA.

Solo il 15 % dell’ambra estratta viene usato in gioielleria. Il rimanente viene usato per produrre l’ambra pressata oppure viene fuso a scopi essenzialmente tecnici.

NOTE

L’ambra è infiammabile: prende fuoco semplicemente alla fiamma di un fiammifero, tanto che il nome usato in Germania (bernstein) deriva dal tedesco antico bernen («bruciare») e stein («pietra»).

E’ usata fin dai tempi preistorici per la produzione di ornamenti e oggetti di culto, profumi, e come amuleto.

Nel passato sono stati attribuiti all’ambra numerosi effetti curativi, ed in Oriente ancora oggi si crede alla sua proprietà curativa: il costume orientale, successivamente portato anche in occidente, di munire le pipe di un bocchino di ambra, pare sia dovuto appunto a queste credenze.

Al giorno d’oggi però viene utilizzata solamente in gioielleria per anelli, pendenti, spille e collane.

IMITAZIONI

Le imitazioni consistono in resine attuali (copale e lacca), ma soprattutto in plastiche (bakelite, celluloide, perspex).

CENNI STORICI

L’uso dell’ambra come gemma è antichissimo; vennero trovati oggetti d’ambra tra i manufatti dei popoli preistorici.

I Fenici la conoscevano e l’apprezzavano; nell’Iliade di Omero si narra di un marinaio fenicio che mise in vendita una collana di ambra montata in oro.

I Greci denominavano l’ambra gialla Berenice, in allusione al colore dei capelli della bionda regina, moglie del Re Tolomeo Ergete.

Nei templi olimpici, Zeus, padre degli Dei e degli uomini della mitologia greca, veniva incensato con i fumi di questa meravigliosa resina ed i popoli veneravano amuleti tagliati dall’ambra considerandoli come portafortuna.

I Romani avevano una predilezione per questa gemma e la usavano, oltre che per ornamento, per onorare gli Dei bruciandola.

Nerone poi in particolare ne era affascinato ed inviava spedizioni alla ricerca dell’ambra. Soleva adulare la sua sposa Poppea dicendole che i suoi capelli somigliavano alla preziosa ambra.

Era noto ai Romani, come ci riferisce Plinio, che l’elettro (così denominavano l’ambra) nascesse nelle isole del mare settentrionale. Era ritenuta simbolo di sapienza, virtù e grazia divina.

CURIOSITA’

Nel 1717, quando l’ambra era un materiale più prezioso dell’oro, Federico Guglielmo di Prussia ne donò allo zar Pietro il Grande sei tonnellate. Fu Caterina la Grande a completare quella che è conosciuta come l’ottava meraviglia del mondo: un’intera sala di cinquantadue metri quadrati, ricoperta di pannelli d’ambra finemente lavorati.

Per più di due secoli la sala rimase nel Palazzo di Caterina a Leningrado, simbolo della potenza imperiale russa, fino a quando, con l’invasione nazista dell’Unione Sovietica, Hitler ordinò di trafugarla durante l’assedio del 1941.

Kučumov, uno dei più famosi curatori museali dell’Unione Sovietica, giudicò che fosse impossibile smontare i pannelli per imballarli e metterli in salvo insieme a migliaia di altre opere d’arte. Aveva semplicemente dato ordine di camuffarli con della tappezzeria.

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Il mistero della Sala d’Ambra
C. Scott-Clark e A. Levy

I nazisti impiegarono 36 ore per smontare la Sala d’Ambra. Le ultime notizie che se ne hanno la localizzano nel castello di Königsberg, nel 1945. Quando Kučumov arrivò sul posto, trovò il castello incendiato e nessuna traccia di ambra, solo dei cardini delle porte del Palazzo di Caterina. I pannelli erano stati tolti dalle pareti e nascosti in un luogo segreto, per non ricomparire mai più.

Oggi, a San Pietroburgo (ex Leningrado), è possibile visitare una nuova la Sala d’Ambra, riaperta al pubblico in occasione del tricentenario della fondazione della città, ma dell’ambra originale non sono rimasti che ventotto frammenti.

La nuova Sala d’Ambra, sponsorizzata da un’industria tedesca, rifatta sul modello di quella donata alla Russia da Federico di Prussia nel 1716, è stata donata dalla Germania alla Russia come simbolo di pace, per mettere fine a rivendicazioni e litigi riguardo ai beni artistici trafugati da ambo le parti durante la seconda guerra mondiale.

La storia della Sala d’Ambra è una storia affascinante e i giornalisti investigativi inglesi Catherine Scott-Clark e Adrian Levy ne hanno fatto un libro.

P.S.

Per informazioni : Ambar di Gianluca Cattaneo - via C. Darwin 300, 00134 Roma - cell. 335-6751943

e-mail : ambar@ambarweb.it

[1] Grubessi et al. - Inclusioni nelle ambre baltiche – Periodico di Mineralogia – Roma – 1970



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