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Rubrica: CULTURA

MARY WOLLSTONECRAFT GODWIN, MOGLIE DI P.B.SHELLEY

Vita e opere di una scrittrice coraggiosa e anticonformista
lunedì 1 ottobre 2018

Argomenti: Letteratura e filosofia

La condizione femminile è stata sempre difficile nel corso dei secoli, in particolare per le donne che pur avendo talenti artistici sono state spesso oscurate dalla fama di compagni favoriti da una società maschilista, nonché spesso costrette a mascherare le loro opere con pseudonimi. Emblematica in tal senso la vita di Mary Wollstone Godwin, moglie del poeta P. B. Shelley che ancor oggi è ricordata con il cognome del marito, come Mary Shelley.

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Mary Wollstonecraft

Eppure Mary Godwin era nata in una famiglia colta e anticonformista. Figlia di Mary Wollstonecraft filosofa e femminista ante litteram, e di William Godwin, saggista e politico radicale, nacque a Londra, nel 1797. Dopo la morte della moglie, William sposò Mary Jane Clairmont con la quale Mary non andò mai d’accordo. Il padre curò la sua formazione, con viaggi di istruzione, letture, amicizie con intellettuali, iscrizione ad un college a Ramsgate. All’età di 15 anni così descrisse la figlia: ’Molto audace, piuttosto imperiosa e attiva di mente. Il suo desiderio di conoscenza è grande e la sua perseveranza in tutto ciò che intraprende quasi invincibile’.

Nel giugno del 1812, forse per dissidi con la matrigna, fu mandata da William in Scozia presso la famiglia del radicale W. Baxter e qui incontrò il poeta Percy Bysshe Shelley di cui subito si innamorò. Shelley era intanto diventato un seguace delle idee di Godwin e così rivide Mary al suo ritorno dalla Scozia. S’incontrò spesso segretamente con lei, benché avesse moglie e figli. Godwin disapprovò questa relazione e Mary si meravigliò, poiché vedeva Shelley come un’incarnazione delle idee anticonformiste e radicali dei suoi genitori.

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Percy ByssheShelley
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William Godwin

Nel 1814 la coppia fuggì in segreto in Francia, portando con sé la sorellastra di Mary, Claire Clairmont, fino a raggiungere la Svizzera, per poi ritornare in Inghilterra attraverso Germania e Olanda. Il diario di questo loro viaggio fu raccontato da Mary in “Storia di un viaggio di sei settimane” (History of Six Weeks’ Tour).

Mary intanto era rimasta incinta e suo padre si rifiutò di avere con loro il minimo contatto. La coppia trovò alloggio assieme a Claire nei pressi di Somers Town, dove organizzavano incontri culturali con T. J. Hogg e lo scrittore T. L. Peacock. Nel 1815 Mary diede alla luce una bimba prematura, Clara, che morì circa due settimane dopo, causando in lei una profonda depressione. Per fortuna Percy poté pagare i suoi debiti con il denaro ricevuto in eredità dopo la morte di suo nonno e così la coppia affittò una casa a due piani a Bishopsgate, vicino al parco di Windsor. Nel 1816 nacque il loro secondo figlio che fu chiamato William in onore di William Godwin.

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Claire Clairmont

Avendo conosciuto Byron, divenuto amante di Claire, nel maggio 1816 decisero di incontrarlo nella sua villa in Svizzera per aiutare Claire che era incinta. A Villa Diodati, presso Coligny, s’incontrarono spesso con Byron, altri letterati e il medico J. W. Polidori, trascorrendo insieme un’estate piovosa e discutendo di vari argomenti, come gli esperimenti condotti da Erasmus Darwin sul galvanismo e la possibilità ridare vita a corpi di morti, storie di fantasmi e così via. In un giorno di tempesta Byron propose che ognuno di loro scrivesse un romanzo “gotico”. A Mary venne l’idea di scrivere “Frankenstein; o il moderno Prometeo (Frankenstein; or, the modern Prometheus) in cui diede sfogo a tutto il dolore e le delusioni per le rinunce e la solitudine causate dalla vita con Percy, spesso infedele durante la loro convivenza sconvolta anche da molti drammi familiari.

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Lord Byron

Così ella scrisse nel descrivere i momenti in cui la sua mente immaginava la creazione di un essere mostruoso: “ Vedevo l’orrenda sagoma di un uomo sdraiato, e poi, all’entrata in funzione di qualche potente macchinario, lo vedevo mostrare segni di vita e muoversi di un movimento impacciato, quasi vitale. Una cosa terrificante, perché terrificante sarebbe stato il risultato di un qualsiasi tentativo umano di imitare lo stupendo meccanismo del Creatore del mondo.’

Dopo il loro rientro a Londra a settembre Mary e Percy presero casa a Bath, sempre accompagnati da Claire. Il 10 dicembre purtroppo Harriet Westbrook, moglie di Percy, si suicidò e pur di ottenere l’affidamento dei due figli avuti da lei, Percy sposò Mary (di nuovo incinta), ma a nulla valse poiché egli fu ritenuto moralmente inadeguato. Nel 1817 nacque la figlia di Claire, Alba, ribattezzata poi da Byron col nome di Allegra. Traslocarono in una casa a Marlow dove nacque la loro terza figlia, Clara Everina.

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Frankenstein

Nel maggio del 1817 Mary terminò di scrivere Frankenstein, che fu pubblicato anonimo nel 1818 con una prefazione scritta da Percy. Critici e lettori furono a lungo convinti che Percy Shelley fosse il vero autore e solo in seguito Mary fu riconosciuta come la vera autrice. Per sfuggire ai creditori e alla prigione, lasciarono per sempre l’Inghilterra per trasferirsi in l’Italia dove a Venezia condussero Allegra da Byron che aveva accettato di prendersene cura, a patto che Claire troncasse ogni rapporto con lui. Visitarono poi molte città, stringendo nuove amicizie, ma la loro serenità presto fu turbata dalla morte di entrambi i figli, Clara e William. Queste perdite gettarono Mary di nuovo in una profonda depressione che l’allontanò da Percy. Trovò conforto nella scrittura e poi nel novembre 1819 la nascita a Firenze di un altro figlio, Percy Florence, la aiutò a riprendersi.

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Film Mary-Shelley-un-amore-immortale

L’Italia consentiva agli Shelley, a Byron e agli altri esuli una libertà impossibile in patria, stimolando anche la loro creatività: Percy compose la maggior parte dei suoi poemi e Mary scrisse la novella semi autobiografica Matilda, il romanzo storico Valperga e le opere teatrali Proserpina e Mida. Di salute fragile, facilmente ella cadeva in depressione anche per l’interesse mostrato da Percy verso altre donne, come Sophia Stacey, Emilia Viviani e Jane Williams. Condividendo almeno in teoria le idee radicali di libertà nelle relazioni amorose al di là del matrimonio, decise di stare tranquilla e consolidare i legami all’interno del loro circolo culturale.

Nel dicembre 1818 trascorsero tre mesi a Napoli dove Mary scrisse il romanzo apocalittico L’ultimo uomo. Nell’estate del 1822 Percy e Mary (nuovamente incinta) si traferirono con Claire e i Williams a Villa Magni nella baia di Lerici, ma ancora una volta la loro vita fu sconvolta dalla notizia della morte di Allegra, figlia di Claire, e da un aborto per il quale Mary rischiò di morire. I rapporti fra Mary e Percy comunque non migliorarono durante l’estate: Percy trascorse tempo con Jane Williams alla quale dedicò diverse poesie.

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L’ultimo uomo

Amante del mare Percy si divertiva navigando con la sua nuova barca, Don Juan (così chiamata in onore di un’opera di Byron). Il primo di giugno 1822 Percy, Edward Williams e il capitano Daniel Roberts salparono diretti verso la costa di Livorno, ma durante il viaggio di ritorno perirono in un naufragio. Dopo la morte del marito Mary tornò in Inghilterra dove 1826 suo figlio divenne l’unico erede del patrimonio degli Shelley e così Mary poté godere di maggiore tranquillità economica, nonché di contatti di intellettuali del circolo Godwin, come W. Hazlitt, C. Lamb e Coleridge, sopportando tuttavia l’ostilità del suocero e di tanta gente che ancora disapprovava il suo legame con Percy.

Dal1824 in poi Mary scrisse diversi romanzi, come L’ultimo uomo (dove sono ben riconoscibili i ritratti di persone a lei care come Percy e Lord Byron), The Fortunes of Perkin Warbeck, Lodore, Falkner e numerose storie per riviste femminili.

Dopo la morte del padre, William Godwin, nel 1836, si occupò ancor più di suo figlio, Percy Florence, col quale fece viaggi in Europa, descritti in A zonzo per la Germania e per l’Italia. Nel 1848 Percy Florence sposò Jane Gibson St John e Mary visse con il figlio e la nuora a Field Place, Sussex, nella vecchia dimora della famiglia Shelley. Gli ultimi anni di Mary furono segnati dalla malattia: morì nel 1851,forse per tumore al cervello.

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Film Mary-Shelley-un amore immortale

Scorrendo la vicenda umana di Mary, non si trovano gioie durature: nascita, maternità, l’amore per il suo compagno sono segnati da eventi drammatici che sconvolsero anche periodi più sereni: cresciuta nel culto della madre morta nel metterla al mondo, appena adolescente conobbe l’amore associato a maternità luttuose, emarginata per ragioni sociali e politiche, vedova a ventiquattro anni, Mary scrisse per lo più opere tristi e laceranti.

Ci sembra giusto segnalare il recente film “Mary Shelley” che cerca di rivalutare la scrittrice, focalizzando l’attenzione sul tema della condizione femminile.



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