Rubrica: LETTURE CONSIGLIATE

Istria, tragedia italiana, Antologia di un esodo del ’900, Edizioni ANCDJ 2017

Un nuovo libro sull’esodo degli istriani nel 1947

L’italianità dell’Istria perduta con il trattato di Parigi del 1947
martedì 16 gennaio 2018

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Argomenti: Nidia Cernecca

Nidia Cernecca ripropone con dovizia di particolari e documentazioni dal vivo, il Calvario suo e della sua famiglia, come quello di tanti Istriani Italiani che, nel secondo dopoguerra, subirono le violenze slave.

Il testo corredato da innumerevoli foto e documenti scorre magnificamente.

I racconti delle persone intervistate sono fonte di grandi emozioni.

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Nidia Cernecca Schiavone
INCUBI. Nella foto piccola Ivan Matika, uno dei capi delle bande slave.

Riporto un piccolo passo: “Era di statura media-bassa capelli neri e lisci, con la stella rossa sulla bustina militare copricapo. Portava pantaloni alla zuava e stivaloni neri ben lucidati. Aveva l’aria minacciosa e in mano un frustino con il quale giocherellava…. Quell’uomo piccolo e baldanzoso era Ivan Motika, il boia dell’Istria.

Disse con parole forbite (era laureato in legge all’Università di Zagabria) che avevano ucciso il papa. Poi senza farsi troppi scrupoli, minacciò la mamma che avremmo fatto tutte e tre la stessa fine, se fossimo andate e recuperare il corpo…”

Si trattava del padre di Lidia, Giuseppe, lapidato con i sassi sulle doline del Carso. Narrando di suo padre, narra delia tragedia che colpì una intera popolazione inerme.

Sul calvario delle migliaia e migliaia di italiani uccisi in Istria, a Fiume ed in Dalmazia nei modi più barbari dalle bande di Tito, molto è già stato scritto.

Questo libro di Nidia Cernecca si aggiunge ai numerosi già esistenti, ma da tutti si distingue per la freschezza e la spontaneità di chi non scrive per abitudine o per professione.

Nidia, nel suo libro, ha voluto parlare anche di me bambino. La ringrazio di cuore e spero che tutti i lettori si emozionino come mi sono emozionato io.

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La storia dell’esodo vista da Gigi Vidras

La testimonianza dell’autrice rappresenta una risposta alle faziose pubblicazioni che negano la responsabilità dei comunisti slavi cui devono essere attribuite le persecuzioni.

Milovan Gilas, ideologo di Tito dichiarò: “…. nel 1945 io e Kkardelj fummo mandati da Tito in Istria, a Fiume, a Zara. Era nostro compito indurre tutti gli italiani ad andare via con pressioni di ogni tipo….”

E così fu. Ventimila morti … 350.000 esuli.


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