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Rubrica: TERZA PAGINA

Un intreccio molto complesso

IL RACCONTO DEL FIUME

Storia di Mike Thompson
lunedì 6 giugno 2005

Il primo racconto del nuovo millennio ! direbbe qualcuno. Non nascondo che da parte mia ci sia una certa insicurezza, sicuramente la prima creazione che porterà la data 2000, merita un attenzione maggiore, ma io sono e resterò sempre lo stesso; ogni occasione specie se parliamo di taluni argomenti, è motivo per me di massima dedizione. L’importanza, dunque, non è da attribuirsi all’evento citato, bensì alla diciottesima volta che ho il piacere di far leggere le mie opere all’esimio pubblico di appassionati. Un emozione indescrivibile a parole che forse traspare tra le prossime righe; non esiste un valore commerciale che misura tutto questo, è passione, mente ed anima che si sposano e colloquiano fra di loro...e si, forse è per questo che nel 2000 c’è ancora chi scrive, chi inventa storie e c’è ancora chi le legge. L’autore “Nella vita vorrei potermi sentir dire che ho fatto tutto quello che ho voluto e desiderato fare.” S.Polidori

Nessuno ha mai saputo che epilogo ebbe quella storia...e nessuno probabilmente conoscerà per intero la verità. Quello che crediamo di sapere è solamente una versione della storia narrata da chi l’ha vissuta; la verità è tutt’altra cosa, essa è velata tra le parole di un io narrante il quale racconta la vicenda secondo la sua personale interpretazione, basandosi su ciò che ha veduto. Quello che vediamo non è mai quello che è, quello che vediamo è quello che vogliamo vedere... So io come andò a finire quella volta, racconterò la storia nel modo in cui l’ho vissuta io, partirò per tale ragione dall’inizio...

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Era un lunedì sera di qualche anno fa, mi trovavo come al solito nella bottega del padre della mia ragazza; erano circa le sei e trenta pomeridiane quando lasciai il posto di lavoro per recarmi a casa, quella volta prima del solito in quanto Elisa la mia fidanzata, rimase con il padre per la chiusura proponendomi di andarmene via prima. Come ogni sera saltavo in sella alla mia bicicletta e mi apprestavo ad attraversare la città.Era il momento dell’intera giornata che amavo di più.Mi piaceva osservare la mia piccola cittadina al momento del tramonto, ispirava tantissima serenità e non mi sforzavo mai di dire che tutto ciò derivava dal fatto che era attraversata da un fiume, era come se rendesse il tramonto più dolce come se addormentasse le fabbriche e le poche case in vista della lunga notte. Da bambino quando andavo a pescare, promettevo ogni volta a me stesso che non avrei mai lasciato quel posto per nessun motivo, promessa che mio malgrado non sono riuscito a mantenere fino in fondo. Stavo dicendo che tornavo a casa con la mia bicicletta; ero giunto sul vecchio ponte di legno che attraversava l’acqua all’altezza del pontile, quando qualcosa di veramente particolare catturò la mia attenzione... Due persone stavano litigando sulla parte opposta della riva sotto il pontile, posto tra l’altro molto nascosto dalla visuale dei passanti. Uno di loro aveva una pistola in mano e minacciava l’altro che era di spalle al muretto del ponte e sembrava avesse le mani legate dietro la schiena. Una frase solamente riuscii a comprendere: chi stava dalla parte della pistola disse all’altro : ”O stai alle mie condizioni oppure quanto è vero Dio non rivedrai l’alba !”. La cosa, è inutile che ve lo dica, mi lasciò attonito, non mi ero mai trovato in una tale situazione e non sapevo di conseguenza cosa era giusto che facessi., Forse la cosa migliore era andarsene, pensai.. Montai in sella e ripresi a correre velocemente... Il giorno dopo mi svegliai alla solita ora per recarmi al negozio.Vivevo solo dopo la morte di mia madre quasi quattro anni fa e dopo che mio padre era stato condannato a scontare una pena di dieci anni per aver concorso ad una grossa rapina in un negozio di pellicce. Feci sosta come ogni mattina all’edicola per il quotidiano ; dopo aver scorso i titoli in grande posai lo sguardo sull’occhiello della cronaca locale. “E’ scomparso Mike Thompson proprietario di un grande calzaturificio di zona. La famiglia denuncia il fatto dopo che ieri sera l’imprenditore americano non è tornato a casa.”

C’era un identikit: tutti coloro che l’avessero visto potevano rivolgersi alla famiglia. Direi istintivamente, la mia mente collegò quel fatto accaduto con ciò a cui avevo assistito la sera prima; molte domande mi balzarono alla testa e a molte di esse non riuscivo a dare una risposta. Risaltai in sella e ricominciai a correre... Giunsi a bottega con il solito anticipo per la felicità del mio futuro suocero.Non avevo mai avuto dubbi sul fatto che quell’uomo mi voleva molto bene, ero il figlio maschio che non aveva mai avuto; inoltre il fatto che non avessi più una famiglia beh... una serie di circostanze che ti fanno amare una persona. Quel giorno non ero attento come al solito.Non tardò ad accorgersene anche Elisa la quale mi chiese se c’era qualcosa che non andava. Decisi di non raccontarle quella storia, anche se era proprio essa l’oggetto della mia distrazione.Non facevo altro che pensare a che cosa sarebbe successo, se avessi agito diversamente; quello che avevo fatto era la cosa giusta ? Non ne ero convinto. Ed ora, ora come dovevo comportarmi ? Certo la mia testimonianza poteva servire a qualcuno, ma a che prezzo ? Elisa era molto premurosa nei miei confronti, spesso mi faceva da mamma.Vi confesso tuttavia che la cosa non mi dispiaceva, ero stato molto legato a mia madre anche per via della brutta strada che aveva preso mio padre.Quando ella era in vita,era la sola persona sulla quale potevo contare. Un legame molto profondo ci univa e forse la sua inguaribile malattia al cuore fu dovuta al genere di vita che conduceva suo marito. Ed io, chi ero io ? Una delle mie più grandi debolezze credo fosse quella di desiderare in modo del tutto paradossale, di tornare indietro col tempo per cambiare il passato, per correggere i tanti sbagli, non convincendo mai me stesso che quel che conta è il futuro, ciò che è trascorso non muterà mai ciò che verrà, mentre certamente il futuro può rimettere in discussione o riscrivere alcune brutte pagine vecchie. Di questo ero convinto; non somigliavo minimamente a mio padre e a volte mi venivano dubbi sul fatto che fossi realmente suo figlio. Forse questo mio racconto dovrebbe esulare da alcuni aspetti della mia personalità, ma credo in maniera concreta che l’esperienza che vi sto narrando, per come è evoluta, necessiti di tali puntualizzazioni al fine di comprendere il perché Teo ha agito in quella maniera. Ho trascorso la mia intera adolescenza in perfetta solitudine con me stesso; non poche volte mi capitava di riflettere sulla vita, sul corso degli eventi e mi ricordo avevo una mia precisa teoria. Si parla spesso di raggiungimento dell’equilibrio come condizione necessaria della beata esistenza. Facevo sempre una distinzione fondamentale di base e pensavo esistesse un equilibrio attuale, ovvero quello imposto dal normale corso degli eventi e l’equilibrio in maiuscolo che è quella condizione ottimale che speriamo di raggiungere e in funzione della quale ci comportiamo. Sono sempre stato dell’idea che per il raggiungimento di quest’ultimo, si ha bisogno di una rottura dell’altro equilibrio. Prima che conoscessi Elisa, dicevo a me stesso che l’entrata di una donna nella mia vita avrebbe decisamente permesso questa rottura.La figura di una fanciulla accanto, cambia completamente un uomo, lo realizza in quanto tale. Ricordo che avevo una voglia matta di perdere la testa nonché la ragione per una ragazza...

... Conobbi Elisa in un modo strano, fu amore a prima vista...anche in quella circostanza la mia bicicletta giocò un ruolo fondamentale, infatti, un incidente del tutto banale frutto della mia distrazione perenne, aveva fatto si che quasi non riuscii ad investirla mentre passeggiava tranquilla per la strada...la schivai ma non evitai purtroppo, si fa per dire, la brutta figura di una caduta da perfetto principiante. Il tutto coincise con la lunga risata che lei si fece. Non ci crederete mai ma quando,allungato per terra come un perfetto idiota, la vidi ridere con la mano davanti alla bocca, non riuscii a fare altro che sorridere anch’io.Era la ragazza più bella che avessi mai visto; compresi immediatamente che me ne ero innamorato e che quell’equilibrio che mi ostinavo a rompere, apparteneva ormai al passato... “..Ti sei fatto male ?” mi chiese continuando a sghignazzare, ed io risposi : ”Tutto bene...tu piuttosto come ti senti ?” “beh, come vuoi che stia ? di certo non mi trovo con il sedere per terra e con la bicicletta sopra ! ”continuava a coprirsi il viso, quasi cercasse di mascherare che l’evento l’aveva divertita. Probabilmente fu proprio la sua inaspettata reazione a farmi immediatamente capire, che era una ragazza speciale, un tipo del tutto alternativo... Col passare del tempo, scoprivo risvolti sempre più diversi di lei. Mi sorpresi, si fa per dire, che tutto sommato era una ragazza con una vita del tutto normale, come ce ne erano tante altre in paese. Aiutava suo padre in bottega, usciva di tanto in tanto con qualche amica, frequentava la parrocchia, e si ! mi dicevo, ero stato veramente fortunato a conoscerla... Ma..vi stavo narrando di quella strana storia, la quale turbò i miei giorni seguenti. Cosa era accaduto a quei due di tanto grave da spingerli a comportarsi in quel modo ? Mi tenevo sempre aggiornato sul caso; ascoltai dunque un’intervista che la moglie dello scomparso concesse ad una emittente locale e non vi nascondo molte cose dette da quella donna mi sorpresero... La prima idea che mi ero fatto, era che probabilmente colui che minacciava potesse essere un creditore, un usuraio per intenderci, e che stesse mettendo alle strette quel tizio. C’era tuttavia da verificare che Mike Thompson e quell’individuo da me visto quella sera, fossero realmente la stessa persona e qualcosa mi diceva che il mio intuito non sbagliava...un dubbio lo coltivai dopo l’intervista di quella donna, la quale affermò che erano da escludere nella maniera più assoluta, problemi economici del marito che lo avessero portato a meditare la fuga. Ne era certa poiché lei stessa amministrava contabilmente l’azienda, essendo l’unico amministratore delegato. Il marito, aggiunse, non aveva nemmeno vizi di gioco, i quali gli avrebbero fatto accumulare grossi debiti. Anche se continuavo a mascherarlo, più passavano i giorni e più mi appassionavo a quel caso.Lo so, non mi apparteneva, ma era un fatto nuovo in quel paese dove non accadeva mai nulla. Soprattutto mi convinsi che sarebbe stato un’importante risvolto, capire se c’erano elementi in comune tra la scena a cui avevo assistito e la scomparsa di quel Thompson....

....Il tempo non tardò a darmi ragione.Qualche settimana dopo, un pescatore trovò nei pressi della foce del fiume dei resti di vestiario maschile ed un cadavere in avanzato stato di decomposizione. Altro elemento, credo fondamentale, fu la scoperta tra le macerie di un proiettile calibro28. Non vi era dubbio sul fatto che qualcuno era stato ucciso e abbandonato tra quelle torride acque, fino a lasciar lacerare il suo corpo nel modo più crudele.Un destino pensai, da non augurare a nessuno e forse chiunque fosse quell’individuo, mi veniva da credere che ne avesse combinate veramente tante nella vita da meritarsi quella fine. Passò qualche ora prima che qualcuno associò ai resti deteriorati un nome di persona: quello di Mike Thompson. Il mio intuito dunque non aveva sbagliato, sin dal primo giorno, ma se allora il beneficio del dubbio mi avrebbe permesso di vivere di ipotesi, di “se” e di “ma”, ora non potevo più nascondermi; la mia coscienza certamente non poteva concedermi tregue. E’ proprio vero che le incertezze spesso aiutano a vivere meglio, nel senso che ci liberano dalle responsabilità, dal dovere di prendere difficili decisioni. Cosa dovevo fare a quel punto ? Non era giusto che lasciassi Elisa fuori da questa storia, ma qualora decidessi di parlarle, dovevo inevitabilmente andare fino in fondo e rivelare agli interessati la mia esperienza. Mi decisi, cominciai proprio con la mia dolce metà. Mi aspettavo certamente una reazione diversa da lei, un tipo che ama profondamente la verità e la considera alla base di un rapporto d’amore, credevo si sarebbe inquietata moltissimo perché mi ero tenuto tutto dentro; invece la vidi subito preoccupata per me. “Come dobbiamo comportarci ?” mi chiedeva, “e se ti coinvolgessero in questa storia Teo...perché non me ne hai parlato prima ?”. Le spiegai, mentendo, che la cosa non mi sembrava molto importante al momento, non avrei mai pensato che fosse finita in quel modo. “Amore, sei sicuro che non ci sia dell’altro ? Io ti sono vicino puoi contare su di me...lo sai questo vero ?” “Certo che lo so.. perché ne dubiti !” “E’ solo che non è da te comportarti in questo modo...dobbiamo essere cauti, sicuramente tu rappresenterai per la polizia l’unica traccia da seguire per stabilire un movente, un minimo appiglio per iniziare un indagine. Ora come ora, non hanno niente in mano se non quel cadavere ed un proiettile”. Alla fine, comprese le mie ragioni e io compresi che mi amava veramente.Si fece carico del mio problema e mi diede il coraggio per recarmi alla polizia e raccontare la mia versione. In effetti, io potevo rappresentare una testimonianza chiave.Fino ad allora non si era fatta molta chiarezza, si continuava ad investigare facendo buchi nell’acqua ed io stavo per dare un importante contributo. La persona che sedeva davanti a me, in quel commissariato dall’aspetto grottesco, era un tipo molto buffo, dall’aspetto bizzarro. Ci scrutava con l’occhio, mentre cercava di mettere ordine tra quelle poche carte, come se cercasse di dimostrarci il suo gran da fare. Schiarì la sua voce e ci chiese se poteva fare qualcosa per noi...Spiegai che ero lì per la faccenda successa al signor Thompson e dissi tutto quello che avevo da dire in merito a quell’accaduto. Quell’ispettore mi fece parlare senza mai interrompermi. Alla fine estrasse un toscano dal portasigari, prese del fuoco e se lo accese, con l’altra mano me ne offrì uno, rifiutai. “La sua deposizione è molto interessante...” disse, chiedendo anche ad Elisa cosa c’entrasse lei. Risposi che era venuta solo per accompagnarmi. “Signor Logan...mi perdoni ! lei certamente ha fatto una descrizione molto dettagliata dell’accaduto e mi sembra di capire, che è stato proprio il ritrovamento di quel corpo a spingerla a venire dalla polizia. Non nego che ci sono buonissime probabilità che uno dei due litiganti fosse proprio il signor Thompson...ma sbaglio o lei sembra piuttosto convinto di questo.Conosco perfettamente la zona e sono pronto a scommettere che da sopra il ponte difficilmente si riescano ad inquadrare due persone che sono sulla parte opposta della riva, quindi come può essere certo delle sue affermazioni ?”. Senza rendermene conto stavo sempre più entrando in un caso che all’inizio non doveva minimamente riguardarmi. L’ispettore aveva fatto una giusta osservazione, “E’ vero ispettore...forse sto traendo conclusioni affrettate ma le posso giurare che scaturiscono dal semplice intuito, nulla più...” era la risposta più sincera che potessi dare, anche l’uomo in divisa se ne accorse. Prima di congedarmi, mi pregò di non allontanarmi dal luogo perché avrebbe potuto aver bisogno di me.Diedi la mia completa disponibilità. “Arrivederci signor Logan.” “arrivederci a lei ispettore...il suo nome scusi ?” “ah...ma che sciocco, mi perdoni non mi sono neppure presentato...Raspacot, ispettore Raspacot”. Non avevamo ancora varcato la soglia, quando richiamando la mia attenzione, mi domandò : ”Mi scusi signor Logan... Però non ha ancora risposto alla mia domanda ! E’ vero che è stato il ritrovamento del cadavere a spingerla a venire?” La sua domanda mi colse di sorpresa; non che non volessi buttare una risposta a caso senza ponderarne le parole; è solo che realmente in tutte quelle volte che ci avevo pensato, non ne avevo mai tratto una conclusione mia...Tacqui dunque per qualche istante, poi dissi : ”Non so che dirle ispettore...non conoscevo se non di nome quelle persone, probabilmente ho immaginato che quest’ultimo fatto potesse essere la più logica, anche se crudele conclusione di quel pomeriggio... “Capisco.” Uscendo dal commissariato vidi Elisa molto più rilassata; in effetti quel tipo era stato enormemente comprensivo. La paura era che si dubitasse sulla mia buona fede, per il motivo di non aver denunciato subito il fatto, attendendo tempi sospetti e per non essere intervenuto in quel fatidico momento. Qualcosa mi diceva tuttavia, che non tutto era concluso, molte altre cose dovevano venir fuori e avevo la netta percezione che sarei stato ancora protagonista...

I giorni seguenti, furono i più eccitanti ed entusiasmanti della nostra vita; mai avrei sopportato che il ricordo di quella storia facesse del male alla nostra relazione. Quello che avevamo fatto certamente lo avevamo deciso di comune accordo e questo doveva renderci esenti da qualsiasi ripensamento. Purtroppo, non andò proprio così...Elisa era preoccupata, come mai l’avevo vista durante la nostra relazione; il mio compito era certamente quello di persuaderla, cosa della quale avrei sinceramente fatto a meno. Pensavo in grande, riguardo al nostro futuro: avevamo un’intera vita davanti a noi e potevamo fare tutto quello che sognavamo. In fondo è questa l’eterna speranza della giovinezza: rendere i sogni realtà e dal quel giorno in bicicletta in cui la incontrai per la prima volta, compresi che con quella donna sarei potuto essere felice per sempre... “Amore ho paura...” “Di cosa ? non c’è niente di cui preoccuparsi...non abbiamo fatto nulla di grave.” “Come vorrei poterti credere, ma le indagini di quel poliziotto un po’ mi preoccupano”. Non potevo certo darle torto: C’era pur sempre stato un omicidio e la scomparsa di una persona che non era sola al mondo. Certamente in questi casi le indagini venivano condotte con molta più attenzione. I giorni trascorrevano l’uno dopo l’altro e così anche l’ombra di quel brutto caso scomparve. Nel mio cuore il pensiero di un tempo ormai perduto, di un ricordo ormai sbiadito, accompagnavano l’inesorabile sfida ad un prossimo futuro,quello che avrebbe cancellato pian piano tutto. Come il fiume in piena che mi aveva visto nascere trascinava oltre la collina tutto ciò che non era radicato e stabile, così la mia insicurezza, le mie paure mi condussero a lasciare, a dire addio a quel luogo che un tempo avevo amato. Anch’io mi sarei rifatto una vita oltre quelle colline e chissà, un giorno, sarei tornato per sedermi ancora una volta sul vecchio pontile, come da bambino a tirare i sassi nell’acqua e a ricordare momenti perduti, le vecchie emozioni che non si sarebbero mai cancellate. La certezza per il domani si chiamava Elisa, lei mi avrebbe amato come il primo giorno, di questo ero fermamente sicuro, certe cose si sentono dentro non c’è bisogno di capirle...

Come ogni storia che si rispetti, anche questa ebbe un suo epilogo. C’è chi dice che il successo di un buon racconto debba attribuirsi al colpo di scena finale. Per quanto mi riguarda, l’esperienza che ho vissuto mi ha sconvolto più volte nel corso del tempo, ma è stato proprio il suo epilogo a spingermi a romanzarla... L’unico rimprovero che mi si può fare è di aver narrato con un coinvolgimento emotivo, essendo io Teo Logan un protagonista o forse il protagonista, l’unico personaggio intorno al quale è stata costruita la vicenda ed in funzione del quale si sono mossi tutti i personaggi... Ho imparato moltissimo, per esempio, l’importanza che può avere il contesto di vita, se messo in relazione con i nostri comportamenti. Questo significa che anche non rendendocene conto, ci muoviamo, facciamo determinate cose e non altre, a seconda di come la cornice che ci circonda si presenta. La cosa potrebbe sembrare scontata, in effetti lo è, tanto è vero che nessuno se ne accorge ; così è capitato anche a me... Oggi è facile parlare, oggi si conosce la verità, si conosce il retroscena di quanto è accaduto e risulta piuttosto facile rivedere lo scenario ed interpretarlo, si conosce una chiave di lettura. E’ come quando si osservano quei fogli tempestati di puntini colorati.Ci sono persone che al primo sguardo intravedono la figura, perché hanno la capacità di fotografare nell’istante tutto l’insieme; ci sono viceversa altri che pur osservandolo da una vita, non sono riusciti a vedere niente che non siano miseri punti colorati. E’ pur sempre difficile narrare simili storie, non mi rendo conto se ho adempiuto ai doveri del bravo romanziere e mi prefiggo di essere ancora più bravo in questo finale... ...Dunque, eravamo rimasti all’uscita dall’ispettorato, dove io ed Elisa ci eravamo recati per gettarci alle spalle il tormentoso pensiero che ci affliggeva. Dopo quel giorno, sembrò che la nostra vita riprendesse il suo normale corso; il mio desiderio più grande era di tornare felice e sereno come un tempo, ma purtroppo nella vita, ci sono immagini che si ripercuotono nella mente, soprattutto quando il vento della verità non le ha trascinate con sè. Non ero stato coerente con me stesso e me ne rendevo conto.Amavo Elisa più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non ero stato capace di raccontarle come andò veramente... Quel passato pomeriggio, mi resi partecipe di quella scena e cosa ancor più grave (me ne pento amaramente), senza contare che invece fu l’unica cosa giusta che feci. Quando vidi quei due litigare, fui combattuto dal dubbio se intervenire o meno. E’ vero esitai qualche minuto.. ma poi mi decisi ad accorrere per salvare il possibile. La situazione si faceva sempre più critica, dalle parole sembravano voler giungere ai fatti e nel momento in cui quel tizio con un lungo trench, il cappello in testa e gli scuri occhiali a specchio da vero killer che gli coprivano il volto puntava la pistola, trattenevo in un attimo il respiro e con il cuore in gola gridavo : “Fermati non lo fare !”. Quello che ne seguì non rubò neppure il tempo di dieci secondi: quell’uomo fece partire il colpo e Mike Thompson cadde stecchito in acqua... Rimasi impietrito davanti a quella scena, mille immagini attraversarono la mia mente, ma nessuna di esse riuscì a scuotere il mio corpo.Il criminale correva in preda al panico sul lungofiume ed io me ne accorsi solo quando era troppo tardi. Quella sensazione non l’avevo mai provata prima di allora; qualcuno aveva ucciso un uomo davanti ai miei occhi ed io non avevo la forza di reagire.A piccoli passi mi avvicinavo alla sponda, cercando un corpo nell’acqua; un panico ingiustificato mi assaliva, potevo vederlo steso in quel torrido fondale con le braccia aperte e la faccia inzuppata nell’acqua, mentre la corrente a piccoli passi lo trascinava via...Mi guardai intorno, montai in sella e ripresi a correre velocemente... Si dice che spesso le bugie aiutino a vivere meglio. Non so se in quell’occasione feci bene a nascondere ad Elisa la verità; di una cosa ero convinto, mi sarei portato dietro per sempre il rimorso di quel giorno. Forse con un po’ più di sangue freddo avrei potuto evitare una sciagura, avrei tanto voluto in un prossimo futuro dimenticare tutto, svegliarmi e scoprire che era stato solo un brutto sogno...e in un certo senso andò proprio così... ma il prezzo che pagai fu molto, molto alto... Ricordo quando una mattina come tutte le altre, andai a prendere la mia bicicletta per recarmi al lavoro... Trovai infilata nel portaoggetti una lettera. All’istante mi sorprese, non avevo la più pallida idea di chi potesse avercela messa.Solo aprendola, riconobbi una scrittura a me molto familiare. C’era scritto più o meno così :

Caro Teo, non sono stata mai brava a scrivere lettere e tu questo lo sai bene. Ma ugualmente ho desiderato raccontarti la verità, continuando ad essere fedele ai miei principi morali. Credimi, non avrei mai voluto che le cose si mettessero in questo modo tra di noi; è solo che la vita è una sola e credo non vada persa correndo dietro a sbagliate convinzioni, andando contro le uniche cose che contino veramente, l’amore, il cuore, il sentimento. Per un po’ ti ho amato, ho creduto di essere felice accanto a te, ma la vita ci riserva episodi che ci sconvolgono, rimettono in discussione tutto ciò in cui abbiamo sempre creduto e per cui abbiamo combattuto. Il giorno che ci incontrammo per la prima volta, rimasi colpita dal tuo sguardo, il cuore mi disse che mi sarei immediatamente innamorata di te.Forse il destino ha voluto che quella volta in sella alla tua nuova bici, ti scontrassi proprio con me in quella sdrucciolevole stradina o chissà forse tra noi non avrebbe mai funzionato per sempre. Non pretendo che tu capisca subito, ma vorrei ugualmente tanto che non mi giudicassi male.Non è stato facile nemmeno per me, ho dovuto prendere una grossa decisione sapendo che mai sarei potuta tornare sui miei passi, avrei voltato pagina per sempre con l’incognita che il futuro potesse anche non riservarmi rose e fiori. Uno sbaglio comunque l’ho fatto ed è stato quello di non parlartene apertamente, mettendo in scena tutta una falsa che ti ha fatto molto soffrire, Mike non avrebbe sentito ragioni, lui voleva dare un taglio netto al suo passato fino al punto di morire e di ricominciare una nuova vita con me. Ho compreso a quel punto che mi amava veramente e non sarebbe mai più tornato dalla sua famiglia che ora lo crede in paradiso. Contrariamente a quanto si è letto sui giornali, aveva accumulato moltissimi debiti ultimamente, voleva a tutti i costi creare un’azienda tutta sua, era il suo sogno, soprattutto desiderava rendersi indipendente da sua moglie, una donna spregevole che aveva sempre voluto il controllo di tutto, sugli affari, sull’azienda e che non avrebbe mai assecondato Mike nei suoi progetti. Così, ultimamente, aveva chiesto molti soldi agli strozzini ed in particolare ad uno, un certo Cozzamara, del quale ora si è liberato una volta per tutte. Ha fatto la morte che meritava tra le luride acque del fiume. Il suo trapasso nell’identità del signor Thompson, ha aperto le ali della libertà a Mike che ora potrà cominciare una nuova vita insieme a me. Così, con le lacrime agli occhi, ti dico che quel famoso giorno tu sei stato il protagonista di una vicenda inventata, ho fatto in modo che ti rendessi partecipe di un omicidio che non si è mai consumato: era un falso Killer, era un falso sparo, era una falsa vittima, era un falso pretesto. Solo oggi mi rendo conto che ho sbagliato a non parlartene prima. E’ molto più semplice rivolgersi ad un pezzo di carta, non odiarmi per questo Teo, sono convinta troverai qualcuno che ti saprà amare veramente, che ti farà felice e ti darà tutto quello che non ho saputo darti io. Lo meriti. Ora, sicuramente, vorresti parlarmi, spiegarmi tante cose, ma non c’è niente che tu debba rimproverarti; è solo che l’amore si costruisce in due. Ricomincia da capo e cerca quello che tu chiami “Equilibrio.” Non cercarmi, sarebbe inutile, io e Mike siamo partiti per un mondo dove il tramonto non finisce mai, dura per tutta l’eternità. Addio vecchio amore mio, ti auguro ogni felicità. Tua Elisa.

Quando si dice le cose che non ti aspetti...quelle brevi ma intense righe ebbero su di me un effetto indescrivibile. Non stavo sognando, ero stato infilato senza volerlo in una storia incredibile, mi sentivo come un personaggio che uno scrittore di successo ha scelto e sul quale ha costruito un romanzo. In me due sentimenti si contrapponevano...sollievo per non avere più sulla coscienza la morte di una persona che avrei potuto evitare e l’amarezza che si prova ogni qualvolta un amore se ne va, una storia si sgretola tra le mani. Il tutto condito da un senso di gratuito stupore... Ero stato cieco sin dall’inizio; l’ingenuità si paga: è questo quello che non avrei mai dimenticato per il resto dei miei giorni...Con le mani accarezzavo dolcemente la canna della mia bicicletta, mentre con gli occhi ne ammiravo la bellezza.Quella non mi avrebbe mai tradito. La mattina seguente a quel giorno, concretizzavo un idea che era maturata lungo tutta la notte: presi i miei ultimi stracci e li infilai in una sacca. Ormai erano la sola cosa che mi era rimasta in quel triste paese...non potevo dire se era un addio o un arrivederci. Il fiume le colline intorno, il pontile...facevano parte di un quadro che rievocava ricordi incancellabili,ma avevo bisogno di ricominciare da capo e alcune forze ancora le avevo...Così, montai in sella e cominciai a correre...

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P.S.

Nota dell’Autore Stimati lettori, se la memoria non m’inganna, credo che pochissime altre volte sono intervenuto dopo la fine di un mio scritto, per concedermi una nota di chiusura. Converrete con me, che in tale circostanza risulti quantomeno dovuta ! Questo racconto nella sua semplice storia, ha senza dubbio avuto un intreccio molto complesso. Per tale ragione sono pronto a scusarmi con i signori lettori, aggiungendo che tuttavia era mia intenzione creare uno stato confusionale, guarito sapientemente dal brillante finale... Potrei dire che sarebbe bastato fermarsi a pagina 7, senza al limite andare a leggere il finale narrato da Teo perché in quell’ultima pagina un finale era stato già narrato...ma da chi ? da Mike Thompson ! chi altri se no ? Vi esorto a tornare indietro. Teo inizia a raccontarci l’epilogo, precisando che l’ultima volta ci aveva lasciati all’uscita del commissariato... ricordate ? e da lì, continua il racconto fino a svelarci il mistero della lettera che aveva trovato e di conseguenza tutta la farsa di cui era stato vittima. Da parte nostra però, a pagina 7, la storia continua. Un altro io narrante ci dice che insieme ad Elisa ha lasciato quel paese, per iniziare una nuova vita, con l’intento di gettarsi tutto alle spalle. Quello non era altro che il finale della storia di Mike Thompson il quale non sapeva della lettera e di conseguenza era all’oscuro di quanto avvenuto oltre. Ma ancora, procedendo a ritroso, scopriamo che l’incontro fortuito Elisa non lo ha fatto con Teo, quello che come un imbecille cercando di schivarla, cadde a terra provocando la risata di Elisa e l’amore a prima vista, era Mike. Fu così che si conobbero e si innamorarono l’uno dell’altra, fino al punto di organizzare il finto omicidio e la scomparsa del signor Thompson. Non so se questo mio intervento ha creato ancora più confusione; è vero ho truccato le carte ! ma l’ho fatto davanti ai vostri occhi. All’inizio del racconto, Teo più volte dice : “...Quello che crediamo di sapere è solamente una versione della storia narrata da chi l’ha vissuta...la verità è velata tra le parole di un io narrante il quale racconta la vicenda secondo la sua personale interpretazione, basandosi su ciò che ha veduto...” vi invito a rileggere l’intera premessa, così facendo, capirete il senso di tutto ; Teo ha voluto dimostrarci come una storia, la sua storia, cambi in funzione di chi la narra. A sua insaputa è stato il protagonista del romanzo d’amore tra Mike ed Elisa i quali pur di vivere insieme, hanno architettato un finto delitto che avrebbe liberato definitivamente Mike dalla sua famiglia e se non fosse stato per la lettera, Teo mai avrebbe immaginato che Elisa fosse scappata con l’uomo che lui non aveva avuto il coraggio di salvare da una morte orrenda. Punti di vista differenti signori...null’altro ! E’ quantomeno azzardato stabilire se chi si trova dall’altra parte, preferisce essere ingannato, cadere nella trappola fino in fondo ed essere per ciò ripagato da un finale stupefacente. Tutto è relativo ma mi si consenta di dire, è bello creare queste situazioni e lasciare poi al lettore l’ultima parola...



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