Rubrica: COSTUME E SOCIETA’ |
INTERVISTA A ROBERT DE NIRO di
giovedì 19 aprile 2007
Argomenti: Interviste E’ giunto a Roma, per il film “L’ombra del potere”(The good shepher), Robert De Niro, regista e protagonista del film. Un film coraggioso su come si diventa agenti segreti e come si deve vivere tale situazione. E’ la seconda volta che De Niro opera come regista, dopo il grande successo di “Bronx”.Questa volta viene descritta il periodo che va dalla seconda guerra mondiale alla mancata invasione di Cuba e alla sconfitta della Baia dei Porci, attraverso l’operato della Central Intelligence Agency. Avvalendosi del racconto di un ex agente, De Niro vuole, come ci ha detto lui stesso “presentare gli eventi nel modo più onesto possibile”. La sua vuole essere una visione obiettiva di quanto accaduto, ponendo l’accento soprattutto sul carattere dei personaggi, la cui vita da spia finisce per modificarne il carattere e sdoppiarne la personalità. Gli avvenimenti sono visti dagli occhi di Edward (Matt Damon), un agente incapace di ribellarsi e sottomesso agli ordini e alle regole della vita familiare. Nel 1939 viene scelto per far parte di una società segreta “ Skull and Bones” che sarà il trampolino di lancio per la CIA. Poco a poco il suo iniziale idealismo viene corroso dall’enorme impegno che si è assunto cui dovrà sacrificare tutto, rinunciando alla sua libertà personale. Chiediamo a De Niro: - Da vari anni volevi fare un film sulla CIA. Come è maturato ora questo proposito?
- Ho incontrato l’ottima sceneggiatura, quella di Eric Roth, e ne sono rimasto entusiasta. Ho scelto questo periodo storico perché mi sembrava il più interessante ed intenso. Ritengo inoltre che la scelta degli attori, un vero e proprio cast stellare, sia stata determinante. Ho riservato una grande parte del mio tempo a selezionare gli interpreti. Li ho voluti meticolosamente scegliere e ho atteso del tempo per Turturro, che, dopo la morte della madre, non era immediatamente disponibile. Riguardo il mio personaggio, devo dire che è considerato “la coscienza della pace”. Matt è più conservatore, io prevedo e spero che le cose vadano in un’altra direzione.
Si dice che tu non ami le interviste. E’ vero? Non pensi che possano essere importanti per il lancio di un film?
Che cosa ti ha spinto a fare un film sui servizi segreti?
Ti sei mai sentito spiato?
Che cosa pensi dei fallimenti della CIA, quali l’11 Settembre e la mancata uccisione di Ben Laden?
Al di là del racconto, questo film è il ritratto della solitudine di un uomo.
Quanto ti interessava questo aspetto “disperato”?
Il film fa parte di una “trilogia”?
Che cosa è la CIA per te?
Ti ha emozionato l’Oscar assegnato a Moricone?
In Italia, i nostri servizi segreti non sono riusciti a svelare alcuni “misteri”, quali la strage di Bologna, l’Italicus, Piazza Fontana ecc. ecc. Non pensi che troveresti molto materiale da noi?
Termina qui la nostra intervista con Robert de Niro. Il film sta riscuotendo un grandissimo successo nel mondo per la veridicità degli argomenti che sono universali e soprattutto perché viene messo in luce il lato oscuro del potere che condiziona direttamente la vita dei cittadini di qualunque paese essi siano. Diritti di copyright riservati |