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Rubrica: COSTUME E SOCIETA’

IL TEATRO PARIOLI INAUGURA UNA GRANDE STAGIONE CON LEONARDO SCIASCIA

venerdì 8 novembre 2013

Argomenti: Teatro

A CIASCUNO IL SUO AL TEATRO PARIOLI

- Il lavoro teatrale diretto da Fabrizio Catalano basato sul celebre romanzo di Leonardo Sciascia e adattato da Gaetano Aronica è un ritratto spietato di una società che ritroviamo, ahimè, ai giorni nostri.

- Una Sicilia del dopoguerra basata sull’ipocrisia e sull’interesse personale che dominano su tutto e su tutti, arbitra della vita e della morte dei suoi membri.

- In questo ambiente e, precisamente, nell’esclusivo Circolo della caccia di Villa Patagonia vicina a Palermo, giunge il Professore Laurana che non immagina certamente quanto di losco e di premeditato si nasconda dietro l’invito rivoltogli da un suo caro amico.

- I personaggi sono misteriosi ed ambigui e nascondono, fino all’ultimo, la loro vera identità morale e il loro gioco sporco che diventa”al massacro.” Il dramma si trasforma in un giallo in cui si devono scoprire i veri assassini, ma, alla fine, tutti si riveleranno colpevoli e coinvolti nello sfrenato accaparrarsi il proprio tornaconto, in nome del principio dominante: ”a ciascuno il suo”.

- Lo spettacolo è molto coinvolgente e ricco di suspense con attori tutti bravissimi. Dal protagonista Sebastiano Somma nel ruolo di Paolo Laurana un uomo ingenuo che ritrova, dopo anni, quelli che crede suoi amici ed è ignaro di quanto si nasconda dietro una falsa ospitalità. Somma si dimostra, come sempre, un attore capace di impersonare i ruoli più diversi con grande stile e professionalità; accanto a lui, Daniela Poggi che ritorna sulle scene dopo una lunga assenza; inoltre, Gaetano Aronica molto convincente nel ruolo di Don Pasquale, Maurizio Nicolosi, Alessio Caruso, Roberto Negri, Ivan Giambirtone, Vittoria Faro, Fabrizio Catalano e Giacinto Ferro.

Uno spettacolo che coinvolge ed emoziona e che ci presenta un quadro realistico e crudele di una Sicilia (che è poi l’Italia) dominata da personaggi senza scrupoli che finiscono col farla sempre franca.

Ma, fino a quando?



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