Rubrica: EDITORIALI |
EDITORIALE 01/2007 di
sabato 6 gennaio 2007
L’anno trascorso è stato ricco di eventi drammatici, di guerre, di disastri ecologici, di dispute politiche, di precarietà e di incertezze. Nel mese di dicembre, inoltre, mai come allora, si è presentato all’opinione pubblica mondiale il problema della sacralità della vita, messo in discussione dall’eutanasia e dalla pena di morte. Da sempre, le nazioni hanno dibattuto questi temi con principi e tesi diverse che hanno dato luogo a dibattiti, manifestazioni di protesta, rivolte ed esternazioni di solidarietà per l’una o l’altra tes Da parte mia e credo anche da parte di molti lettori della nostra rivista, penso che il dono della vita sia di origine divina e che quindi nessun uomo possa disporne secondo logiche umane. Il caso Welby, sia pure con tutta la sofferenza e l’angoscia che contiene in se, a mio parere, non avrebbe dovuto concedere a nessuno la facoltà di uccidere un essere umano, sia pure in condizioni disperate e di assoluta impossibilità di guarigione. La morte di Saddam Hussein per impiccagione, a prescindere dalla pessima pubblicità mediatica che ne è derivata e che non ha bisogno di commenti, non può essere giustificata nemmeno dagli atroci delitti e stermini che il Rais ha continuamente inflitto a persone innocenti. Non si possono emettere sentenze di morte, perché la vita non ci appartiene, tanto è vero che nessuno di noi può prevederne la fine o l’inizio. Attualmente, i Paesi più progrediti hanno eliminato la condanna capitale, sostituendo questa pena con l’ergastolo che priva già l’uomo di qualsiasi libertà e su questo tema, a mio parere, molti Stati dovrebbero riflettere... Il nuovo anno, appena iniziato, ci auguriamo porti al mondo quella pace che si insegue da secoli, unitamente ad un miglioramento delle condizioni di fame e povertà di molti popoli e, soprattutto, una rivalutazione dei principi morali che appaiono ai nostri giorni offuscati o, addirittura, dimenticati e offesi, oltre all’impegno di salvaguardare la natura da una lenta, ma inesorabile distruzione. Diritti di copyright riservati |