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Rubrica: COSTUME E SOCIETA’

L’albergo del silenzio - Alla Sala Umberto

giovedì 20 dicembre 2007

Argomenti: Teatro

TORNA UN CLASSICO DEL TEATRO NAPOLETANO

Ritroviamo Felice Sciosciamocca, la divertente figura creata da Eduardo Scarpetta, perno del teatro napoletano prima dell’altro geniale Eduardo. L’occasione è alla Sala Umberto, che nel segno del rinnovamento ha imboccato un’altra fortunata stagione.

E L’albergo del silenzio ben si presta per chi, nel nuovo pubblico romano, non avesse avuto ancora modo di vedere sulle scene il singolare personaggio che riassume in sé caratteri, atteggiamenti, debolezze di un certo genere partenopeo fatto di sincerità, sfrontatezza, simpatia e disavventure nello stesso tempo. Lorenzo Salveti ha sapientemente ricostruito su un palcoscenico articolato dall’esperto Bruno Buonincontri i tre atti.

Il primo presenta nel dedalo napoletano famiglie che abitano in appartamenti quasi incastrati l’uno nell’altro sicché le vicende degli uni sono strettamente connesse con quelle degli altri, il secondo mostra come una serie di sotterfugi ed equivoci possa creare una confusione generale aggravata dall’apparizione di presunti fantasmi, mentre nel terzo si vedrà come tutte le sorprendenti spiacevolezze si sono ricomposte. I tempi sono quelli tanto antichi nei quali si usavano ancora le candele, perché la luce elettrica non era stata ancora inventata, ma le malizie, il desiderio d’amore, la segretezza dei sentimenti erano ben vivi aspetti dell’esistenza quotidiana.

Gli attori vengono da una scuola di rango, che si avvale delle prime alle ultime battute di Mimmo e Giovanni Esposito e poi nelle indovinate caratterizzazioni di Ernesto Lana, Tonino Taiti, Susy Del Giudice, marco De Notaris mentre Simona Marchini (nella parte della moglie di Sciosciamocca) conferma la sua poliedrica arte recitatoria, gli uni e le altre facendosi così applaudire anche a scena aperta.

CARLO VALLAURI



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