Rubrica: PASSATO E PRESENTE

Globalizzazione. Una mappa dei problemi (Laterza, 2006)

LIMITI E PROSPETTIVE DEL MONDO GLOBALIZZATO

NELL’ANALISI CRITICA DI ZOLO
sabato 9 settembre 2006

Argomenti: Mondo
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Danilo Zolo

Danilo Zolo conferma in Globalizzazione. Una mappa dei problemi (Laterza, 2006) la sua capacità di penetrare nel profondo di quella nuova economia che il processo di internazionalizzazione ha determinato nell’ultimo quindicennio. Studioso del pensiero politico egli mostra qui come soltanto un’analisi distaccata possa consentire di guardare alla globalizzazione né come ad un male, da combattere (e poi, con quale metodo, nei confronti di chi?), né come ad una realtà in grado di apportare una cornucopia di benefici.

Si potrebbe dire che egli si pone sulla linea di J. E. Stiglitz, secondo il quale la governance del fenomeno ne avrebbe radicalmente cambiato i caratteri. La libera circolazione planetaria dei fattori di produzione ha sottolineato come siano i paesi più poveri a pagare il prezzo di un "progresso" che ha alterato la distribuzione della ricchezza in termini devianti, con una sostanziale subordinazione alle massime istituzioni economiche internazionali. Dopo aver esaminato i molteplici aspetti della rivoluzione informatica, Zolo si sofferma sulla omogenizzazione culturale che, nella deriva degli Stati nazionali sovrani, ha consentito ulteriori processi di trasformazione, a cominciare da quel “globalismo giuridico” che egli osserva da specialista, quale è, del diritto internazionale. Ma sono proprio i mutamenti introdotti dalle guerre scatenate in questo quindicennio a rendere manifesti gli effetti perversi della mancata tutela di quei diritti umani che pure tutti (Stati, organismi internazionali, chiese) proclamano di voler difendere.

Ed allora, valutata quale “irreversibile” la globalizzazione, sulla base degli elementi sinteticamente richiamati, l’autore osserva che trattandosi di fenomeni economici e comunicativi non casuali né naturali bensì connessi ad esiti ricercati e conseguiti dalle maggiori potenze, si tratta piuttosto di liberare il pianeta dai vincoli imposti proprio dalle maggiori potenze e dalle istituzioni internazionali da loro controllate.

La validità del chiaro impianto espositivo offre al lettore materiale informativo di prima mano che contribuisce a suffragare la tesi del libro sulla sostanziale non irreversibilità sia dell’attuale gestione del processo stesso (ed in proposito puntuali restano al riguardo le osservazioni di un altro giurista di vaglio come Giuseppe Guarino, con le sue proposte per una diversa “governance”) sia del fatale corso della deregolamentazione sia infine dalle nuove gerarchie venutesi a stabilire nel consorzio mondiale. Condividendo questa tesi, sommariamente da noi riferita, non possiamo che auspicare una maggiore diffusione delle idee sostenute in questo libro.



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