Rubrica: EDITORIALI

EDITORIALE 07/2006

lunedì 24 luglio 2006

Le cronache di questi ultimi tempi hanno riportato molti scandali, con un susseguirsi preoccupante di avvenimenti non certo edificanti che hanno coinvolto nobili, politici e sportivi. Viene spontaneo chiedersi quale ambiente o settore della vita pubblica sia rimasto ancora pulito e in che cosa si possa ancora credere e sperare.... .

Purtroppo il problema dell’immoralità dilagante trae origine da una società malata, in cui il “benessere”, più che “l’essere” diventa il fine esclusivo di molte persone che non si pongono limiti né scrupoli pur di raggiungere ricchezze e potere. Più volte si è sciorinato il problema e cercato di risolverlo accusando varie istituzioni, dalla famiglia alla scuola, alla eccessiva libertà che hanno raggiunto le giovani generazioni che spesso si trovano allo sbando e senza una guida e degli esempi cui potersi riferire. Certamente la trasformazione negativa della famiglia ha influito in modo determinante sulla formazione dei figli che non vogliono crescere o crescono in modo sbagliato. Oltre a ciò, la mancanza di lavoro, di speranza in una sistemazione futura e la constatazione che nuovi pericoli ecologici, bellici, terroristici sono sempre alle porte non aiutano sicuramente a vivere serenamente anche gli anni che dovrebbero essere i più belli e spensierati della vita.

E’ “il male di vivere” o, per dirla con Giuseppe Berto “il male oscuro” che minaccia il mondo. Ma non dobbiamo arrenderci. Se è vero che solo dopo aver toccato il fondo si può risalire, probabilmente è giunto il tempo della presa di coscienza di errori e di comportamenti sbagliati con un desiderio di riscatto, di rinnovamento e una visione più positiva della vita. E’ un impegno morale che ognuno di noi dovrebbe assumersi, per rispetto di sé e degli altri.

SILVANA CARLETTI



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