Rubrica: PASSATO E PRESENTE

SUL FERTILITY DAY, OVVERO LA FERTILITÀ É UN BENE PUBBLICO?

Un commento a caldo sul dibattuto tema del giorno.
venerdì 2 settembre 2016

Argomenti: Attualità
Argomenti: Politica

L’iniziativa della Ministra della Salute Beatrice Lorenzin per incrementare le nascite è rivolto soprattutto alle donne, considerate restie alla procreazione e/o intenzionate a rinviare l’idea di mettere al mondo figli. Per egoismo? per il desiderio di entrare nel mondo del lavoro? per farsi avanti nella carriera?

Il focus centrale della “esortazione” alla procreazione, nella iniziativa della Ministra, è incentrato sullo slogan “La fertilità è un bene pubblico”; tradotto: “L’utero delle donne deve essere al servizio della collettività”.

Non esprimerò commenti sull’impostazione divulgativa della iniziativa della Ministra che si commenta da sola. Affronterò la questione al femminile almeno su due aspetti, che esporrò in breve:

  • Di fronte al decremento demografico dovuto alla diminuzione delle nascite, la Ministra della Sanità, che conosce benissimo le carenze assistenziali di chi affronta la maternità, sa che non ci sono programmi governativi di sostegno ai nuovi nati, programmi che dovrebbero comprendere l’assistenza sin dalla nascita: personale specializzato in puericoltura da affiancare alla madre, incentivi economici per le esigenze della crescita, NIDI pubblici che accolgano i/le nuovi/e nati/e, scuole materne, baby sitters, per le donne che lavorano ma anche per una prole che conta più minori, scuole primarie e secondarie gratuite anche per i materiali didattici e non solo, in dotazione alle scuole (vedi i genitori che sono costretti a portare la carta igienica a scuola dei loro figli) sia per gli studenti, come i quaderni e i libri di testo, materiali di cancelleria gratuiti; mense e orari prolungati, ecc…(Francia docet).
  • Bisogna superare l’idea che la maternità sia legata indissolubilmente alla famiglia, in particolare alla famiglia istituzionale, ormai in profonda crisi. Quante sono le unità familiari senza vincoli legali o/e religiosi? Quante sono le donne che vivono la maternità senza il partner del concepimento?

Io credo che la Ministra, i suoi consiglieri, il Governo in toto, dovrebbero affrontare il problema della diminuzione della nascite, partendo dalle negligenze governative decennali sulla questione.

Dovrebbero porre al centro del dibattito parlamentare il vuoto istituzionale e governativo ed elaborare programmi a sostegno della maternità, della crescita dei nuovi nati, invece di scaricare la responsabilità del decremento delle nascite sulla collettività in particolare sulle donne che vengono meno al dovere verso la collettività di essere mogli e madri a tutto servizio!



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