Rubrica: LETTURE CONSIGLIATE

“Storia dei Re Magi” (Francesco Ciolfi Editore, Cassino)

I RE MAGI TRA ORIENTE E OCCIDENTE

Rivive il fascino del racconto medioevale sulle gesta dei tre re e sulle traslazioni dei loro resti
domenica 1 febbraio 2015

Argomenti: Religione
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Argomenti: Giovanni di Hildesheim

Libro di Enrico IIIn questi ultimi anni stiamo assistendo a un fenomeno di riscoperta e rinascita degli antichi percorsi di pellegrinaggio, che per tutto il Medioevo sono stati vissuti come itinerari iniziatici verso luoghi altamente spirituali, legati alla presenza di straordinarie reliquie e memorie. Una vera e propria collezionatrice di reperti sacri deve essere stata Sant’Elena, la madre di Costantino, che, secondo una tradizione, dopo il suo viaggio in Terra Santa alla ricerca delle reliquie della Passione di Cristo, si sarebbe spinta fino all’India, dove avrebbe rinvenuto delle ossa attribuite ai Re Magi. Portate a Santa Sofia di Costantinopoli, esse sarebbero state donate dall’imperatore Costante I al vescovo di Milano Eustorgio intorno al 348. Questi le fece collocare nella basilica, che da lui prese il nome, all’interno di un sarcofago di pietra.

Quando, nel 1162, Federico Barbarossa entrò in Milano, si dice che restasse come abbagliato dalla visione di questa tomba e che concesse le reliquie all’arcivescovo di Colonia Rainaldo di Dassel per portarle in terra tedesca. Il viaggio da Milano a Colonia fu assai avventuroso perché compiuto attraverso territori ostili. Di esso rimane il ricordo in alcuni villaggi, come quello di Longueville, in Francia, dove c’è una porta detta dei Re Magi.

I resti dei Magi furono solennemente collocati nel Duomo di Colonia nel 1164 e posti qualche decennio dopo in una grande arca. Questa tomba-reliquiario attirò subito un Scultura lignea XV sec., Bruniconotevole numero di pellegrini e Colonia crebbe rapidamente in fama e onore. Tre corone, simbolo dei tre Re, furono quindi inserite nello stemma cittadino, esercitando sempre una speciale suggestione sulla popolazione.

Una suggestione che deve molto al racconto storico-leggendario e allo stesso tempo antropologico di Giovanni di Hildesheim (Priore del Convento dei Carmelitani di Cassel dal 1361 al 1375), intitolato Historia trium regum, il cui testo con relativa traduzione è proposto dall’Editore Ciolfi nel volume “Storia dei Re Magi”, a cura di Massimo Oldoni, nella sua preziosa collana di testi storici medioevali, ricca di opere altrimenti introvabili.

Urna di Colonia

Goethe, che lesse un antico manoscritto della Historia, ne rimase fortemente colpito, tanto da scrivere: “Accade che la sorpresa di questa scoperta mi affascini: la storia, la tradizione, il possibile, l’inverosimile, il favoloso con il naturale, il verosimile, il reale fino all’estrema e più individuale rappresentazione sono tutti fusi insieme… Non penso che potrebbe capitarmi tra le mani qualcosa di più grazioso ed elegante.” Non si può non concordare col giudizio del grande poeta tedesco, perché la lettura del testo è assolutamente gradevole e densa di notizie curiose sulle comunità etniche che hanno a che fare con l’episodio evangelico; anzi, come afferma Oldoni nell’introduzione, “nel viaggio dei tre re sta fissata la storia dei popoli in un’eternità che ci riguarda”.

Mosaico dei Magi, Ravenna

È una visione profetica quella dei Re Magi, che li porta a compiere, ognuno per conto proprio, il primo pellegrinaggio per fede, guidati da una stella. È proprio la loro venuta a Betlemme, a pochi giorni dalla nascita di Gesù, a dimostrare il valore universale del messaggio di Cristo, riconosciuto da questi inaspettati e strani visitatori, depositari di un sapere occulto e portatori di simbolici doni.

L’avvenimento, che per la Chiesa è autentico, è così pieno di mistero da suscitare una miriade di leggende e accendere la fantasia dei fedeli. Matteo, l’unico tra gli evangelisti che ne parla, non ci dice il loro numero né il luogo di provenienza, anche se vagamente parla di Oriente. Molto più ricchi di notizie sono i vangeli apocrifi che precisandone i nomi, il numero e le varie tappe del viaggio di andata e di ritorno fino alla morte, li hanno trasformati nei tre re cari al folclore natalizio e alla tradizione artistica. Sono in effetti gli Atti di Tommaso (III secolo), il Protovangelo di Giacomo (IV secolo), il Vangelo arabo-siriaco dell’Infanzia e quello armeno dell’Infanzia, entrambi del VI secolo, a fornire le informazioni cui attinge Giovanni di Hildesheim per la prima parte del volume.

La scelta del numero tre è probabilmente legata ai tre doni, con i quali i Magi riconoscono Gesù Bambino come sovrano universale (oro), essere divino (incenso) e umanamente mortale (mirra). Ma non solo: tre sono pure le razze umane delle quali diventano i rappresentanti e sempre tre sono le età dell’uomo che essi incarnano. Sulla scia di questa tradizione Melchiar è indicato come il più vecchio, Balthazar è il mediano e Jaspar, quello con la pelle nera, è il più giovane.

Urna di Colonia, particolare

Nel libro si racconta che il viaggio di ritorno fu piuttosto difficoltoso: solo dopo due anni i re giunsero al Monte Vaus, dove “fecero costruire una cappella in onore del nato re dei Giudei”. Quindi nella città che stava ai piedi del monte si riposarono e concordarono di ritrovarsi là ogni anno. In seguito ritornarono alle loro terre, diventando “più umili e più devoti di tutti gli uomini”. Si racconta pure che, avendo il beato Tommaso predicato il Vangelo in India e avendo trovato nei templi la stella con il Bambinello e il segno della Croce, evidentemente collocati lì dai Magi, egli convertì i sacerdoti di quei templi e molte genti, spiegando loro il significato di quei simboli. L’apostolo avrebbe poi ritrovato i Magi e li avrebbe battezzati, quindi loro avrebbero proseguito la sua opera convertendo i pagani e sarebbero poi morti.

Continuatori della loro opera in Oriente sarebbero dovuti essere un patriarca chiamato Tommaso, per le cose spirituali, e un potentissimo re, detto Prete Giovanni (o popolarmente Gianni), per le cose terrene. La figura di questo misterioso sovrano, signore di un regno favoloso e immenso, posto ai limiti dei paesi conosciuti, ebbe una certa fortuna nel XII secolo quando, nella sua duplice natura di re e sacerdote, egli veniva atteso in Occidente in un quadro di speranze escatologiche, giustificate dall’enorme impressione suscitata in Europa dall’avanzata mongola.

Nel libro assumono grande importanza anche i personaggi femminili della Madonna, rappresentata nel suo ruolo di mamma e nell’angosciosa fuga in Egitto, e di Sant’Elena, cui è dovuta l’erezione di molte chiese e il ritrovamento dei corpi dei tre re (quello di Jaspar lo ottenne dagli eretici Nestorini scambiandolo con quello di San Tommaso). Ma sono proprio le figure dei Magi, che tanta importanza hanno avuto nel mondo orientale arabo, siriaco, iranico, centro-asiatico e turco-mongolo, oltre naturalmente all’Europa cristiana, che possono rivelare suggestive connessioni tra le varie civiltà del Vecchio Continente, magari senza che le stesse abbiano piena coscienza dell’intreccio dei legami spirituali intercorrenti.

P.S.

Titolo completo:
Storia dei Re Magi. Libro delle gesta e delle traslazioni dei Tre Re
di Giovanni di Hildesheim
a cura di Massimo Oldoni, pagg.198, euro 16, Ciolfi Editore, Cassino
Per informazioni: http://www.ciolfieditore.it/index.html



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