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Rubrica: PASSATO E PRESENTE

LA TRAGEDIA DELLE FOIBE NELLA RIEVOCAZIONE DI MIELI

sabato 1 marzo 2014

Argomenti: Celebrazioni/Anniversari
Argomenti: Storia

Dopo aver relegato la trasmissione sulla giornata del ricordo delle foibe alle ore notturne, per farla conoscere quindi al numero più basso dei fruitori del servizio pubblico nazionale, la RAI ha, il giorno successivo, invece affidato a Paolo Mieli, al mezzogiorno della domenica, una rievocazione storicamente ineccepibile.

Lo storico ha ricordato che violenze squadriste e la persecuzione ventennale subíta dagli slavi inseriti dal 1919 alla seconda guerra mondiale nel regno d’Italia (basti pensare che la maggior parte dei condannati a morte dal tribunale speciale fascista appartenevano proprio a quella minoranza etnica), risalendo quindi alla radice del risentimento che ne era naturalmente scaturito, e poi ha descritto con molta precisione il succedersi di quegli infausti eventi sia subito dopo l’8 settembre ’43 sia ai primi di maggio del 1945 quando le autorità militari alleate accondiscesero alle richieste di far arrivare per primi a Trieste i partigiani jugoslavi.

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Una serie di eventi drammatici sui quali peraltro vi è una ampia bibliografia storica, oltre che di indubbie pagine di grandi scrittori, a cominciare da Claudio Magris: l’infamia di quei fatti costituisce una delle pagine orribili dei “nostro” Novecento ed ancora una volta abbiamo avuto modo di constatare come per molti italiani (soprattutto i giovani) si trattava di “novità” assolute, ma queste constatazioni appartengono al nostro passato, perché adesso si preferisce guardare alle bellezze piuttosto che alle pagine nere.

Dicevamo che il servizio di Mieli, con la consulenza di un altro storico, Giovanni Sabbatucci, ha saputo ben puntualizzare origini, caratteri e aspetti politici di quella esperienza, specie per quanto riguarda le conseguenze delle decisioni allora stabilite nei cosiddetti trattati di pace. Indubbiamente la complessità dei rapporti tra gli Stati interessati spiega come l’intero problema della divisione di quei territori si sia poi prolungato dai trattati di Parigi agli accordi di Osimo, firmati per l’Italia dal Presidente Moro.

Influì naturalmente sul protrarsi delle dispute al riguardo anche la personalità del maresciallo Tito (uno dei veri “vincitori” usciti da quegli eventi) alla cui causa si dovette piegare in quella circostanza qualsiasi altra posizione quando si trattò di stabilire quali unità militari dovessero entrare per primi nella città giuliana.

La condizione di profughi costretti dapprima a salvarsi con la fuga poi a cercare una nuova vita anche lontano (specie in Australia) avendo constatato come essi non fossero bene accolti in parecchie città italiane appartiene alla logica spietata dell’esito dei conflitti. Ma ogni volta che riemergono i particolari di quegli eccidi colpisce la spietata crudeltà a danno dei nostri connazionali. E le conseguenze nefaste di certe violenze (come quelle precedenti ai fatti narrati) non vanno dimenticati se si vuol scrivere la storia per quello che è accaduto veramente, e per risalire alle indubbie responsabilità di singoli come di gruppi politici o etnici.

Le parole sobrie di Mieli hanno contribuito a dare all’intera trasmissione il senso di una constatazione storica ineccepibile.


La trasmissione di Rai3 è andata in onda il 9 febbraio 2014 alle 12:55 Correva l’anno – Speciale Foibe, una ricostruzione dei dolorosi avvenimenti del confine orientale. I video qui sotto sono riportati in due parti:

PARTE I°

PARTE II°



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